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domenica, Dicembre 15, 2024

Plastica, dall’Antitrust multa a Corepla per “abuso di posizione dominante”

Maximulta da 27 milioni di euro al consorzio di filiera della plastica che fa parte del sistema Conai. L'accusa è di aver impedito alla concorrente Coripet "di accedere alla gestione dei rifiuti plastici riconducibili ai propri consorziati". La replica di Corepla: "impugneremo il provvedimento"

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Redazione EconomiaCircolare.com

“L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha accertato che Corepla, il consorzio di filiera della plastica che fa parte del sistema Conai, ha abusato della propria posizione dominante nel mercato italiano dei servizi di avvio a riciclo e recupero degli imballaggi plastici in pet ad uso alimentare (bottiglie di plastica per acqua e bibite), che vengono offerti ai produttori chiamati a ottemperare agli obblighi ambientali. Per questo l’Autorità ha irrogato una sanzione pecuniaria di oltre 27 milioni di euro dopo che, a ottobre 2019, aveva adottato misure cautelari per una tempestiva eliminazione delle pretese esclusive di Corepla sui materiali rinvenienti dalla raccolta differenziata urbana”.

Comincia così il comunicato stampa con il quale l’Agcm, più nota come Antitrust, comunica di aver inferto una maximulta che ha del clamoroso a Corepla, uno dei primi consorzi a livello nazionale che, dal 1997, mette insieme più di 2500 imprese appartenenti all’intera filiera degli imballaggi in plastica. L’accusa dell’Antitrust è di aver “attuato un’articolata strategia volta a ostacolare l’operatività di Coripet, il consorzio costituito dai produttori di bottiglie in plastica per liquidi alimentari, in precedenza aderenti a Corepla, autorizzato ad operare in via provvisoria dal Ministero dell’Ambiente da aprile 2018 sulla base di un progetto innovativo di avvio a recupero e riciclo del pet”, ovvero il polietilene tereftalato, il materiale comunemente utilizzato per le bottiglie di plastica.

Il progetto di Coripet, osserva ancora l’Antitrust, “prevede la gestione di materiali rinvenienti, oltre che dalla tradizionale raccolta differenziata urbana, anche dalla progressiva installazione sul territorio di raccoglitori automatici (cosiddetti eco-compattatori), in grado di ricevere direttamente dai consumatori finali le bottiglie di plastica per liquidi vuote. In questo modo si stimola, sulla base di benefit economici incentivanti, la differenziazione nella raccolta di imballaggi plastici in pet ad uso alimentare e si consente l’attivazione del cosiddetto circuito bottle to bottle, esempio di attuazione di economia circolare”. Per acquisire il diritto a operare in maniera permanente sul mercato, Coripet avrebbe dovuto comprovare la propria capacità produttiva entro due anni. Ma è qui, secondo il provvedimento di Agcm, che la sua attività sarebbe “stata ostacolata da una serie di condotte abusive poste in essere da  Corepla. In particolare, l’istruttoria condotta dall’Autorità ha accertato che Corepla ha impedito a Coripet di accedere alla gestione dei rifiuti plastici riconducibili ai propri consorziati, sia ostacolando il raggiungimento di un accordo del nuovo entrante con l’Anci, sia rifiutandosi di stipulare con Coripet un accordo transitorio, che si era reso necessario per l’impossibilità di siglare direttamente un accordo con l’Anci. L’intervento dell’Autorità ha dunque permesso di estendere meccanismi competitivi all’offerta di servizi di avvio a recupero e riciclo delle bottiglie in pet per uso alimentare, favorendo così le dinamiche concorrenziali previste dal Testo Unico Ambientale con vantaggi oltre che per la collettività, anche per l’ambiente”.

Accuse pesanti, alle quali Corepla ha già replicato con una nota. In una nota il consorzio informa che “prendiamo atto della decisione dell’Autorità e adiremo le vie di giustizia per impugnare il provvedimento; Corepla ritiene infatti di non aver in alcun modo ostacolato l’accesso al mercato di Coripet e di aver sempre operato al solo fine di garantire la continuità dei servizi di raccolta differenziata e riciclo, a beneficio dei comuni e dei cittadini”

“Va ricordato – prosegue la nota – che Corepla è un ente no-profit che si fa carico di un importante compito istituzionale occupandosi del recupero di tutte le tipologie di imballaggi in plastica di sua competenza raccolti sul territorio nazionale. Il fine del Consorzio non è quindi quello di realizzare un profitto o un vantaggio economico, bensì quello di portare a termine la propria delicata missione ambientale a beneficio della collettività, facendosi carico di un’attività in pesante e strutturale perdita economica. Abbiamo piena fiducia nel sistema giudiziario – conclude Corepla – e siamo quindi certi che si giungerà celermente a una decisione definitiva che accolga le nostre legittime osservazioni; diversamente si finirebbe col danneggiare il raggiungimento degli obiettivi ambientali e con esso l’interesse pubblico”.

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