Nel corso della storia, siamo sopravvissuti grazie alla nostra capacità di percepire l’ambiente intorno a noi come una forma primitiva di monitoraggio civico. Con la nascita degli Stati moderni, abbiamo ampiamente delegato ai governi la capacità di monitorare per noi, attraverso un “contratto sociale”.
I crimini ambientali che si sono verificati di frequente, tuttavia, hanno dimostrato che non possiamo delegare ciecamente questa responsabilità ai leader eletti o agli attori privati. Le persone stanno così riprendendo in mano il loro istinto di percepire, effettuando forme di monitoraggio ambientale civico per reclamare la giustizia ambientale. Il monitoraggio ambientale civico consiste essenzialmente nel rilevare problemi ambientali utilizzando i nostri sensi o, quando necessario, dispositivi di monitoraggio a basso costo.
Le cosiddette sentinelle civiche reclamano un nuovo contratto sociale: una società democratica in cui la responsabilità di proteggere l’ambiente è condivisa da una moltitudine di attori civici e la gerarchia del potere è sostituita da una forma orizzontale e plurale di istituzione collettiva.
Come nasce Sensing for Justice
Nel corso degli anni, sono stata testimone del fatto che le prove civiche dei danni ambientali venivano spesso ignorate dalle autorità perché non considerate valide dal punto di vista scientifico o legale. Per questo ho fondato il progetto Sensing for Justice, la cui missione è rendere accessibili alle persone interessate le risorse legali sull’ammissibilità delle prove civiche. Forniamo loro gli strumenti per far accettare le loro prove ai tribunali e alle autorità, ad esempio offrendo loro spazi per porre domande legali e condividendo buone pratiche.
Applicando questo approccio, è emerso che le comunità iniziano a esplorare il potenziale giudiziario dei loro dati e osano portare le loro prove nei tribunali: gli operatori del diritto, le istituzioni e gli scienziati si rivolgono a questo progetto con interesse per il monitoraggio civico, e chiedono modi per sostenere le sentinelle. Allo stesso tempo, anche i giovani si stanno appassionando e lentamente diventano anch’essi sentinelle civiche. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare.
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Il potenziale delle sentinelle civiche
È necessario, ad esempio, capire meglio come le persone monitorano gli impatti del cambiamento climatico e raccolgono prove per sollecitare i governi e le aziende ad agire. Le attività di monitoraggio civico possono infatti essere particolarmente efficaci nelle aree più vulnerabili ai cambiamenti climatici, dove spesso vivono comunità emarginate. Queste aree sono di frequente scarsamente coperte dal monitoraggio ufficiale, così le testimonianze civiche possono sia colmare le lacune dei dati sia collegare i dati su piccola scala a tendenze più ampie e globali sul cambiamento climatico.
Basti pensare alle comunità sfollate a causa degli effetti della crisi climatica e che fuggono dagli hotspot climatici: quanto sarebbe importante mettere in primo piano le loro conoscenze per affrontare il cambiamento climatico? Con uno sforzo di coordinamento tra le sentinelle e gli scienziati, il modello applicato alle sentinelle civiche che individuano l’inquinamento può essere esteso a questioni più complesse, sistemiche e intricate come il cambiamento climatico.
Attualmente, le sentinelle civiche sono attive in tutto il mondo e stanno creando sinergie con attivisti, scienziati e professionisti per cambiare il modo in cui proteggiamo l’ambiente. Ognuno di noi può essere una sentinella per la protezione dell’ambiente, semplicemente vigilando e utilizzando i propri sensi o, se necessario, dispositivi di rilevamento a basso costo.
[Video registrato in occasione del TEDxVarese Climate Countdown]
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