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lunedì, Dicembre 23, 2024

Che c’è per pranzo? La sfida della sostenibilità nelle mense scolastiche

Si torna tra i banchi di scuola e a mangiare in mensa. Cresce l'attenzione sul cibo che ragazze e ragazzi mangiano ma anche su come non gettarlo via, tra procedure anti-spreco e scelte più o meno orientate alla sostenibilità

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Redazione EconomiaCircolare.com

Per molte alunne e alunni in diverse parti d’Italia questi sono i giorni del rientro a scuola. Tornare tra i banchi non significa solo avere un nuovo anno di studi davanti, ma anche il ritorno a consumare il pranzo nelle mense scolastiche: un sistema che coinvolge milioni di studentesse e studenti e che porta con sé opportunità, come quella di socializzare, ma che apre anche a diverse criticità. 

Quello che abbiamo nel piatto ha un grande impatto, non solo sulla nostra salute, ma anche sul Pianeta: ecco perché ci siamo chiesti cosa e come si mangia nelle scuole italiane, dove entra in gioco anche il valore educativo delle scelte alimentari proposte.

Genitori felici e scelte sostenibili

Un primo feedback ci arriva dall’indaginePercezione del servizio di refezione scolastica da parte delle famiglie italiane”, condotta da Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District nel maggio scorso. Dalle risposte date da un campione di 608 famiglie italiane, i cui figli frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado, emerge che nel 72% dei casi, il servizio di refezione viene apprezzato dai genitori.

Per un 27% il fattore che incide in tale valutazione positiva è la sostenibilità dei piatti offerti, ma prima ancora viene la varietà dei menu (36%), l’efficienza del servizio offerto (31%) e il ruolo sociale che svolge il servizio nel benessere dei giovani. Secondo il 33% degli intervistati, inoltre, il servizio di mensa scolastica contribuirebbe a comportamenti e scelte alimentari più sostenibili, secondo il 37% di “molto” e per il 17% sarebbe addirittura fondamentale, ma per l’11% “per niente”.

La ricerca, oltre alla percezione delle famiglie nei confronti del servizio, indaga anche le differenze che sussistono tra le abitudini alimentari a casa e a scuola. Il pranzo a scuola rappresenta infatti per molti studenti e studentesse un’occasione per mangiare alimenti che a casa consumano meno, come zuppe, creme vegetali e minestrone (26%), legumi (24%) e verdura (21%). In casa, invece, le abitudini tendono a cambiare: i cibi prediletti secondo l’indagine sarebbero hamburger, pizza, formaggi, snack e dolciumi.

Leggi anche: L’emergenza dello spreco alimentare e la risposta con Food Not Bombs

mense scolastiche carne

Combattere lo spreco alimentare 

Ma il problema che dal punto di vista ambientale sembra interessare maggiormente le mense scolastiche è quello dello spreco alimentare. 

Secondo gli ultimi dati disponibili relativi al progetto Reduce, durante il servizio di ristorazione nelle mense scolastiche si producono elevate quantità di cibo gettato via, pari a circa 120 grammi al giorno per ciascun bambino, corrispondente a circa il 22% della quantità preparata.

Fanno però ben sperare dati più aggiornati, quelli dell’8° Rating dei menù scolastici, l’indagine annuale di Foodinsider, che fotografa lo stato delle mense in Italia e ne traccia l’evoluzione, per tracciare la quantità di scarti, e le buone pratiche dei diversi Comuni.

Secondo i numeri relativi all’anno scolastico 2023/2024 si ravvisa il proseguire di un trend di miglioramento delle mense scolastiche iniziato nel 2022, con il miglioramento di un Comune su tre. “Un cambiamento positivo – si legge nel report – atteso dopo lo scioglimento definitivo dei vincoli post Covid, ma che è anche l’effetto dell’applicazione della nuova legge che disciplina le gare d’appalto del servizio di ristorazione scolastica”.

Il risultato si noterebbe in menu più equilibrati, a minore impatto ambientale, più varietà, con i legumi che aumentano e diventano un secondo piatto in un terzo dei menù analizzati,  più prodotti locali e di origine biologica e sempre meno stoviglie usa e getta a favore dei piatti lavabili. Ma per i cibi processati, come prosciutto, tonno in scatola, bastoncini di pesce, formaggio spalmabile e budini invece, si registrerebbe una crescita del 6%.

Leggi anche: La plastica monouso non serve, inquina, e nelle scuole è diseducativa

mense scolastiche bambini

Contro lo spreco alimentare, passare all’azione

Sono diversi i progetti nelle scuole che si impegnano a promuovere pratiche più sostenibili. In questo caso può essere utile consultare il lavoro di “Green School Italia: rete di scuole e territori per lo sviluppo sostenibile”, un progetto realizzato grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e che coinvolge 250 scuole di 5 regioni italiane.

Tra le pratiche promosse dal progetto per puntare ad una maggiore sostenibilità a scuola c’è quella che si propone di contrastare lo spreco alimentare nelle mense scolastiche. Ne ripartiamo alcuni step:

  • Individuare un referente e un gruppo operativo
  • Scoprire quanti e quali sono gli scarti alimentari della mensa, indagarne i motivi e calcolare l’impatto ambientale di questo spreco
  • Scegliere la strategia d’azione in base alle problematiche emerse
  • Informare la popolazione scolastica sull’indagine realizzata, motivare le azioni che si stanno introducendo, sensibilizzare sull’importanza di aderire al progetto 
  • Mettere in atto le buone pratiche stabilite
  • Verificare se ci sono stati dei miglioramenti

Leggi anche: La crisi climatica mette a rischio la scuola (e la nostra capacità di adattamento)

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