Limitare il monouso rendendo più facile e conveniente il riutilizzo. Così la Spagna, attraverso l’approvazione della Camera spagnola del progetto di legge sui rifiuti e i suoli contaminati (Proyecto de Ley de residuos y suelos contaminados), proverà a migliorare la complessa gestione dei rifiuti di plastica usa e getta.
Il disegno di legge traspone (in ritardo) nell’ordinamento nazionale la Direttiva SUP (Single-use-Plastic) sui prodotti in plastica monouso ponendo particolare enfasi sulla riduzione degli imballaggi, il riutilizzo dei contenitori per alimenti e bevande e la promozione dell’uso dell’acqua potabile.
“Oggi facciamo un passo avanti nella modernizzazione e circolarità della nostra economia, nella capacità di progettare meglio le cose per generare meno rifiuti – ha dichiarato la vicepresidente spagnola Teresa Ribera – affinché i materiali vengano recuperati e riutilizzati nuovamente nella filiera produttiva. Stiamo anche facendo un passo avanti nella lotta contro l’inquinamento della plastica”.
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Spagna, le differenze con la SUP italiana
Particolare attenzione è stata focalizzata sulla prevenzione degli imballaggi monouso: entro il 1° gennaio 2023, i rivenditori di generi alimentari la cui superficie sia pari o superiore a 400 mq dovranno destinare almeno il 20% della propria superficie di vendita all’offerta di prodotti sfusi o attraverso imballaggi riutilizzabili.
“È una misura mutuata da una legge francese e rappresenta una delle principali differenze rispetto alla direttiva SUP italiana – spiega Paolo Azzurro, ingegnere e consulente tecnico in materia di rifiuti e di economia circolare-. Da sottolineare anche l’introduzione della possibilità per i consumatori di portarsi il proprio contenitore purché pulito. Una misura analoga è presente anche nella legislazione italiana, se pure quasi del tutto sconosciuta e inapplicata, a parte qualche eccezione come l’iniziativa Spesa Sballata in provincia di Varese”.
Tutti gli esercizi alimentari che vendono prodotti freschi e bevande, nonché cibi cotti, devono accettare l’uso di contenitori riutilizzabili (borse, contenitori, bottiglie, tra gli altri) adatti alla natura del prodotto e adeguatamente igienizzati. Questi contenitori possono essere rifiutati dal commerciante se sono sporchi o non idonei.
Nella legge spagnola è stata anche introdotta una tassa che ricade sulla fabbricazione, importazione o acquisto intracomunitario di imballaggi non riutilizzabili costituiti in tutto o in parte di plastica. “Una sorta di plastic tax di 45 centesimi al chilo sul peso della quantità di plastica non riciclata – ha detto Paolo Azzurro -. Vengono poi stabiliti degli obiettivi di raccolta per le bottiglie monouso in plastica PET (con capacità fino a tre litri)”. Si punta a raccogliere entro il 2023 il 70% in peso di quello introdotto sul mercato ed entro il 2027 l’85%. Nel caso in cui gli obiettivi fissati nel 2023 o nel 2027 non siano raggiunti a livello nazionale, entro due anni sarà attuato su tutto il territorio un sistema di deposito su cauzione obbligatorio (DRS) per garantire il rispetto degli obiettivi al 2025 e 2029 introdotti dalla Direttiva SUP.
“I target contengono percentuali che sono soli numeri – commenta Azzurro – il problema sta nelle misure che prevedi per raggiungere quei target. In Italia abbiamo ancora il Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti del 2013 che è stato scritto male e fissa dei target di riduzione del 5% per unità di Pil (produzione di rifiuti correlata al prodotto interno lordo)”. Attualmente il programma è in corso di aggiornamento e revisione da parte del MITE e, insieme al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, si pone come uno dei pilastri strategici e attuativi della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare.
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I nuovi divieti del monouso nei Paesi Bassi
Non solo la Spagna adotta nuove misure per la riduzione del monouso. “Ogni giorno, solo nei Paesi Bassi, buttiamo via 19 milioni di bicchieri e imballaggi di plastica dopo averli usati una sola volta – ha detto la segretaria di Stato Vivianne Heijnen in una lettera al parlamento-. È necessaria un’inversione di tendenza dal monouso al riutilizzo”. Questa necessità si è trasformata in un vero e proprio annuncio ufficiale che, a partire dal 2024, prevede il divieto di plastica usa e getta dai luoghi di lavoro, dagli eventi (festival) e dal settore terziario.
La misura esclude le istituzioni sanitarie e riguarda solo il consumo in loco. Per l’asporto invece, da luglio 2023 sarà necessario pagare un importo supplementare all’acquisto di prodotti con imballaggi di plastica monouso. “In questo modo gestiremo le materie prime con maggiore attenzione, lasciandoci alle spalle un mondo più pulito”, ha aggiunto Heijnen.
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I modelli dei Green Events in Austria
Contesti che presentano particolari criticità – quando si parla di gestione rifiuti e monouso – sono eventi come le feste pubbliche, concerti o manifestazioni. Eventi in cui le grandi quantità di imballaggi monouso (non solo plastiche) consumate non permettono una raccolta ottimale. In Austria già nel 2008 il Ministero austriaco per la protezione del clima aveva lanciato “Green Events Austria”, un network che lavora con il governo federale e gli Stati regionali per creare una cooperazione stretta e scambiare idee ed esperienze per ridurre l’impatto ambientale di questi eventi. Secondo i dati del governo, negli ultimi anni in Austria si sono organizzati 4mila eventi “Green” evitando che 17 milioni di bicchieri di plastica diventassero rifiuti.
La città di Vienna è particolarmente attiva da questo punto di vista avendo adottato nel 2020 il Vienna Events Acts. Per eventi con più di mille persone e che si svolgono su immobili di proprietà della capitale, c’è l’obbligo di usare posate, contenitori per bevande e piatti riutilizzabili, che possono essere noleggiati gratuitamente.
La pulizia igienica delle stoviglie e posate riutilizzabili dovrebbe idealmente essere effettuata in loco utilizzando infrastrutture esistenti. Se l’uso di determinati prodotti riutilizzabili non è consentito per motivi di sicurezza, devono essere utilizzati oggetti con materie prime rinnovabili (es. cartone o legno).”
ÖkoEvent organizza eventi “Green” dal 2010 e ora ospita una piattaforma online piena di risorse e guida per gli organizzatori di eventi che cercano di organizzare eventi sostenibili. Per la prevenzione dei rifiuti, ÖkoEvent fornisce risorse utili come materiali promozionali, checklist ed indicazioni dettagliate per aiutare i promotori degli eventi ad acquisire dati sui potenziali rifiuti che un evento può produrre. Quindi da poter pianificare al meglio le misure di riduzione dei rifiuti e di prevenzione dello spreco alimentare.
Anche lo Stato federale di Salisburgo promuove eventi circolari. Come per Vienna, è previsto l’uso obbligatorio di stoviglie, bicchieri, tazze e posate riutilizzabili. Un altro requisito è l’utilizzo di contenitori grandi per evitare l’uso di bustine monouso per ketchup, senape, ecc.. “In questi eventi inoltre è richiesto di evitare decorazioni con materiali non riutilizzabili e, se vengono offerti gadget in omaggio, questi non devono avere imballaggi e devono realizzati con materiali provenienti da fonti rinnovabili”, si legge tra i requisiti.
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