fbpx
giovedì, Gennaio 23, 2025

UE, scatta l’obbligo per le bottiglie con il 25% di plastica riciclata

A partire da quest'anno, in tutti gli Stati membri Ue, le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata. Ecco cosa cambia per consumatori e per la filiera produttiva e del riciclo

Silvia Santucci
Silvia Santucci
Giornalista pubblicista, dal 2011 ha collaborato con diverse testate online della città dell’Aquila, seguendone le vicende post-sisma. Ha frequentato il Corso EuroMediterraneo di Giornalismo ambientale “Laura Conti”. Ha lavorato come ufficio stampa e social media manager di diversi progetti, tra cui il progetto “Foresta Modello” dell’International Model Forest Network. Nel 2019 le viene assegnata una menzione speciale dalla giuria del premio giornalistico “Guido Polidoro”

Nei prossimi mesi consumatori e consumatrici potrebbero notare qualche leggera differenza nelle bottiglie in plastica. Da gennaio 2025 è infatti entrata in vigore una nuova disposizione della Direttiva europea sulla plastica monouso, quella inerente alla percentuale di plastica riciclata che devono obbligatoriamente contenere le bottiglie per bevande. 

Come si legge nella Direttiva n. 904 del 2019, a partire dal 2025, le bottiglie per bevande fabbricate con polietilene tereftalato come componente principale, per intenderci le bottiglie in PET, devono contenere almeno il 25% di plastica riciclata, “calcolato come media per tutte le bottiglie in PET immesse sul mercato nel territorio dello Stato membro in questione”.

Parliamo di bottiglie per bevande con una capacità fino a tre litri, compresi i relativi tappi e coperchi; sono invece escluse le bottiglie per bevande in vetro o metallo con tappi e coperchi di plastica e le bottiglie per bevande destinate e usate per alimenti a fini medici.

Per quanto riguarda i dettagli del calcolo, come riportato anche dai consorzi interessati dalla norma, come Coripet e Corepla, lo scorso dicembre il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha fornito chiarimenti sull’implementazione dell’obbligo di contenuto riciclato nelle bottiglie per le bevande in PET spiegando che “la quota di plastica riciclata nelle bottiglie per bevande deve essere calcolata considerando il peso di tutte le parti in plastica, incluse corpo, tappi ed etichette. Pertanto, il contenuto minimo del 25% di plastica riciclata (R-PET) deve essere calcolato sul peso totale delle componenti plastiche della bottiglia. Inoltre, la percentuale di contenuto riciclato di ciascuna parte della bottiglia deve essere dichiarata secondo le specifiche del regolamento (UE) 2022/1616″.

Chi ricorda la Direttiva Sup?

Come detto, la disposizione arriva dalla direttiva comunitaria n. 904 del 2019, adottata il 5 giugno del 2019 e voluta dall’Unione Europea per ridurre l’allarmante impatto ambientale della plastica monouso: la Direttiva Single Use Plastic, anche detta Direttiva Sup.

In Italia però il suo recepimento aveva avuto un iter tumultuoso: con il decreto legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021 il legislatore italiano ha fornito una sorta di “propria interpretazione” e tra rinvii e pressioni lobbistiche si è arrivati, a maggio dello scorso all’annunciata procedura d’infrazione che richiamava l’Italia su due punti: l’esclusione dalla definizione di plastica, e quindi dal perimetro di applicazione della direttiva, del film in plastica (in peso inferiore al 10% del peso totale) usati per rivestire i prodotti in carta, e le eccezioni previste dal decreto italiano per prodotti biodegradabili e compostabili. 

riciclo bottiglie plastica buste

Leggi anche: Dal rubinetto o in bottiglia? Come non perdersi in un bicchier d’acqua

Cosa cambia adesso e in futuro

Già il 3 luglio 2024 era entrato in vigore un altro obbligo indicato dalla Direttiva Sup che interessava i contenitori in plastica e tetrapak per bevande con capacità fino a 3 litri, nello specifico i tappi.

Dai classici tappi che si svitano si è passati ai cosiddetti tethered cap, in pratica tappi ancorati all’imballaggio. Una misura volta in primis a ridurre la dispersione di questo rifiuti: secondo una nota del Mase, infatti, i tappi di plastica sono tra i cinque oggetti più raccolti durante le operazioni di pulizia e monitoraggio dei rifiuti nelle spiagge e tra i rifiuti marini più letali, con conseguenti danni a livello ambientale e per la flora marina: l’ingestione dei tappi può provocare ostruzioni fatali nell’apparato digerente di mammiferi, tartarughe marine, uccelli e pesci. I nuovi tappi presenterebbero poi anche vantaggi pratici per persone con disabilità e di sicurezza per bambine e bambini.

Se questa piccola misura aveva fatto discutere soprattutto sui social, con il benestare di certa propaganda che ne aveva un vero e proprio affare di Stato (ricorderete l’immagine diffusa da Matteo Salvini a ridosso delle elezioni europee dello scorso giugno che giocava proprio sulla questione del tappo attaccato alla bottiglia), questa volta è probabile che i consumatori non se ne accorgeranno neppure, anche perché in alcuni casi le bottiglie già presentano una parte di plastica riciclata al loro interno: si potrà magari notare un colore un po’ più scuro. 

La differenza più sostanziale sarà invece per la filiera produttiva e del riciclo. Come chiarito in un altro punto della lettera citata in precedenza del Mase si precisa che “appare necessario che entro il 2025 ciascun operatore economico garantisca l’utilizzo della quota minima del 25% di R-PET sul peso totale delle bottiglie in plastica immesse al consumo sul territorio nazionale, in modo da rendere effettivo il contributo all’obiettivo medio nazionale vincolante, per poi supportare la graduale transizione al calcolo per impianto di produzione previsto dal regolamento PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation)“.

Inoltre, per quanto riguarda i sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR), “si chiede ai consorzi e ai sistemi autonomi di filiera di assicurarne l’adempimento, in coordinamento con gli operatori industriali che, per detta finalità nonché per garantire gli obblighi di reporting nazionale, dovranno assicurare la puntuale trasmissione e la completezza dei dati per la successiva validazione da parte di ISPRA”. 

A partire dal 2030 poi, la percentuale di plastica riciclata dovrà essere di almeno il 30%, sempre calcolato come media per tutte tali bottiglie per bevande immesse sul mercato. Il percorso insomma, appare anche lungo, ma per quanto necessario, anche come consumatori, per intravedere davvero dei cambiamenti va inteso come complementare a quel famoso cambio di paradigma che include la riduzione del consumo, il riuso e, infine, il riciclo. 

Leggi anche: “Plastica? Il riciclo non può essere l’unica soluzione”. A colloquio con Giuseppe Ungherese

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie