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venerdì, Ottobre 4, 2024

Plastica monouso, arriva la procedura d’infrazione contro l’Italia

Oggetto della lettera di messa in mora il corretto recepimento della direttiva SUP sulla plastica monouso (SUP) e il rispetto del periodo di standstill

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Redazione EconomiaCircolare.com

Come annunciato da molti, la procedura d’infrazione contro l’Italia per il recepimento “con eccezioni” della direttiva sulla plastica monouso (SUP – Single-Use Plastics Directive: Direttiva (EU) 2019/904) è arrivata. Ieri la Commissione ha fatto sapere di aver inviato al nostro governo una lettera di messa in mora (INFR(2024)2053), appunto il primo step della procedura.

I motivi alla base della lettera, stando a quanto fa sapere la Commissione nella sua nota pubblica, sono due.

Formalità e contenuti del recepimento

La lettera chiama in causa il mancato rispetto di due norme. La Direttiva sulla trasparenza del mercato unico (Direttiva (UE) 2015/1535), il cui obiettivo è prevenire la creazione di ostacoli nel mercato interno. Per questa ragione è stato stabilito che gli Stati membri debbano notificare alla Commissione tutti i progetti di regole tecniche riguardanti i prodotti prima che vengano adottati nel diritto nazionale: si tratta di un periodo di sospensione di tre mesi tra la notifica del progetto e la sua adozione (il cosiddetto standstill). L’Italia, spiega la Commissione, “ha violato le regole procedurali stabilite da questa direttiva adottando la legislazione che recepisce la direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di standstill”. C’è quindi una questione almeno apparentemente formale. Ma poi si ricorda che alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale delle norma italiana di recepimento, “il dialogo con la Commissione era ancora in corso”. E qui si arriva al secondo motivo, sostanziale, della lettera di messa in mora: l’Italia, scrive ancora la Commissione, non avrebbe “recepito in modo completo e corretto” la direttiva sulla plastica monouso.

monouso compostabile
Fonto: Canva

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Quel parere circostanziato del Commissario per il mercato interno

Sulla SUP Il dialogo tra Commissione e il governo italiano (a partire dal governo Draghi, dimissionario il 21 luglio 2022) è andato avanti per un po’. Diversi scambi di vedute si sono susseguiti sulla traduzione in salsa italiana della direttiva. L’ultimo di cui abbiamo notizia, fino alla lettera di messa in mora di ieri, è il parere circostanziato inviato nel dicembre 2021 dal Commissario per il mercato interno Thierry Breton. Ricordare cosa diceva quel documento ci aiuta a capire meglio i motivi della procedura d’infrazione, e in particolare quel riferimento alla completezza e correttezza del recepimento.

Uno dei punti centrali del documento di Breton è il fatto che lo schema di decreto italiano escludesse dalla definizione di plastica, e quindi dal perimetro di applicazione della direttiva, il film in plastica (in peso inferiore al 10% del peso totale) usati per rivestire i prodotti in carta. Cosa che, avvertiva Breton, “differisce” dal dettato della direttiva e “può incidere sul mercato interno”. Tanto che negli orientamenti sull’applicazione della SUP pubblicati dalla Commissione vengono inclusi i prodotti fatti “in tutto o in parte” in plastica.

Altro punto nodale sollevato da Breton riguarda le eccezioni che il decreto Italiano prevede per prodotti biodegradabili e compostabili. Anche in questo caso, ricordava il Commissario, “la direttiva non prevede alcuna eccezione per la plastica biodegradabile”, anzi: nelle osservazioni si afferma “esplicitamente che la definizione di ‘plastica’ contenuta nella direttiva dovrebbe comprendere la plastica a base organica e biodegradabile”.

Il parere circostanziato di Breton arrivava dopo una prima richiesta di informazioni supplementari (14 ottobre 2021) le cui risposte però, scriveva il Commissario, “non modificano” la valutazione della Commissione. Ricordava poi che l’emissione di un parere circostanziato obbliga lo Stato membro a rinviare di sei mesi, a decorrere dalla notifica, l’adozione dello schema di decreto. E a “riferire alla Commissione circa il seguito che intende dare al parere”. Seguito che, a quanto ci risulta, non c’è mai stato, mentre la direttiva SUP è entrata in vigore in Italia il 14 gennaio 2022 dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Ora l’Italia ha due mesi per rispondere alla lettera di messa in mora e illustrare le proprie motivazioni.

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Fonto: Canva

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