La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) predisposta da Sogin, società di Stato incaricata della dismissione degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha identificato 67 potenziali localizzazioni del Deposito nazionale unico per lo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi. Tutti i comuni interessati, quelli limitrofi e le Regioni coinvolte hanno reagito con una immediata levata di scudi. Dalla maggioranza di governo, l’unica concessione rispetto al cronoprogramma iniziale, pare essere quella di allungare i tempi, attualmente due mesi, concessi per la consultazione pubblica: una soluzione avanzata da maggioranza e opposizione in Parlamento, ritenuta auspicabile dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e annunciata come imminente dai deputati 5 Stelle, che starebbero preparando un emendamento in tal senso, probabilmente al milleproroghe.
A ben guardare però, non tutte le 67 località potenzialmente idonee in base ai 28 criteri scelti hanno la stessa possibilità di ospitare il deposito unico. La Cnapi, infatti, divide le aree in 4 “classi di idoneità” (A1, A2, B, C) dalle più alle meno adatte. Vediamo quali sono, quali Comuni interessano, quali criteri ne hanno determinato la “posizione” in classifica e se la consultazione pubblica potrà effettivamente cambiare la classificazione di un’area.
Come nasce la “Proposta di ordine di idoneità delle aree Cnapi”?
Secondo il Decreto Legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 che disciplina la localizzazione dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, la Cnapi deve includere una proposta di “ordine di idoneità” sulla base di “caratteristiche tecniche e socio-ambientali” delle aree. Sogin ha quindi raggruppato le 67 aree potenzialmente e ugualmente idonee (“rispondenti in pari misura ai criteri di sicurezza della Guida Tecnica n. 29 di Ispra”, leggiamo nei documenti Sogin nel sito www.depositonazionale.it), in quattro insiemi dalle più alle meno idonee: A1, A2, B, C. I criteri impiegati per classificare le aree considerano aspetti socio-ambientali, logistici e di classificazione sismica: in questione, dunque, è l’efficienza logistica e infrastrutturale, “a parità di condizioni di sicurezza”. E in particolare 6 fattori: 1) Classificazione sismica regionale; 2) Trasporti marittimi (insularità); 3) Trasporti terrestri; 4) Insediamenti antropici; 5) Valenze agrarie; 6) Valenze naturali.
Tuttavia, leggiamo ancora in un documento Sogin datato 31 dicembre 2020, “la legge non stabilisce quali e quante caratteristiche tecniche, economiche, ambientali e sociali siano da prendere in considerazione, né come valutarle”. Per questo “l’ordinamento che viene chiesto per la Cnapi potrà essere fatto solo a valle di accurate indagini di caratterizzazione dei siti possibili in tutte le aree potenzialmente idonee individuate”. Quindi, sottolinea Sogin alleggerendosi della responsabilità della short list delle più papabili, una classificazione realistica è prematura.
Che valore ha la proposta di classificazione?
Per questo motivo l’ordine proposto da Sogin è indicativo ma non definitivo, e soprattutto non risolutivo: “costituisce una proposta – spiega la società responsabile della gestione dei rifiuti nucleari – che viene sottoposta a consultazione pubblica e che potrà essere utilmente discussa ed eventualmente modificata in sede di Seminario nazionale”. Una proposta che verrà utilizzata “soltanto nel caso in cui dovessero essere avanzate più candidature alla localizzazione del Deposito nazionale da parte di enti locali il cui territorio è interessato dalle aree Cnapi”.
Quali sono le quattro classi di idoneità?
L’efficienza logistica e infrastrutturale valutata da Sogin ha portato, come si diceva, a raggruppare le aree in 4 classi: classe A, “aree continentali”, divisa in A1 e A2; classe B, “aree insulari”; e classe C, “aree in zona sismica 2”.
La classe A raggruppa i siti migliori dal punto di vista dell’efficienza, quelli appunto delle “aree continentali”, ed è divisa in A1, “molto buone” e A2, “buone”.
Segue poi la classe B, quella delle “aree insulari”, meno ottimali a causa della logistica dei trasporti. E poi la classe C, quella delle aree in “zona sismica 2”.
Ricordiamo che secondo la classificazione sismica il territorio nazionale è diviso in quattro zone dalla 1, la più pericolosa, dove “la probabilità che capiti un forte terremoto è alta”, alla 4, “la zona meno pericolosa: la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa”. Nella zona 2 “forti terremoti sono possibili”.
Le 67 aree idonee sono state così classificate: 12 aree in classe A1, 11 in classe A2, 15 in classe B e 29 aree in classe C.
Quali sono le aree (e i Comuni) più “papabili” per il deposito?
Con molta probabilità, al netto delle osservazioni fatte finora, le aree che hanno più probabilità di ospitare il Deposito sono quelle nelle classi A1 e A2, 23 in tutto, che toccano i territori di 26 comuni e 9 province.
Vediamole:
Classe A1, “molto buone”
Provincia di Torino
Area TO-7, Comune di Carmagnola
Area TO-10, Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone
Provincia di Alessandria
Area AL-1, Comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure
Area AL-2, Comuni di Bosco Marengo, Frugarolo
Area AL-3, Comuni di Alessandria, Oviglio
Area AL-8, Comuni di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento
Area AL-14, Comuni di Fubine, Quargnento
Provincia di Viterbo
Area VT-8, Comuni di Montalto di Castro
Area VT-12, Comuni di Corchiano, Vignanello
Area VT-16, Comune di Corchiano
Area VT-27* Comuni di Canino, Montalto di Castro
Area VT-36, Comune di Montalto di Castro
A2, “buone”
Provincia di Alessandria
Area AL-13, Comuni di Castelnuovo Bormida, Sezzadio
Provincia di Siena
Area SI-5, Comuni di Pienza, Trequanda
Provincia di Grosseto
Area GR-2, Comune di Campagnatico
Provincia di Viterbo
Area VT-24*, Comuni Canino, Montalto di Castro
Area VT-25*, Comune di Canino
Province di Bari, Matera, Taranto
Area BA-5, Comune di Gravina in Puglia
Area BA_MT-4, Comuni di Altamura, Matera
Area BA_MT-5, Comuni di Altamura, Matera
Area MT-3, Comune di Matera
Area TA_MT-18, Comuni di Laterza, Matera
Area TA_MT-17, Comuni di Laterza, Matera
(*) presentano una porzione in classe C
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