giovedì, Novembre 6, 2025

La strategia UE sulla società civile per “contrastare il restringimento dello spazio civico”

La Commissione europea si propone di sviluppare iniziative mirate a proteggere e promuovere il ruolo delle organizzazioni della società civile. Per farlo ha recentemente promosso uno strumento partecipativo per raccogliere le opinioni delle parti interessate. Ecco i prossimi passi

Enrica Muraglie
Enrica Muraglie
Giornalista indipendente, ha scritto per il manifesto, Altreconomia, L'Espresso. Fa parte della rete FADA.

Rafforzare il dialogo tra istituzioni e società civile, difendere i difensori dei diritti umani, contrastare il restringimento dello spazio civico, rendere trasparenti i meccanismi di finanziamento. Per raggiungere questi obiettivi la Commissione europea apre il dialogo con la società civile europea.

Il 5 settembre si è chiusa la consultazione rivolta a cittadini e organizzazioni: uno spazio di confronto tra esperienze, raccolta dei bisogni e delle priorità per coinvolgere attivamente la società civile nella definizione della strategia europea contro gli “shrinking spaces”. Definizione che non trova una traduzione letterale in italiano, è lo spazio sempre più ridotto per l’attivismo (anche online) a causa della repressione e delle intimidazioni affrontate dagli attivisti e dalle attiviste donne o che si identificano in un genere diverso da quello maschile. 

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In tutto il mondo, anche negli stati democratici, molti attivisti e organizzazioni per la giustizia sociale affrontano un ambiente sempre più repressivo e securitario, oltre ad attacchi senza precedenti alla loro legittimità e sicurezza. L’attivismo, individuale e collettivo, è oggetto di una reazione globale da parte di stati, corporazioni e governi di estrema destra.

È chiaro che la società civile non può essere ridotta a un’entità monolitica e omogenea, dunque esistono diverse sfumature di “spazio che si restringe”: non per tutti e tutte lo spazio si riduce nello stesso modo. Ci sono variabili legate ai governi, alle leggi, ai luoghi, alle etnie, alle religioni, al genere. 

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Le risposte della società civile

Per WWF i valori democratici e i diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti dall’Unione europea sono sotto minaccia a causa di “restrizioni normative, politiche e amministrative, campagne diffamatorie e attacchi mirati, cause abusive (SLAPP), sorveglianza, crescente precarietà finanziaria e limitazioni nel diritto di manifestare”, si legge nella risposta alla consultazione pubblica.

“È inconcepibile che alcuni gruppi politici presenti al Parlamento europeo si rifiutino sistematicamente di incontrare e confrontarsi con i portatori di interessi generali, mentre incontrino periodicamente portatori di interessi specifici su cui poi sono chiamati a legiferare”, prosegue l’organizzazione, che insieme ad altre eroga “servizi fondamentali a favore di persone, comunità e soggetti vulnerabili, intervenendo nelle crisi e colmando le lacune lasciate dai sistemi pubblici”. 

Parlamento UE
Fonte: Canva

Anche Amnesty International Belgio ha stilato una lista di azioni che reputa urgenti ai fini della tutela dello spazio civico. Le attiviste e gli attivisti per i diritti umani “sono fondamentali per sostenere quotidianamente i principi sanciti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea e i diritti proclamati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, sia a livello europeo che nazionale”, scrive nel suo contributo alla consultazione. 

Per l’ong negli ultimi anni “si è assistito in Europa a una tendenza preoccupante, evidenziata da un aumento delle violazioni dei diritti, da uno spazio civico in restringimento e da un rispetto sempre minore per lo stato di diritto”. Tra le proposte, quella di uno strumento di valutazione dell’impatto delle iniziative di legge sullo spazio civico, al fine di “garantire che tutte le politiche dell’UE sostengano – e non limitino – lo spazio civico”.

Friends of earth Europe segnala che dal 2019 la Danimarca ha aumentato la repressione contro gli attivisti ambientali, in particolare verso coloro che praticano la disobbedienza civile. “Gruppi come Extinction Rebellion e Animal Rebellion subiscono interventi di polizia rapidi, arresti arbitrari e multe sproporzionate”. Gli attivisti segnalano una scorretta applicazione della legge, con trattamenti più severi per i manifestanti animalisti, inclusa la detenzione prolungata. L’assenza di dati ufficiali rende difficile valutare appieno la portata della repressione, ma le testimonianze rivelano intimidazioni, molestie legali e pressioni psicologiche. “Le azioni della Danimarca contraddicono i suoi impegni assunti con la Convenzione di Aarhus e i quadri sui diritti umani dell’UE”. Questo potrebbe creare un “effetto congelante” e scoraggiare la partecipazione civica, come ha detto il Relatore speciale delle Nazioni Unite Michel Forst. 

Molte delle organizzazioni che hanno risposto alla consultazione parlano anche di garantire un accesso più ampio ed equo ai finanziamenti pubblici e privati, tramite procedure semplificate, fondi dedicati alle realtà locali e trasparenza nell’assegnazione delle risorse. 

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