[di Andrea Galliano]
Please Sit è il primo progetto di Sartoria Migrante, laboratorio dell’associazione Connecting Cultures. Designer, falegnami e sarti, provenienti da tutto il mondo, hanno ridato vita a 21 vecchie sedie
Sinossi
Please Sit è: «Un invito a sedersi, il primo simbolo d’accoglienza quando qualcuno arriva in casa».
Chiara Lattuada, coordinatrice del progetto per conto di Connecting Cultures, così risponde alla domanda «perché Please Sit?» e ci guida alla scoperta del progetto.
A Milano ci accoglie nella sede di Connecting Cultures, un’agenzia di ricerca no profit che promuove la sostenibilità nell’ambito delle arti visive e del design, ci mostra le sedie della collezione Please Sit e ci racconta il progetto. Grazie a una call sono state recuperate 21 vecchie sedie, alle quali la designer Denise Bonapace, falegnami e sarti provenienti da tutto il mondo hanno dato nuova vita.
Ogni sedia è dotata di un passaporto che descrive sia la sedia che l’autore. Dalla sede di Connecting Cultures si passa alla falegnameria gestita dall’associazione Terra del Fuoco dove ci fa gli onori di casa Massimo Alò. Il tutor dei giovani artigiani di Bottega di Quartiere ci introduce a Mbaye Mboup, ragazzo senegalese nonché uno dei quattro falegnami che hanno aggiustato le sedie. Infine, Chiara Lattuada non si sottrae a esporci le criticità del progetto e a raccontarci come Please Sit ha cambiato il suo approccio personale alla moda.
Please Sit è una collezione, ma anche la prima iniziativa di Sartoria Migrante, progetto che vede Fondazione Cariplo come principale finanziatore. I materiali tessili, tutti rigenerati, sono stati offerti da Manteco e COM.I.STRA, due aziende del distretto di Prato.