Sempre più negli ultimi anni le policy europee promuovono la simbiosi industriale come parte integrante della politica industriale e ambientale del Vecchio Continente. Già nel piano d’azione dell’Unione Europea del 2015 la Commissione aveva riconosciuto l’importanza di promuovere processi industriali innovativi come la simbiosi industriale. A tal fine, la Commissione si proponeva di revisionare la legislazione sui rifiuti e in particolare di chiarire le norme relative ai sottoprodotti e di creare pari condizioni concorrenziali nell’Unione. Tale indirizzo è stato ribadito anche a marzo 2020 con il nuovo piano d’azione. Nel documento si afferma di voler favorire l’incremento della circolarità dei processi produttivi agevolando la simbiosi industriale attraverso un sistema di comunicazione, di reporting delle imprese e di certificazione.
Anche in Italia, progressivamente, si sta affermando l’importanza della simbiosi industriale. Al riguardo già nel documento di inquadramento e di posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”, redatto congiuntamente nel 2017 dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, si sottolineava il rilievo che la simbiosi industriale assume come strumento di eco-innovazione di sistema grazie la creazione di reti di condivisione di risorse e di informazione. Viene, inoltre, sottolineata la necessità di predisporre un portafoglio organico e sistematico di strumenti economici che supporti le imprese nei percorsi di simbiosi industriale. In tale direzione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, approvato nell’aprile di quest’anno, prevede di riformare l’esistente strategia di economia circolare includendo anche misure concrete finalizzate al supporto al progetto di simbiosi industriale attraverso appositi strumenti normativi e finanziari.
È bene sottolineare che gli ecosistemi industriali implementati attraverso il trasferimento da un’industria a un’altra di scarti in esubero o sottoutilizzati generano benefici economici e ambientali derivanti dal mancato smaltimento dei rifiuti, dal minor consumo di risorse primarie e di emissioni di CO2. Complessivamente, la simbiosi industriale consente di ottenere soluzioni di tipo win-win in cui tutti gli attori coinvolti possono trarre vantaggio dalle reciproche interazioni. Economicamente, le aziende sono più competitive traendo vantaggio dall’accesso a risorse più economiche, evitando i costi di smaltimento e/o ottenendo ulteriori ricavi dalla vendita dei sottoprodotti. I vantaggi ambientali per la collettività derivano dalla riduzione del consumo di risorse e dalla mitigazione dell’inquinamento ambientale. Infine, questo innovativo modello di business può creare una nuove e virtuose relazioni tra le aziende e le comunità locali.
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Buone pratiche Enea di simbiosi industriale…
Da 10 anni ENEA ha avviato lo sviluppo e l’implementazione di un modello a rete di simbiosi industriale attraverso l’elaborazione di una metodologia di supporto alle imprese sinteticamente riassunta nelle seguenti tre fasi:
- una prima fase di analisi del contesto produttivo e attività di networking e promozione della simbiosi industriale attraverso più momenti di contatto con le aziende e altri stakeholder del territorio (es. autorità pubbliche, decisori, istituzioni e associazioni di categoria);
- una seconda fase di svolgimento di workshop con le aziende in cui l’ENEA identifica insieme a loro le possibili sinergie simbiotiche, successivamente integrate anche con quelle individuate dalla piattaforma ENEA Symbiosis;
- una terza fase di incontro di consultazione tra le aziende coinvolte nei possibili percorsi di simbiosi industriale, ENEA e altri selezionati stakeholder dove discutere la fattibilità e le diverse caratteristiche per la loro implementazione.
Grazie a questa metodologia, ENEA ha realizzato una serie di progetti in varie regioni italiane e a livello europeo.
La simbiosi industriale è partita dalla Sicilia
Le prime attività di simbiosi industriale in Italia sono state realizzate da ENEA in Sicilia, nel 2011, attraverso il progetto “Eco innovazione Sicilia”. Finanziato dalla legge di stabilità del 2010 (legge n° 191/09), il progetto ha visto la collaborazione di Confindustria Catania, della Camera di Commercio di Siracusa e il supporto della Regione Sicilia e dell’Università di Catania. Nei workshop realizzati nell’isola, hanno partecipato circa 100 aziende di differenti settori produttivi. Queste aziende hanno messo in condivisione più di 400 risorse individuando circa 690 potenziali sinergie.
Dalla loro sistematizzazione, sono state poi proposte alle aziende 3 percorsi per la simbiosi industriale: tre nell’ambito della bioeconomia circolare per favorire la produzione di energia, di mangime zootecnico e compost da scarti agroalimentari; un quarto percorso nel settore delle costruzioni per favorire il riutilizzo dei limi di segagione in sostituzione degli aggregati naturali.
Emilia-Romagna, i percorsi dell’agroindustria
Nell’ambito della filiera dell’industria agro-alimentare dell’Emilia- Romagna è stato realizzato il progetto “Green – Simbiosi Industriale”. Finanziato dalla Camera di Commercio di Bologna e da ASTER, il progetto ha visto coinvolto 13 aziende del settore agroindustriale e 9 laboratori della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna con competenze nell’ambito dei processi di valorizzazione dei sottoprodotti bio. Durante i workshop le aziende hanno condiviso 104 risorse, individuando 96 potenziali sinergie. Successivamente, sono state proposte alle aziende e ai laboratori partecipanti tre percorsi per la simbiosi industriale finalizzati alla produzione di biopolimeri, di sostanze nutraceutiche, e alla valorizzazione energetica.
Nel Lazio prove di ecosistema industriale
Nell’Area di Sviluppo Industriale di Rieti-Cittaducale, Enea ha svolto un progetto di simbiosi industriale per adattare su scala locale il modello a rete, che sino ad allora era stato applicato su scala regionale, anche al fine di realizzare un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA). Cofinanziato dall’Università della Tuscia ed Enea attraverso una borsa per il dottorato in economia, le attività organizzate presso la sede del Consorzio Industriale a Rieti, hanno visto partecipare 27 imprese di differenti settori che hanno messo in condivisione 146 risorse, individuando possibili 110 sinergie.
È stato successivamente identificato un possibile ecosistema industriale, avente un valore complessivo di mercato di almeno 180mila euro, attraverso l’integrazione di 5 percorsi di simbiosi industriale: quattro riguardavano sinergie per il riuso di imballaggi di legno, imballaggi di cartone, pallet EPAL e di altre dimensioni; un quinto scenario, invece, riguardava un’efficientemente della gestione delle biomasse legnose nella zona industriale finalizzato al riciclo.
In Umbria nutraceutica ed energia dall’ulivo
Le attività di simbiosi industriale in Umbria sono state realizzate da ENEA e Sviluppumbria (Agenzia Regionale per lo Sviluppo Economico dell’Umbria) attraverso il Programma Innetwork 2016/2017. Durante i workshop realizzate le aziende umbre hanno condiviso circa 250 risorse per un totale di 259 possibili sinergie. Successivamente sono stati proposte 2 percorsi per la simbiosi industriale finalizzate alla produzione di sostanze nutraceutiche dalle acque di vegetazione dei frantoi e alla valorizzazione di energia degli scarti della filiera olivicola.
In Lombardia la seconda vita degli scarti da olivo e vite
È attualmente in corso in Lombardia, il progetto CREIAMO che ha l’obiettivo di individuare e favorire nuove destinazioni e opportunità di valorizzazione economica per i sottoprodotti e gli scarti delle filiere olivicola e vitivinicola, in ottica di economia circolare. Finanziato dalla Fondazione Cariplo, le attività sono coordinate dall’università degli Studi di Brescia, in partnership con l’università degli Studi di Milano Bicocca ed ENEA. Con particolare riferimento all’attività di simbiosi industriale coordinata da ENEA, si è svolto un tavolo di lavoro con le aziende nel febbraio 2021 e attualmente sono in corso le attività di elaborazione dei dati relativi ai flussi di risorse, alle sinergie e all’individuazione dei percorsi più significativi da un punto di vista quantitativo ed economico. Il progetto rappresenterà il primo tentativo strutturato di implementazione della simbiosi industriale nella regione Lombardia.
Verso una rete di eccellenza in Europa
Enea ha coordinato il progetto STORM “Industrial Symbiosis for the Sustainable Management of Raw Materials” che ha visto coinvolto 11 partner europei. Finanziato dall’EIT Raw Materials, STORM aveva l’obiettivo di creare una rete di eccellenza dedicata a fornire servizi e strumenti a clienti esterni per l’implementazione di business innovativi, sostenibili e cooperativi, concentrandosi sulla simbiosi industriale. Tra le diverse attività sono state realizzate in particolare dei workshop con aziende slovene a Lubiana e italiane ad Assisi, organizzate rispettivamente con la Camera di commercio e industria slovena e l’agenzia Sviluppumbria.
Leggi anche: La rete italiana di simbiosi industriale per l’economia circolare: SUN – Symbiosis Users Network
Questo contributo è a cura di:
Laura Cutaia, Responsabile Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei Sistemi Produttivi e Territoriali
Marco La Monica, Ricercatore Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei Sistemi Produttivi e Territoriali
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