Un’azienda che si dichiara contro l’iperconsumo e fa riferimento alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, in particolare all’articolo 23, per la promozione di un lavoro giusto e soddisfacente? Datemi un pizzico. Ditemi che non è una fantasia utopica. Ed infatti no, non lo è, dobbiamo solo attraversale le Alpi per trovarla.
Envie è una rete di imprese solidali presenti in tutto il territorio francese che dichiara di voler promuovere inclusione, solidarietà e transizione ecologica. La sua storia parte nel 1984 a Strasburgo dove degli assistenti sociali, insieme al movimento Emmaus, materializzano un progetto innovativo per combattere l’esclusione sociale e la disoccupazione giovanile. L’idea iniziale è semplice: recuperare gli elettrodomestici in discarica, ripararli e venderli con garanzia, creando al tempo stesso posti di lavoro per chi è escluso dal mercato in un’azienda che si impegna nella formazione del proprio personale.
Leggi anche: “Senza giustizia sociale non c’è economia circolare”. Officina Informatica rigenera pc per donarli
Emblema di circolarità e solidarietà
Da allora Envie colleziona, rinnova e rivende apparecchiature elettriche ed elettroniche: grandi e piccoli elettrodomestici, apparecchi multimediali e telefonia. È diffusa in tutta la Francia diventando una rete che offre numerosi servizi alla comunità, conta 52 imprese solidali, oltre 2000 impiegati e più di 90 siti specializzati nella vendita e riparazione di elettrodomestici e apparecchiature mediche, nonché nella raccolta, smistamento e riciclaggio dei rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici.
Se qualcuno dovesse attrezzare una casa a Parigi, ad esempio, potrebbe recarsi in un bellissimo edificio in legno emblema della circolarità, al numero 10 di Rue Julien Lacroix, e rifornirsi di piano cottura, frigo, forno, lavapiatti fino all’asciugatrice, tutto ricondizionato nel laboratorio di Trappes, a qualche chilometro da Parigi, nella regione dell’ Île del France. E non è finita qui. Oltre ad ospitare il negozio di elettrodomestici, l’edificio, che si è guadagnato il Prix Régional de la Construction Bois 2021 e il Trophées Bâtiments Circulaires 2021, con i suoi 553 metri quadri, riflette i valori ambientali abbracciati da Envie, promuovendo il più possibile la riduzione dei consumi, il riuso dei materiali e il riutilizzo dei prodotti. È uno spazio dedicato alla formazione e alle visite guidate, volto a dimostrare che è possibile costruire e sviluppare luoghi più rispettosi dell’ambiente, anche con un budget limitato.
Leggi anche: Riparare le cose da sè, la storia dei manuali iFixit. “Fa bene all’ambiente e a se stessi”
Non solo lavatrici
Non si tratta, dunque, solo di lavatrici e frigoriferi. Envie vuole essere uno strumento economico messo al servizio di un progetto sociale, territoriale ed ambientale. Attraverso il coinvolgimento nello sviluppo dell’economia circolare, le aziende della rete contribuiscono alla transizione ecologica ed energetica territoriale, in particolare raccogliendo i rifiuti e trasformandoli in prodotti a prezzi accessibili. Tutto ciò puntando all’integrazione, offrendo posti di lavoro non delocalizzabili e formazione professionale a persone in situazioni di fragilità e difficoltà di accesso al lavoro. Un modello di impresa solidale capace anche di perseguire politiche di sviluppo e innovazione.
È così che nasce nel 2015 Envie Autonomie, una nuova attività della rete che mira a sviluppare un settore nazionale di economia circolare per i dispositivi medici. Concretamente, sul modello di quanto fatto con gli elettrodomestici, i dispositivi medici inutilizzati (sedie a rotelle, letti medici, etc.) vengono raccolti e trasformati, grazie al lavoro di salariati e tirocinanti, in dispositivi medici ricondizionati, omologati, garantiti, e proposti a prezzi solidali – molto inferiori rispetto a quelli di mercato – a tutti coloro che non possono dotarsene per motivi economici o amministrativi.
Leggi anche: Ricambi per gli elettromedicali, il progetto “anti-Covid” ignorato dalle istituzioni
Indice di riparabilità, il modello francese
Sulle battaglie per l’inclusione sociale e per un lavoro conciliante con i tempi di vita, la Francia è sempre stato un modello da imitare. Oggi offre un esempio anche su come dare slancio all’economia circolare, a partire dall’introduzione dell’indice di riparabilità tra le misure della legge anti-spreco per un’economia circolare, promulgata nel febbraio dell’anno scorso dal parlamento francese.
L’indice di riparabilità oltre a fornire informazioni utili ai cittadini sui prodotti acquistati, permette di premiare i fabbricanti che progettano e immettono sul mercato apparecchi più facilmente riparabili, così da prolungarne la vita e ridurre il loro impatto sull’ambiente. Disponibile per smartphone, computer, televisori, lavatrici e tagliaerba venduti online e in negozio, verrà progressivamente generalizzato ad altre categorie di prodotti fino a diventare, a partire da gennaio 2024, un indice più ampio di sostenibilità che, oltre alla riparabilità, includerà altri criteri come affidabilità, solidità, longevità.
Leggi anche: Quello che c’è da sapere sull’indice di riparabilità introdotto in Francia. Tra dubbi e potenzialità
Al lavoro per una società più inclusiva e attenta al proprio ambiente
In Italia qualche esempio incoraggiante sul modello della rete Envie è stato registrato, come nel caso dell’esperienza torinese di Ri-generation, che concilia economia circolare e solidarietà. Ma al di fuori di qualche isola felice, la strada incoraggiata anche dal Social Economy Action Plan sembra ancora da tracciare, specie per quanto riguarda la diffusione di servizi territoriali capaci di trasformare i rifiuti in risorse e il lavoro di riparazione e rigenerazione in occasioni di occupazione locale e inclusione.
Come insegnano le aziende della rete francese Envie, imprese sociali ed economia circolare possono essere da stimolo per una società più inclusiva, più unita e più attenta al proprio ambiente.
Leggi anche: Ri-generation, un modello di lunga vita per elettrodomestici e inclusione
© Riproduzione riservata