Nei giorni scorsi la Commissione europea ha annunciato le 100 città dell’UE che parteciperanno alla Missione “100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030”, la cosiddetta Cities Mission o Missione per le città. Ad essere selezionate sono state 100 città dei 27 Stati membri, e altre 12 di Paesi associati o che potrebbero associarsi a Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell’UE per il periodo 2021-2027.
La Cities Mission è una delle cinque missioni dell’UE – le altre quattro missioni riguardano l’adattamento ai cambiamenti climatici, il ripristino degli oceani e delle acque, la salute dei suoli e la lotta contro il cancro – e fa parte del programma di ricerca e innovazione Horizon Europe, per cui lo scorso dicembre è stato pubblicato uno specifico programma di lavoro.
L’iniziativa coinvolge autorità locali, cittadini, imprese, investitori e autorità regionali e nazionali con lo scopo di arrivare ad avere 100 città climaticamente neutre e intelligenti entro il 2030 ed assicurarsi che agiscano come centri di sperimentazione e innovazione per permettere ad altre città europee di seguirne l’esempio entro il 2050. Le azioni di ricerca e innovazione riguarderanno la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e l’urbanistica verde e offriranno la possibilità di realizzare iniziative comuni e potenziare le collaborazioni in sinergia con altri programmi dell’UE.
Quali città?
A presentare una manifestazione d’interesse sono state ben 377 città di tutti gli Stati membri e di nove Paesi associati o potenzialmente associati, di questi 362 sono risultati ammissibili. Il bando si è chiuso il 31 gennaio 2022. Nella selezione, la Commissione ha applicato diversi criteri, tra cui quello di garantire un equilibrio geografico e un gruppo diversificato di città in termini di dimensioni e idee innovative: sono state scelte alcune città più grandi con un potenziale impatto maggiore in termini di neutralità climatica ma anche città con idee innovative per quel che riguarda la digitalizzazione.
Le 100 città della Missione rappresentano oggi il 12% della popolazione dell’UE. Tra queste si sono distinte anche nove italiane: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.
La possibilità di candidarsi era aperta non solo alle città dell’Unione Europea ma anche, lo dicevamo, alle città dei Paesi associati o che potrebbero associarsi a Horizon Europe. Dunque sono state invitate a partecipare al programma altre 12 città, che però non avranno lo stesso accesso ad altri fondi dell’UE, come i fondi di coesione: Elbasan in Albania, Eilat nello stato di Israele, Istanbul e Izmir in Turchia, Sarajevo in Bosnia-Erzegovina, Podgorica in Montenegro, Bristol e Glasgow in Gran Bretagna, Reykjavik in Islanda, Oslo, Stavanger e Trondheim in Norvegia.
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I contratti per il clima
La Commissione inviterà le 100 città selezionate a sviluppare dei “Contratti per il clima”, che includeranno un piano generale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, insieme ai relativi piani di investimento: i contratti dovranno essere redatti, firmati e attuati da ogni città partecipante. Questo processo coinvolgerà i cittadini, le organizzazioni di ricerca e il settore privato.
Si avrà la possibilità di ricevere consulenza e assistenza su misura da parte di un’apposita piattaforma della Missione gestita dal progetto NetZeroCities, che fornirà la necessaria assistenza tecnica, normativa e finanziaria alle città, dando l’opportunità di ottenere sovvenzioni e finanziamenti e la possibilità di aderire ad azioni di innovazione e progetti pilota.
“Anche se non sono giuridicamente vincolanti, – spiegano sul sito dell’iniziativa – questi contratti costituiranno un impegno politico chiaro per l’UE, le autorità nazionali e regionali e i cittadini”.
Non ci saranno, dunque, conseguenze legali ma le amministrazioni locali assumeranno una responsabilità importante nei confronti delle autorità nazionali, della Commissione e degli stessi cittadini.
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I finanziamenti
In totale, Horizon Europe investirà 360 milioni di euro nella piattaforma dedicata e nelle azioni di ricerca e innovazione legate alla Missione, come ad esempio nella mobilità, nell’energia e nella pianificazione urbana, nel periodo 2021-2023. Si tratta, in ogni caso, di un finanziamento di avviamento, e la Commissione lavorerà per aiutare a mobilitare ulteriori fondi e finanziamenti da fonti pubbliche e private.
Oltre alle reti nazionali, sarà incoraggiato lo sviluppo di reti regionali e team di città per lavorare insieme sulla neutralità del clima, con l’intento di consentire lo scambio di buone pratiche e incrementare la partecipazione dei cittadini.
Inoltre, visto il grande interesse di 377 città nel partecipare alla Missione, la Commissione sta mettendo in atto anche un sostegno per le città che non sono state selezionate, compreso la consulenza attraverso la piattaforma e le opportunità di finanziamento.
“La missione per città intelligenti e a impatto climatico zero – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – ci aiuterà a realizzare i nostri impegni ambientali sull’inquinamento zero, la biodiversità e l’economia circolare. Molte delle città selezionate hanno già mostrato le proprie credenziali ambientali affrontando problemi legati all’inquinamento atmosferico e acustico e ai rifiuti nell’ambito delle nostre iniziative Capitale verde europea, Foglia verde europea e Green City Accord. Le loro ambizioni in materia di clima e innovazione, unite ai maggiori finanziamenti alla ricerca previsti dalla missione, contribuiranno a rendere la vita in città più sostenibile, pulita e sana per i cittadini europei”.
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La sfida delle città italiane
Sebbene la presenza di nove città italiane faccia ben sperare per il futuro delle stesse e del nostro Paese, una nota amara è data dalla grande assenza del Sud Italia: nessuna città collocata geograficamente al di sotto di Roma, insomma, è stata selezionata.
Le città italiane ad aver inviato una candidatura e ad essere state considerate idonee ma non selezionate sono: Arezzo, Assisi (incluso Bastia, Cannara, Bettona e Valfabbrica), Bagheria, Battipaglia, Busto Arsizio, Campobasso, Cinisello Balsamo, Ferrara, Genova, Giugliano in Campania, L’Aquila, Lecce, Legnano, Lucca, Messina, Novara, Pavia, Pescara, Pordenone, Ragusa, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Savona, Siena, Trento, Unione dei Comuni della Romagna forlivese e Venezia.
Per chi ce l’ha fatta ora il gioco si fa duro: dovranno dimostrare di essere all’altezza del ruolo affidatogli. Per il momento, tra le città selezionate solo Firenze, Bologna e Bergamo hanno reso facilmente accessibile la loro candidatura o il loro piano verso la decarbonizzazione. Le azioni che la città hanno intenzione di mettere in campo per rientrare negli ambiziosi obiettivi della Missione – tutte da verificare negli anni a venire – coinvolgono diversi fattori legati alla sostenibilità dei centri urbani: dall’energia, alla gestione dei rifiuti, ai trasporti e alla mobilità sino al consumo di suolo.
A Bergamo, si legge sul sito del comune, c’è la volontà di “attuare ogni forma di economia circolare, partendo da una radicale riduzione degli sprechi alimentari (numerosi progetti sono già attivi per il recupero delle eccedenze alimentari, con responsabilità sociali). L’accento è posto in particolare sull’ulteriore miglioramento del recupero, della cernita e della separazione dei rifiuti a valle. Ciò comporterà l’adozione di nuovi concetti di home delivery e di logistica da realizzare con partner privati”.
“Sono previsti – proseguono – investimenti nel fotovoltaico: tenendo conto dei vincoli imposti dalla necessità di tutelare i vincoli paesaggistici, saranno individuate aree (ad es. tetti pubblici o privati, spazi dismessi ecc.) per la collocazione di pannelli solari e la creazione di parchi fotovoltaici. La prima comunità energetica globale che copre una vasta area di insediamenti artigianali è prevista per il 2023”.
L’amministrazione di Bologna, invece, tra i diversi impegni che prende con i propri cittadini, include anche un nuovo strumento partecipativo recentemente introdotto nello Statuto del Comune: l’Assemblea cittadina per il clima. L’assemblea sarà costituita da un gruppo di cittadini, rappresentativo di tutta la società locale, estratti casualmente e che lavoreranno col supporto di esperti e facilitatori per definire le proposte che il Consiglio Comunale dovrà esaminare e votare.
Staremo a vedere se queste città, insieme alle loro colleghe europee, saranno in grado di cogliere l’occasione per avviarsi davvero verso la neutralità climatica, battendo sul tempo le altre.
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