“Il tema strategico della gestione rifiuti è purtroppo il grande assente in molti dei programmi delle forze politiche in campo e nel dibattito della campagna elettorale”. Ad additare questa assenza è Chicco Testa, presidente Assoambiente (associazione che rappresenta le imprese private che svolgono servizi ambientali, gestiscono rifiuti e sono attive nell’economia circolare).
Per rimediare a questa lacuna, Assoambiente ha pubblicato ieri, e inviato alle forze politiche in campo per le elezioni del 25 settembre, un proprio manifesto in 12 punti “Per una gestione circolare ed efficiente dei rifiuti: le priorità del settore”: in cui l’associazione riassume quelle che giudica “priorità per garantire una gestione dei rifiuti in linea con gli indirizzi europei e nazionali”.
Leggi anche: Campagna elettorale e programmi dei partiti secondo il Forum Disuguaglianze e Diversità
Gravi lacune e ritardi
Secondo l’associazione “il contesto nel quale operano oggi le imprese del settore presenta gravi lacune e ritardi che frenano non solo gli investimenti, ma anche ogni intervento indispensabile per rispondere alla drammatica situazione generata da due anni di pandemia e aggravata dalla preoccupante corsa al rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime”.
Per superare questa situazione Assoambiente, negli ultimi giorni di campagna elettorale, invita al pragmatismo e alla lungimiranza: “Chiediamo al mondo della politica – aggiunge Testa – l’impegno ad affrontare il tema della gestione dei rifiuti e delle bonifiche con una visione globale di breve, medio e lungo periodo e un approccio pragmatico, funzionale al rafforzamento di un comparto industriale in grado di imprimere slancio e competitività al nostro Sistema Paese. Per questo abbiamo realizzato un Manifesto in cui evidenziamo le principali misure di intervento che dovrebbero costituire il perno delle scelte del prossimo Parlamento e del futuro Governo”.
Leggi anche: Campagna elettorale e programmi dei partiti secondo Legambiente
Le richieste
Le richieste dell’associazione “per assicurare al Paese una corretta ed efficace gestione dei rifiuti e per garantire un supporto effettivo alla politica ambientale ed energetica italiana” vanno dalla sobrietà normativa alle semplificazioni autorizzative (silenzio assenso), dal sostengo all’energia ottenuta dai rifiuti (termovalorizzatori, digestori) e ai prodotti riciclati, fino alla “razionalizzazione” dei controlli e alla digitalizzazione.
Vediamoli nel dettaglio:
- limitare gli interventi sulla normativa quadro, eliminando le disomogeneità territoriali e semplificando, per quanto possibile, gli adempimenti a carico delle imprese;
- semplificare i procedimenti autorizzativi degli impianti rendendo perentori ed effettivi i termini per il rilascio di pareri da parte delle Amministrazioni con la previsione del silenzio-assenso o di poteri sostitutivi in caso di inerzia;
- prevedere, in questa fase critica, ulteriori misure a tutela dei consumatori e delle imprese a garanzia della continuità delle forniture di energia elettrica e gas, nonché della sostenibilità economico-finanziaria dei contratti, attraverso ulteriori interventi dell’ARERA;
- riconoscere la strategicità degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti e degli scarti, e individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche attraverso l’analisi dei fabbisogni;
- sfruttare il potenziale energetico dei rifiuti per la produzione di elettricità, calore, biogas e biometano, rendendo le norme di settore coerenti con questo obiettivo;
- razionalizzare, ottimizzare e uniformare il sistema dei controlli;
- garantire un coordinamento più efficace tra i diversi enti territoriali che, a vario titolo, intervengono nel ciclo di gestione dei rifiuti;
- unificare e digitalizzare i molteplici modelli di dichiarazione richiesti dalle diverse normative e dalle autorità locali;
- intervenire urgentemente sul fenomeno dei ritardi dei pagamenti da parte delle P.A., che pongono a serio rischio soprattutto le imprese che operano nella raccolta dei rifiuti urbani;
- rendere i materiali e i prodotti cosiddetti “secondari” una risorsa conveniente e accessibile per il mercato e per i settori della trasformazione, attraverso la semplificazione dei percorsi normativi di riconoscimento degli End of Waste e dei sottoprodotti;
- prevedere un più stringente obbligo di applicazione del CCNL di categoria al fine di evitare fenomeni di “dumping” concorrenziale;
- intervenire sul carico burocratico-amministrativo che oggi rallenta gli interventi di bonifica dei siti inquinati per aumentare gli interventi di risanamento, riducendo l’uso di aree vergini.
© Riproduzione riservata