In Oltrarno a Firenze la serie mensile di colazioni-lezioni per la comunità creativa “Vivere uno tra molti permette la ricchezza di significati, anziché la chiarezza di significato” (Robert Venturi, architetto)
Sinossi
Tra il fiume e la Porta, botteghe e giardini. Il coordinamento al caffè è una pratica secolare in città e un principio economico tanto noto a tutti, da far sorridere i più, che lo trovano tra i suggerimenti per migliorare il profilo nel grande network professionale online. Siamo nella città-cartolina, bella da stare male, ma nell’altro lato del fiume; si cammina o si pedala su strade lastricate di pietre, strette tra la via Romana e la via de’ Serragli: la prima è il confine del giardino-museo di Boboli, la seconda costeggia il giardino privato più grande d’Europa (ora serra e dimora storica). Su un portone di legno (restato a lungo chiuso, già falegnameria, e ancora prima stalla, di sole asine) la scritta in inglese, a un palmo di distanza dal buco della grande vecchia serratura, fa fermare gli “stranieri”, che i locali sono avvezzi all’originalità delle botteghe. Alcuni digitano veloci nel palmo, alla ricerca di risposte, altri entrano e chiedono. Questo contatto è la circolarità che si vuol costruire, partecipando a un progetto ormai decennale, partito a NY e diffuso in oltre 180 città nel mondo, Firenze tra le ultime. Non si viene a lavare i panni in Arno per sentire la voce di “giovani” creativi, ci si sorprende però nello scoprirne un quartiere “vivo”, non solo di notte. Creatività fa rima con sostenibilità. Fare di più con meno. La serie degli incontri mensili è iniziata con un giornalista, scrittore di un viaggiare lento e responsabile, per antichi sentieri, con spostamenti della mente, sulle mappe, prima che di passi; un talento nomade ha portato qui immagini dell’anima del mondo, facce di slum e piccoli monaci a Kathmandu; abbiamo giocato con le creature di legno, modellate dai legni di fiume e la capacità di creare sorpresa nel paesaggio urbano; domani ci impegniamo a discutere di risorse della creatività, con la coordinatrice del markerspace dietro l’angolo. Si parla faccia a faccia, poi ci sono le torte, dalla cucina del Bistró vicino, ingredienti dell’ultimo miglio e amore per l’alchimia dolce. C’è il dono, di chi mette in comune la propria esperienza, si impara a collaborare (con chi sta in capo al mondo, a volte) e a raccontare (con foto, video); ci si dà appuntamento alla prossima volta, nel desiderio di abitare una città aperta.
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