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giovedì, Novembre 14, 2024

Conti in rosso per la Cop sul clima

Il segretariato dell'UNFCCC, che coordina le politiche climatiche globali e organizza le Cop, affronta una grave crisi di bilancio, che “potrebbe compromettere il dialogo internazionale sul clima”. Responsabili i grandi inquinatori come Usa e Cina. Con l’arrivo di Trump alla Casa bianca, questi soldi arriveranno mai?

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Redazione EconomiaCircolare.com

I dialoghi sul clima delle Nazioni Unite sono minacciati da una grave crisi di bilancio, con un deficit di 57 milioni di euro per il 2024, che copre circa la metà del budget necessario per le attività del segretariato UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che organizza le Cop. Stati Uniti e Cina, tra i maggiori finanziatori (e inquinatori), non hanno rispettato gli obblighi finanziari, causando la riduzione di eventi e il taglio delle risorse per i rappresentanti dei Paesi più vulnerabili. Lo rivela un’analisi dell’agenzia Reuters. Scontato osservare che la mancanza di fondi mette a rischio la preparazione di accordi internazionali e l’efficacia della Cop29 in Azerbaijan, Paese che ha tuttavia messo in campo soluzioni d’emergenza come il supporto offerto alle nazioni più vulnerabili e più povere.

COP29
Fonte: Reuters

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Deficit finanziario dell’UNFCCC: un problema globale causato in primis da USA e Cina

L’analisi condotta da Reuters sui documenti dell’organismo mondiale rivelerebbe “una carenza di fondi che, secondo i diplomatici, potrebbe compromettere il dialogo internazionale sul clima”. Il segretariato dell’UNFCCC, principale organo delle Nazioni Unite per il coordinamento delle politiche climatiche globali, affronta un deficit di bilancio di almeno 57 milioni di euro, pari a quasi la metà del budget 2024. Questo buco finanziario rischia di compromettere l’efficacia delle trattative e delle attività essenziali per l’attuazione degli accordi climatici internazionali.

Gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori finanziatori e principali emettitori globali, non hanno ancora versato i contributi obbligatori per il 2024, ostacolando il funzionamento dell’UNFCCC. Ritardi nei contributi degli Stati, aggravati dalle elezioni in diversi Paesi, hanno raggiunto livelli record quest’anno, causando disagi significativi per le attività programmate.

COP29
Fonte: Reuters

L’analisi della Reuters ha mostrato che, negli anni passati, questi problemi venivano generalmente risolti prima di ottobre. E che i ritardi di quest’anno sono “di gran lunga i peggiori nella storia dell’UNFCCC”, in termini di importo del bilancio complessivo ancora mancante.

L’inviata tedesca per il clima Jennifer Morgan ha esortato i Paesi a trovare una soluzione. “Abbiamo bisogno di un segretariato per il clima che possa svolgere le sue funzioni”, ha dichiarato Morgan alla Reuters. “Stiamo affrontando una crisi enorme in tutto il mondo”.

Alcuni Paesi, come Giappone e Germania, hanno stanziato più fondi di quelli pattuiti, altri – segnatamente Stati Uniti e Cina, le due maggiori economie mondiali e i maggiori emettitori di gas serra – non hanno ancora rispettato i propri obblighi. E per quanto riguarda gli USA, visto il posizionamento del presidente eletto Donald Trump sulla questione climatica e sui temi ambientali, viene da chiedersi se i soldi dovuti arriveranno mai.

Funzionari degli Stati Uniti e della Cina hanno dichiarato a Reuters che i Paesi effettueranno i loro pagamenti quest’anno, ma non hanno specificato quando.

Riduzione degli eventi e degli investimenti locali

La carenza di fondi ha costretto l’UNFCCC a ridurre o cancellare eventi, racconta Reuters, come le “climate week” regionali, centrali nella raccolta di investimenti in energia rinnovabile e progetti ambientali. Tagli alla partecipazione remota, indispensabile per i Paesi in via di sviluppo, stanno limitando la rappresentanza delle nazioni più vulnerabili. Fatto che rende ancor più ingiustificata la presenza di lobbisti delle imprese Oil&Gas, soprattutto se ad accreditarli sono i governi nazionali: è per questo che EconomiaCircolare.com, A Sud, e Fondazione Openpolis hanno lanciato la campagna “Clean the Cop” che chiede al governo italiano di tenere fuori i grandi inquinatori della propria delegazione. 

Per evitare la mancata partecipazione dei delegati dei piccoli Stati insulari, l’Azerbaijan, Paese ospitante della COP29, ha offerto di finanziare le spese di viaggio e alloggio per quattro rappresentanti per ciascuno di questi Paesi. Anche Germania e Giappone hanno contribuito volontariamente, ma secondo l’agenzia di stampa internazionale le risorse restano insufficienti per garantire un funzionamento pieno e stabile.

Mohamed Nasr, negoziatore per il clima dell’Egitto, ha affermato a Reuters che qualsiasi indebolimento del lavoro dell’UNFCCC significa “creare spazio per un’azione climatica globale indebolita”.

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Come funzionano i bilanci UNFCCC

Come chiarisce Reuters, per il segretariato dell’UNFCCC sono previsti bilanci che coprono due anni e che sono approvati dalle Parti, i Paesi firmatari dell’UNFCCC. Il bilancio è composto da un fondo di base al quale i Paesi sono obbligati a contribuire: un fondo supplementare, rappresentato da donazioni volontarie; un altro fondo volontario per garantire la partecipazione ai negoziati dei diplomatici dei Paesi più poveri. I contributi devono essere versati il 1° gennaio di ogni anno.

“Il bilancio complessivo per il 2024-2025 – le tre principali linee di bilancio dell’organismo messe insieme – è di 240 milioni di euro, di cui circa la metà dovrebbe essere stanziata per quest’anno”, riferisce Reuters.

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