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mercoledì, Dicembre 25, 2024

I 6 documentari che svelano la realtà sul nostro sistema alimentare

Passare il tempo libero, certo, ma anche cambiare punto di vista, aprire gli occhi su realtà che spesso non ci vengono raccontate o che facciamo fatica ad accettare. Per questo vi proponiamo una piccola selezione di documentari che hanno puntato con coraggio i riflettori sul lato oscuro del nostro sistema alimentare

Lorenzo Bertolesi
Lorenzo Bertolesi
Autore e attivista con base a Milano. Ha una laurea in filosofia con una tesi (vincitrice di una borsa di studio) nell'ambito "Human-animals studies". Lavora nella comunicazione digitale da anni, principalmente per diverse ONG scrivendo come ufficio stampa e occupandosi della gestione dei social, ma da tre anni è fisso a Essere Animali. Addicted di Guinness e concerti (soprattutto punk), nel tempo libero viaggia con il suo furgoncino hippie camperizzato insieme alla cagnolina Polly

Cosa c’è di meglio durante il freddo del periodo natalizio di un bel documentario d’inchiesta, da guardare sotto le coperte? “Tante cose” – direte voi, ma vi suggerisco una riflessione.

Guardare un documentario investigativo significa aprire gli occhi su qualcosa che ignoravamo totalmente – o in parte – e cambiare prospettiva. Queste opere sono frutto di anni di ricerche giornalistiche, indagini anche sotto copertura, interviste e contatti con persone che maneggiano informazioni delicate da anni. Il lavoro cinematografico permette quindi di trasformare temi complessi e spesso oscuri in storie accessibili e coinvolgenti.

E a differenza di inchieste scritte, il documentario sfrutta la potenza del linguaggio visivo per affrontare un problema, ed è un mezzo inclusivo, perfetto per essere visto insieme alla famiglia o ad amiche e amici.

Per questo ho selezionato sei documentari, più o meno recenti, che – soprattutto a Natale – ci permettono di aprire gli occhi sul nostro sistema alimentare. Insomma, uno spunto perfetto in questi giorni di pranzi, aperitivi e cene.

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1# Food for profit

Anno d’uscita: 2024
Dove vederlo: Ancora in cinema, eventi, ma anche in DVD e in streaming. Tutte le info
qui

Food for profit è stato il documentario dell’anno – al terzo posto tra i documentari più visti, il primo documentario investigativo per incassi e per settimane è stato ai primi posti delle classifiche al box office. Ora è in lista tra i film che potrebbero rappresentare l’Italia agli Oscar. Inoltre è stato un fenomeno di massa, soprattutto grazie a una forma di distribuzione indipendente dove associazioni, circoli e ristoranti hanno organizzato in modo autonomo le proiezioni.

In questo documentario, la giornalista Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi, ci svelano il legame nascosto tra l’industria della carne e degli allevamenti intensivi con il potere politico nell’UE e le lobby. Attraverso indagini sotto copertura negli allevamenti intensivi di tutta Europa il documentario ci mostra tutte le criticità di questa filiera – crudeltà sugli animali, antibiotico-resistenza, sfruttamento del lavoro, inquinamento ambientale. La cosa davvero innovativa è però aver messo una telecamera nascosta a un lobbista. Grazie a lui possiamo vedere senza filtro i discorsi degli eurodeputati ed eurodeputate che sono dalla parte degli allevamenti – due dei quali non si sono ricandidati dopo il film.

Il fulcro sono i soldi della PAC – la politica agricola comune dell’UE – cioè quei soldi pubblici che finiscono proprio nelle tasche degli allevamenti intensivi.

documentari sistema alimentare food for profit

2# Until the end of the world

Anno d’uscita: 2024
Dove vederlo: in streaming, direttamente dal
sito web del documentario.

Un altro documentario di quest’anno molto interessante, sempre italiano e diretto dal giornalista Francesco De Augustinis, è Until the end of the World. Ciò che ci svela questo film è il lato oscuro degli allevamenti di pesci, la famosa acquacoltura, un’industria spesso celebrata come “sostenibile” ma che in realtà nasconde tante problematiche.

Oltre a denunciare le condizioni critiche in cui sono costretti a vivere i pesci – tra sovraffollamento e acque inquinate – affronta sia l’insostenibilità di questa filiera sia l’impatto ambientale e sociale devastante. E questo attraverso un viaggio che parte dell’Italia, passa per la Grecia, il Senegal fino alla Patagonia Cilena – appunto, la fine del mondo.

3# One day one day

Anno: 2022
Dove vederlo:
in streaming

Il documentario,realizzato dai filmmakers di A thing by e co-prodotto con Will media, ci mostra la verità cruda e toccante delle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti agricoli migranti nel nostro paese. Girato principalmente nelle campagne del Sud Italia, tra Puglia e Basilicata, racconta la storia di chi lavora nei nostri campi, sfruttati e invisibili agli occhi del sistema. Questo è un aspetto spesso ignorato se pensiamo al nostro sistema alimentare, ma grazie a quest’opera possiamo vedere il capolarato – le durissime condizioni di lavoro nei campi, iturni massacranti e le paghe irrisorie – e la realtà dei ghetti dei braccianti.

Il documentario mostra come dietro la frutta e la verdura che troviamo nei supermercati si nascondano storie di sofferenza e ingiustizia, invitando lo spettatore a prendere consapevolezza e a interrogarsi sulle filiere di produzione del cibo.

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4# Seaspiracy

Anno: 2021
Dove vederlo: Netflix

Seaspiracy è stato, a suo tempo, un vero e proprio successo mondiali che ha creato molto dibattito e discussione. Il documentario, diretto da Ali Tabrizi, è una vera e propria denuncia della pesca intensiva che sta svuotando i nostri oceani a un ritmo impressionante – insomma, dopo questo e Until the end of the world avrete molto da dire sul pesce cucinato per le feste.

Il documentario racconta alcune delle pratiche più problematiche della pesca intensiva, come il bycatch: la cattura accidentale di altre specie rispetto a quelle che si possono pescare e che vengono ributtate in mare, spesso già morte. Attraverso un viaggio che passa dal Giappone, la Thailandia, la Norvegia e il Regno Unito il film ci mostra anche la caccia alle balene, gli allevamenti ittici e denuncia le certificazioni di “sostenibilità” della pesca ritenute inaffidabili – come ci confermano diverse interviste.

5# Eating our way to extinction

Anno: 2021
Dove vederlo:
in streaming

Anche se non esattamente un documentario investigativo, questo documentario svela molte verità davvero interessanti, perché mostra l’impatto delle nostre scelte alimentari sul pianeta, sugli ecosistemi e sulle comunità più vulnerabili.

Il film è un viaggio visivamente mozzafiato attraverso scenari spettacolari ma anche devastati, che evidenzia le conseguenze dell’industria agroalimentare globale.
Girato in alcune delle regioni più colpite dalla crisi ambientale – dall’Amazzonia devastata dalla deforestazione, all’Artico in rapido scioglimento, fino alle isole del Pacifico minacciate dall’innalzamento del livello del mare – il documentario presenta dati scientifici allarmanti, supportati da testimonianze di esperti, leader indigeni e attivisti ambientali.

Il film esplora in particolare come la produzione di carne e derivati sia uno dei principali motori della deforestazione, dell’estinzione della biodiversità e delle emissioni di gas serra. Tuttavia, non si limita a evidenziare il problema: invita il pubblico a riflettere su soluzioni concrete, come la transizione verso diete più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Chicca finale? La voce narrante è dell’attrice Kate Winslet!

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6# Soyalism

Anno: 2018
Dove vederlo: in streaming

Soyalism, diretto da Enrico Parenti e dal giornalista Stefano Liberti, racconta il devastante impatto della filiera globale della soia, cuore pulsante dell’alimentazione a base di mangimi negli allevamenti intensivi – ne abbiamo parlato anche noi in questo articolo.

Il documentario parte dalle immense monocolture del Brasile, in particolare nel Mato Grosso, dove milioni di ettari di foresta sono stati rasi al suolo per fare spazio a distese di soia, con l’abuso di pesticidi e diserbanti che impoveriscono il terreno e distruggono la biodiversità. Ma dove finisce questa soia? Di certo non per fare il tofu, bensì arriva in Europa, fino all’Italia, dove giunge attraverso scali come il porto di Ravenna, per rifornire gli allevamenti intensivi della Pianura Padana.

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