giovedì, Novembre 6, 2025

EPR tessile, accordo tra Europarlamento e Consiglio Ue

EPR tessile in dirittura d'arrivo. Presidenza del Consiglio europeo e rappresentanti dell’Europarlamento hanno raggiunto un accordo sulla riduzione degli sprechi alimentari e sull’introduzione di un sistema di responsabilità estesa del produttore per il settore tessile

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Redazione EconomiaCircolare.com

Presidenza del Consiglio europeo e rappresentanti dell’Europarlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti, in relazione alla riduzione degli sprechi alimentari e all’introduzione di un sistema di responsabilità estesa del produttore per il settore tessile. Per rendere definitive le modifiche alla direttiva quadro si attende ora il vaglio formale da parte delle due istituzioni.

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Meno spreco alimentare entro il 2030

Per la prima volta l’Europa si dota di obiettivi definiti sulla riduzione dello spreco alimentare. I target fissati entro il 2030 vengono definiti “ambiziosi ma realistici” nella nota emanata dal Consiglio Europeo:

  • riduzione del 10% degli scarti di lavorazione e produzione rispetto alla quantità media di scarti alimentari generati in questi settori nel 2021-2023;
  • riduzione del 30% pro capite dei rifiuti provenienti dal commercio al dettaglio, dai ristoranti, dai servizi di ristorazione e dalle famiglie rispetto alla quantità media di rifiuti alimentari generati in questi settori nel 2021-2023.

L’accordo prevede anche la donazione volontaria di cibo invenduto, ovviamente facendo in modo che sia sicuro per il consumo umano. Si tratterà poi di capire come questi obiettivi posti a livello generale diventeranno azioni concrete messe in campo da aziende ed esercizi commerciali.

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Il quadro normativo sull’EPR tessile  

L’accordo provvisorio stabilisce norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i produttori tessili e i marchi di moda, la cosiddetta EPR tessile (Extended producer responsibility). Questi ultimi saranno responsabili dei rifiuti prodotti e saranno tenuti a pagare una tariffa per contribuire a finanziare la raccolta e il trattamento dei rifiuti, che dipenderà da quanto circolare e sostenibile sarà la progettazione del loro prodotto. Il principio dell’ecomodulazione, dunque, farà sì che chi produce impatti maggiori con i prodotti tessili che progetta e immette sul mercato pagherà un ecocontributo più alto per finanziare i sistemi di responsabilità estesa.

Rappresentanti del Consiglio e dell’Eurocamera hanno anche definito come affrontare il tema della sovrapproduzione di rifiuti tessili e le pratiche delle aziende della fast fashion e dell’ultra-fast fashion. L’obiettivo è quello di allungare la vita dei prodotti tessili, in particolare di capi e accessori, allontanando il più possibile il momento in cui diventano rifiuti. A questo scopo gli Stati membri possono adattare le tariffe pagate dai produttori – il cosiddetto ecocontrobuto appunto – in base alla durata di utilizzo attesa dei prodotti.

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I tempi di approvazione e attuazione delle nuove norme

In base a questo quadro armonizzato, tutte le aziende, comprese quelle più piccole, avranno accesso alle risorse e alle infrastrutture necessarie per un corretto trattamento dei rifiuti tessili. Alle microimprese è stato concesso un anno in più, rispetto alle altre imprese, per adeguarsi al nuovo regime, dunque 3,5 anni dopo l’entrata in vigore delle nuove norme europee.

L’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento prima di essere sottoposto a revisione giuridico-linguistica. Una volta adottato formalmente, gli Stati membri dell’UE avranno fino a 20 mesi per aggiornare le proprie leggi nazionali per conformarsi alle nuove norme. La Commissione avrà il compito di esaminare e valutare diversi aspetti della direttiva quadro sui rifiuti. Tra questi rientrano il finanziamento dei regimi di responsabilità estesa del produttore e possibili obiettivi riguardanti i rifiuti tessili (entro il 2029), nonché il ruolo della produzione primaria nei rifiuti alimentari, l’impatto dei cambiamenti nei livelli di produzione e possibili obiettivi aggiornati sulla riduzione dei rifiuti alimentari per il 2030 e il 2035 (entro il 2027).

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Lo schema di decreto italiano all’ultimo miglio

A valle della definizione della norma europea, ci si attende che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) riprenda e concluda speditamente l’attività di messa a punto del decreto italiano di istituzione del sistema di responsabilità estesa del produttore. Come noto, il nostro Paese aveva già predisposto uno schema di decreto e avviato tavoli di confronto con gli stakeholder, per poi “fermare le macchine” in attesa della definizione del quadro europeo. In questo modo i diversi consorzi nati con l’obiettivo di candidarsi a gestire il fine vita dei rifiuti tessili potranno passare in tempi brevi alla fase della piena operatività.

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