giovedì, Novembre 6, 2025

Smartphone e tablet, dal 20 giugno scattano i nuovi obblighi UE: cosa succede adesso

Etichetta energetica, riparazioni facili e aggiornamenti obbligatori: il regolamento per l’etichettatura energetica e il regolamento ecodesign rendono più sostenibili gli smartphone e i tablet. Ecco cosa prevedono nel dettaglio: dalle conseguenze per i consumatori ai benefici stimati dall'UE

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

Si avvicina la data del 20 giugno, giorno in cui scatteranno le nuove regole per l’etichettatura energetica di smartphone e tablet per l’effetto combinato di due norme dell’Unione Europea: il regolamento ecodesign (UE 2023/1670) e il regolamento per l’etichettatura energetica (UE 2023/1669). Tutti i nuovi modelli di smartphone e tablet venduti all’interno dell’UE, anche da produttori extra-UE (come la sudcoreana Samsung, la statunitense Apple, le cinesi Oppo e Xiaomi), saranno obbligati a esporre una nuova etichetta informativa. Entrano inoltre in vigore misure del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, pensate per aumentare la riparabilità e la riciclabilità dei dispositivi mobili.

Vediamo nel dettaglio cosa cambia per i consumatori, quali sono i benefici stimati dall’UE e come funzionerà il nuovo sistema. Entrambe le misure puntano a estendere la vita utile dei prodotti. Una parte della strategia è aumentare la trasparenza, affinché l’utente possa fare scelte informate e orientarsi verso dispositivi più longevi: è questo lo scopo del regolamento UE 2023/1669 sull’etichettatura energetica. L’altro pilastro della strategia di Bruxelles è semplificare la riparabilità, sia spingendo i produttori a progettare smartphone facilmente riparabili, sia incoraggiando i consumatori a riparare invece che sostituire, come prevede il regolamento ecodesign.

La nuova etichettatura energetica per smartphone e tablet

Con l’aumento delle prestazioni dei dispositivi mobili, sono cresciuti anche i consumi energetici e gli impatti ambientali. Allo stesso tempo si è ridotta la vita utile di smartphone e tablet, anche a causa di batterie non sostituibili e aggiornamenti software che rendono rapidamente obsoleti molti modelli, con il conseguente aumento di rifiuti elettronici. Il nuovo sistema di etichettatura energetica ha l’obiettivo di fornire informazioni chiare e comparabili su: efficienza energetica, durata della batteria, riparabilità, resistenza agli urti, protezione da polvere e spruzzi d’acqua, aggiornamenti software, riciclabilità e un punteggio da 0 a 10 sulla riparabilità.

Il regolamento introduce sette classi di efficienza energetica, da A a G. Per la durata della batteria, invece, in base a quanto stabilisce il regolamento ecodesign, è necessario indicare il numero di cicli di ricarica completi (minimo 800 prima di scendere sotto l’80% di capacità), il tempo di ricarica completa, espresso in minuti, e la capacità residua dopo 500 cicli. Inoltre ogni dispositivo introdotto nel mercato UE dopo il 20 giugno 2025 dovrà resistere a 45 cadute senza pellicole o custodie protettive, a garanzia di una maggiore affidabilità strutturale.

Etichetta energetica

  1. Scala delle classi di efficienza energetica da A a G.
  2. La classe di efficienza energetica di questo prodotto.
  3. La durata della batteria per ciclo, in ore e minuti per carica completa.
  4. Classe di resistenza in caduta libera ripetuta.
  5. Durata della batteria in cicli.
  6. Punteggio di riparabilità.
  7. Grado di protezione IP.

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Il regolamento ecodesign applicato agli smartphone e ai tablet

Del regolamento ecodesign si è parlato più volte in questo giornale, vista l’ampiezza dell’ambito su cui interviene questa normativa di Bruxelles. Per quanto riguarda smartphone e tablet, questi sono gli obblighi in vigore a partire dal prossimo 20 giugno. Le norme toccano alcuni dei temi centrali relativi alla riparabilità dei prodotti e agli ostacoli che i consumatori europei incontrano.

In base al regolamento, i costruttori di smartphone e tablet dovranno rendere disponibili i pezzi di ricambio considerati critici ed essenziali entro un massimo di 10 giorni lavorativi e fino a sette anni successivi all’uscita del prodotto dal mercato. I produttori devono mettere a disposizione dei riparatori professionisti almeno una serie di componenti per 7 anni dopo la data di fine immissione sul mercato, ovvero quando viene lanciato il nuovo modello.

Questi pezzi sono: batteria, gruppo fotocamera frontale, gruppo fotocamera posteriore, connettori audio, porta di ricarica, pulsanti meccanici, microfono principale, altoparlante, cerniera e meccanismo di ripiegamento del display (per i modelli pieghevoli). L’utente finale deve poter acquistare facilmente batteria, copertura posteriore, pellicola protettiva per display pieghevole, display, caricabatteria e vassoio SIM o per scheda di memoria.

Per calcolare la classe di riparabilità esiste una formula che tiene conto di una serie di variabili, come la valutazione della facilità di smontaggio dello smartphone, calcolata in base al numero di fasi necessarie per rimuovere una parte dal prodotto senza danneggiarlo. C’è poi un punteggio relativo al tipo di elementi di fissaggio, assegnato in base alla facilità con cui possono essere rimosse e riusate le viti e gli altri elementi di fissaggio, un punteggio per gli attrezzi necessari alla sostituzione e, infine, una valutazione sulla disponibilità dei pezzi di ricambio. Infine, ogni distributore e produttore dovrà rendere disponibili manuali e schede di riparazione.

C’è poi il capitolo aggiornamenti dei sistemi operativi, che rendono obsoleti i dispositivi nel giro di pochi anni. I produttori dovranno assicurare la disponibilità degli aggiornamenti del sistema operativo per periodi più lunghi rispetto a quanto avviene oggi. Inoltre dovranno permettere l’accesso non discriminatorio ai riparatori professionisti per qualsiasi tipo di software e firmware

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smartphone economia circolareQuanta energia si risparmia: le stime della Commissione

Alcuni numeri, forniti dalla stessa Commissione europea, ci consentono di inquadrare meglio il fenomeno e i possibili risparmi energetici delle nuove normative di Bruxelles. Nel 2020 erano in uso nell’UE, 687 milioni di telefoni e tablet, con una media di 1,5 dispositivi per persona. Di questi, il 55% erano smartphone, il 19% tablet, il 16% telefoni cordless (fissi), e il 10% altri telefoni mobili.

La media di tempo in carica attiva degli alimentatori per smartphone e tablet è stata di 2,5 ore al giorno, mentre in modalità di mantenimento (il dispositivo è collegato, ma la batteria è già carica e il caricatore serve solo a mantenerla al 100%) è stata di 9,5 ore al giorno. Infine, in modalità a vuoto, cioè quando il caricatore resta attaccato alla presa ma non è collegato a nessun dispositivo, la media è stata di 12 ore al giorno.

Grazie alle nuove regole europee sull’ecodesign e l’etichettatura energetica per smartphone e tablet, i modelli progettati secondo i nuovi standard permetteranno di risparmiare quasi 14 terawattora di energia primaria all’anno entro il 2030. Nel calcolo sono inclusi anche i benefici indiretti dovuti, ad esempio, alla minore durata della ricarica e al miglioramento dell’efficienza dei caricabatterie (che riducono il tempo di ricarica della batteria da 2,5 a 1,75 ore al giorno) e corrispondono a circa un terzo del consumo energetico totale attuale di tutti gli smartphone e tablet usati oggi nell’UE.

Per gli smartphone di fascia alta, la riduzione del consumo annuale di elettricità prevista entro il 2030 – ovvero l’energia effettivamente consumata dai dispositivi – è stimata tra 12,2 a 9,2 kWh (-25%), e per i tablet da 8,8 a 6,8 kWh (-23%). I regolamenti ecodesign e sull’etichettatura energetica porteranno a una diminuzione di 2,2 TWh dei consumi di elettricità nel 2030: un risparmio del 31% rispetto a uno scenario senza misure e corrispondente allo 0,09% del consumo totale di elettricità dell’UE27 nel 2020.

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Materie prime risparmiate grazie a telefoni cellulari più longevi

Gli altri risparmi riguardano le materie prime consumate. L’aumento della durata media, calcolato da 3,0 a 4,1 anni per uno smartphone di fascia media – grazie all’estensione della vita utile e l’incoraggiamento della riparabilità degli smartphone e tablet – implica una diminuzione delle vendite annuali. Questo significa minori impatti ambientali nella fase di produzione – ulteriormente supportati dagli incentivi al recupero dei materiali riciclati – ma anche minori spese per gli utenti, grazie all’acquisto meno frequente di nuovi dispositivi.

Inoltre, sempre grazie alla diminuzione delle vendite dovuta all’estensione della durata, si ottiene un ulteriore risparmio di energia primaria di 3,9 TWh nella fase di produzione. Di conseguenza, i risparmi complessivi di energia primaria nel 2030 sono pari a 8,1 TWh, sebbene quelli legati alla produzione saranno principalmente fuori dal territorio dell’Unione Europea.

Tirando le somme, nel 2030 il risparmio complessivo sui costi per l’acquisto di smartphone e tablet raggiungerà i 20 miliardi di euro. Sommando i risparmi energetici (0,6 miliardi) e sottraendo i costi aggiuntivi per la riparazione (0,8 miliardi), si ottiene un risparmio netto di 19,8 miliardi di euro, pari al 22% in meno rispetto a uno scenario senza regolamento. In media, si tratta di circa 98 euro risparmiati per ogni nucleo familiare.

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