giovedì, Novembre 6, 2025

Così le banche soffiano sul fuoco dell’emergenza climatica

Il report “Banking on climate chaos. Fossil fuel finance report 2025” fa i conti in tasca alle 65 più grandi banche mondiali, scoprendo quanti miliardi di miliardi di dollari hanno concesso alle imprese fossili

Marica Di Pierri
Marica Di Pierri
Vicedirettrice EconomiaCircolare.com. Giornalista e divulgatrice, è co-fondatrice del CDCA - Centro Documentazione sui Conflitti Ambientali, di cui coordina l'equipe di ricerca promuovendo attività di reporting e informazione su ambiente, energia, cambiamenti climatici, conflitti ecologici. Dal 2007 è nel direttivo dell'Associazione A Sud. Autrice di articoli e saggi e co-autrice di diverse pubblicazioni, collabora con quotidiani, riviste, portali di informazione e testate radiofoniche e televisive. Laureata in Giurisprudenza, è Dottoressa di ricerca in Diritti Umani presso l'Università di Palermo, con focus di ricerca su Climate Change and Human Rights.

Stiamo macinando record di temperature e di eventi estremi, ma c’è chi la crisi climatica non la vuole vedere. “Anche se non c’è bisogno di un solo nuovo oleodotto, di una petroliera, di un giacimento di petrolio o di una qualsiasi nuova fornitura di combustibili fossili, le banche continuano a finanziare l’espansione dei combustibili fossili e i danni che ne derivano per le persone, le economie e il pianeta”. Il report “Banking on climate chaos. Fossil fuel finance report 2025” mette sotto la lente i vagoni di miliardi che le banche offrono alle imprese che fanno profitti con le energie fossili, misurando “il livello di contributo ai danni causati dal clima a individui, comunità, ecosistemi, economie e al nostro pianeta”.

Il peggioramento delle condizioni del clima sulla Terra, si legge nel documento, “non è un caso, ma il risultato di scelte fatte dalle aziende produttrici di combustibili fossili, dalle istituzioni che le finanziano e dai responsabili politici che supervisionano questi mercati. Questo squilibrio di potere globale permette alle grandi aziende di realizzare enormi profitti a spese del nostro pianeta e delle comunità di tutto il mondo che, pur essendo le meno responsabili della crisi climatica, sono in prima linea nel disastro climatico”.

Proviamo qui a sintetizzare i principali risultati del lavoro realizzato dalla coalizione Banking on Climate Chaos (BOCC) (Rainforest Action Network, BankTrack, Center for Energy, Ecology, and Development, Indigenous Environmental Network (IEN), Oil Change International (OCI), Reclaim Finance, Sierra Club, Urgewald).

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I miliardi che alimentano la crisi climatica

  • Nel 2024, le 65 maggiori banche a livello globale hanno impegnato 869 miliardi di dollari in società che operano nel settore dei combustibili fossili. Ben 429 miliardi di dollari sono andati a società che stanno espandendo la produzione di combustibili fossili e le infrastrutture;
  • Oltre i 2/3 delle banche considerate nel rapporto (45 banche) hanno aumentato i finanziamenti ai combustibili fossili dal 2023 al 2024:
  • Dal 2016, anno in cui è entrato in vigore l’Accordo di Parigi, le 65 banche considerate nel rapporto hanno impegnato 7,9 trilioni di dollari (miliardi di miliardi) in finanziamenti per i combustibili fossili.
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Fonte: BOCC

Promesse rimangiate

Il trend non riguarda solo le banche, certo, ma nonostante gli impegni e le coalizioni per le politiche net zero “nel 2024 le banche globali si sono rimangiate molti di quegli impegni e hanno aumentato in modo significativo i finanziamenti ai combustibili fossili”.

È vero che le banche stanno probabilmente aumentando anche i finanziamenti alle energie rinnovabili, ma continuare a finanziare i combustibili fossili “rafforza il caos climatico e ostacola lo sviluppo delle energie pulite. Nel frattempo, i responsabili delle politiche bancarie e le autorità di regolamentazione chiudono gli occhi sui rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall’aumento dei cambiamenti climatici finanziati dalle istituzioni che supervisionano”.

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Fonte: BOCC

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I campioni della finanza fossile

Ancora una volta, JP Morgan Chase è il primo finanziatore di combustibili fossili al mondo, con 53,5 miliardi di dollari di finanziamenti per combustibili fossili nel 2024. Bank of America è salita di due posizioni diventando il secondo finanziatore di combustibili fossili a livello globale. Più di due terzi delle banche considerate in questo rapporto (45 banche) hanno aumentato i loro finanziamenti per i combustibili fossili dal 2023 al 2024, con Citigroup, JPMorgan Chase, Bank of America e Barclays che hanno finanziato oltre 12 miliardi di dollari in più rispetto all’anno precedente.

Questa crescita dei finanziamenti per i combustibili fossili, sottolinea la coalizione BOCC, “è preoccupante, perché le nuove infrastrutture per i combustibili fossili garantiscono altri decenni di dipendenza da questi ultimi”. Come afferma il rapporto 2024 Energy Investment Outlook dell’AIE, “raggiungere le emissioni nette zero a livello globale entro il 2050 significherebbe ridurre di oltre la metà gli investimenti annuali in petrolio, gas e carbone” entro il 2030.

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Fonte: BOCC

I Paesi protagonisti

Vediamo ora la geografia di questi piromani climatici. Le banche statunitensi hanno impegnato 289 miliardi di dollari in finanziamenti per i combustibili fossili nel 2024, pari a un terzo dei finanziamenti globali in esame per quell’anno. JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo, le prime quattro banche statunitensi, rappresentano il 21% del totale dei finanziamenti globali per i combustibili fossili oggetto del presente rapporto.

Anche le banche con sede in Giappone sono grandi protagoniste del finanziamento globale dei combustibili fossili. Mizuho, MUFG e SMBC si sono classificate rispettivamente al 4, 6 e 11 posto per i finanziamenti del 2024, contribuendo al 12% dei finanziamenti complessivi di questo rapporto per quell’anno. Quasi la metà di questi finanziamenti è andata a società con sede negli Stati Uniti, a dimostrazione dell’importanza dei finanziamenti delle banche giapponesi per il settore energetico statunitense, in particolare per il gas metano (noto anche come GNL).

In Europa, la banca britannica Barclays è il più grande finanziatore di combustibili fossili nel 2024 con 35,4 miliardi di dollari ed è l’unica banca europea nella top dozen dei finanziatori. A seguire, la spagnola Santander, la britannica HSBC, la tedesca Deutsche Bank e la francese BNP Paribas hanno contribuito al settore per un importo compreso tra 14 e 17,3 miliardi di dollari nel 2024.

Le banche cinesi sono sempre i maggiori finanziatori di carbone al mondo, oltre a rimanere attive nel finanziamento di tutti i settori dei combustibili fossili. CITIC e Bank of China sono i maggiori finanziatori di combustibili fossili del Paese, finanziando rispettivamente 22,3 miliardi di dollari e 18,8 miliardi di dollari nel 2024.

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Fonte: BOCC

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“Gli impegni volontari non bastano”

L’aumento significativo dei finanziamenti ai combustibili fossili da parte delle banche globali nel 2024 ci insegna una cosa – che è poi lo stesso insegnamento che abbiamo auto anche dagli impegni volontari delle imprese della plastica: “Il settore bancario non adotterà volontariamente le misure necessarie per abbandonare i finanziamenti ai combustibili fossili al ritmo e alla scala necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”. Per questo motivo la coalizione Banking on limate chaos ritiene “fondamentale che i politici mettano la forza normativa dietro gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi e ritengano le istituzioni finanziarie responsabili per proteggere il nostro clima, le nostre comunità e le nostre economie dai danni dei finanziamenti ai combustibili fossili”.

Dettagli sul rapporto

I rapporto “Banking on climate chaos” analizza le 65 banche più grandi del mondo per dimensione degli attivi. Ma non significa “che queste siano le uniche banche che finanziano i combustibili fossili: anche alcune banche di medie dimensioni che non figurano in questo elenco di top 65 forniscono ingenti finanziamenti ai combustibili fossili” avverte lo studio. Che valuta il coinvolgimento finanziario di ciascuna banca nelle operazioni di prestito e sottoscrizione di prestiti alle imprese (inclusa la finanza di progetto, laddove siano disponibili dati relativi a società (e controllate) coinvolte a livello globale nell’estrazione, nel trasporto, nella trasmissione, nella distribuzione, nella combustione, nel commercio o nello stoccaggio di combustibili fossili o di energia elettrica di origine fossile).

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