giovedì, Novembre 6, 2025

PFAS, le agenzie tedesche classificano l’acido trifluoroacetico (TFA) come sostanza tossica

“Il TFA è tossico per la riproduzione, molto persistente e molto mobile”. Chiesta alla European Chemicals Agency una nuova classificazione del rischio

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, redattore di EconomiaCircolare.com e socio della cooperativa Editrice Circolare

Si chiama acido trifluoroacetico, TFA in sigla. A fine maggio una nota congiunta dell’Istituto federale tedesco per la sicurezza e la salute sul lavoro, dell’Istituto federale per la valutazione dei rischi e dell’Agenzia tedesca per l’ambiente ha fatto sapere che la Germania ha richiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (European Chemicals Agency- ECHA) la revisione della classificazione del rischio per questa sostanza. Perché ritenuto tossico per la riproduzione.

“Poiché le autorità tedesche considerano la sostanza tossica per la riproduzione e dannosa per l’ambiente, essa deve essere classificata di conseguenza”. Il presidente dell’Agenzia tedesca per l’ambiente (UBA) Dirk Messner ritiene urgente una classificazione armonizzata dei pericoli a livello UE: “Il numero e il volume delle sostanze chimiche che si degradano in TFA sono in costante aumento. Le emissioni nell’ambiente devono essere ridotte il più rapidamente possibile per proteggere in modo sostenibile sia l’ambiente che le risorse di acqua potabile”.

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Cos’è il TFA

Il TFA appartiene al gruppo delle sostanze per e polifluoroalchiliche (PFAS). L’UBA classifica il TFA come “molto persistente e molto mobile”. Quindi parliamo di una sostanza che “non si degrada facilmente nell’ambiente e spesso non si lega ai sedimenti o ai filtri a carbone attivo (usati per bonificare le acque, ndr). Pertanto, la rimozione di tali sostanze dall’acqua potabile richiede un notevole sforzo tecnico”.

Le autorità tedesche osservano questa molecola da quando nel 2016 è stata rilevata la presenza di TFA nell’acqua potabile della regione del Neckar. Il TFA, sottolineano, non viene rilasciato solo dai grandi impianti industriali: “Nel 2016 e nel 2017 è stato identificato anche come prodotto di degradazione di diverse sostanze attive nei pesticidi. È inoltre noto che alcuni gas fluorurati a effetto serra, come il refrigerante R1234yf, possono degradarsi quasi completamente in TFA nell’atmosfera”. Non a caso quindi, “il TFA è stato rilevato nelle acque tedesche per anni, con concentrazioni in continuo aumento”.

Per capire la pervasività di questa tipologia di PFAS ricordiamo che quando qualche mese fa Greenpeace Italia ha fatto analizzare le acque potabili italiane alla ricerca di 58 molecole appartenenti all’amplissimo gruppo delle sostanze per e polifluoroalchiliche, le sostanze più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato). Il TFA, spiegava l’associazione, è la molecola del gruppo dei PFAS “più diffusa sul pianeta, per cui nel nostro Paese non esistono dati pubblici”. Si tratta aggiunge Greenpeace, di “una sostanza persistente e indistruttibile ancora oggetto di approfondimenti scientifici che, per le sue stesse caratteristiche, non può essere rimossa mediante i più comuni trattamenti di potabilizzazione”.

TFA PFAS
Foto: Canva

Cosa dicono le agenzie tedesche

L’Ufficio federale tedesco per le sostanze chimiche (BfC) presso l’Istituto federale per la sicurezza e la salute sul lavoro (BAuA) è l’autorità competente in Germania per il regolamento europeo sulle sostanze chimiche, REACH, e per il regolamento CLP sulla classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose. In collaborazione con l’Agenzia tedesca per l’ambiente (UBA) e l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), ha presentato un dossier all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) per armonizzare la classificazione di pericolo del TFA. “La valutazione e la revisione tecnica della proposta tedesca sono in corso”, hanno fatto sapere le agenzie

Il BfR considera il TFA “tossico per la riproduzione”: “Può nuocere ai bambini non ancora nati. Può ridurre la fertilità“. È importante notare, sottolinea l’agenzia, che ancora “si tratta di una classificazione basata esclusivamente sul pericolo. Non fornisce di per sé alcuna informazione sui rischi effettivi per la salute, poiché la quantità di sostanza assorbita è un fattore determinante”. Afferma il presidente del BfR Andreas Hensel, che “gli effetti tossicologici sono stati rilevati nei modelli animali solo a concentrazioni di TFA significativamente superiori a quelle riscontrate nell’ambiente. Attualmente non si prevedono effetti negativi sulla salute derivanti dal consumo di acqua o alimenti contaminati da TFA”. La nuova classificazione proposta, dunque, sarebbe “un passo importante nella preparazione di ulteriori misure per garantire che ciò rimanga tale anche in futuro”.

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Hazard classification

In Europa, l’hazard classification (classificazione del pericolo) è il sistema usato per definire e comunicare i pericoli di una sostanza o miscela chimica. Serve a garantire che chi usa o gestisce sostanze chimiche conosca i rischi e possa prendere misure di sicurezza adeguate. La classificazione del pericolo in Europa è regolata dal Regolamento CLP- Classification, Labelling, Packaging (n. 1272/2008). Il CLP serve a determinare a quale classe e categoria di pericolo appartiene una sostanza: ad esempio tossicità acuta (orale, cutanea, inalatoria); corrosione/irritazione cutanea; danno oculare grave; cancerogenicità; tossicità per la riproduzione; pericolo ambientale acuto o cronico. Per quanto riguarda la classificazione e l’etichettatura armonizzate approvate dall’Unione Europea, questa sostanza “provoca gravi ustioni alla pelle e danni agli occhi, è nociva se inalata ed è dannosa per la vita acquatica con effetti di lunga durata”.

pesticidi nelle acque

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Cosa succede ora

Con la proposta, le agenzie tedesche intendono “gettare una base importante per ridurre l’immissione nell’ambiente di questa sostanza chimica persistente e pericolosa e per diminuire i rischi associati”, ha dichiarato Kerstin Heesche-Wagner, responsabile dell’Ufficio federale per i prodotti chimici.

I nuovi dati sui TFA possono avere implicazioni per numerose applicazioni nazionali ed europee. Ad esempio, ricordano le agenzie, l’approvazione dei prodotti fitosanitari che formano TFA è in fase di revisione: “Di conseguenza, l’apporto di TFA dall’agricoltura potrebbe essere significativamente ridotto”. Allo stesso modo, “le emissioni di TFA dai refrigeranti potrebbero essere rapidamente ridotte, poiché sono già disponibili in commercio alternative valide come idrocarburi, CO₂, ammoniaca o aria”.

L’ECHA ha pubblicato il dossier tedesco sulla classificazione ed etichettatura armonizzata e avvito una consultazione che si concluderà il 25 luglio prossimo. Dopo questo periodo, il Comitato di valutazione dei rischi (RAC) dell’ECHA discuterà il dossier presentato dalle autorità tedesche e gli eventuali commenti ricevuti. Entro 18 mesi, il parere del RAC sarà presentato alla Commissione europea, che preparerà una corrispondente bozza di regolamento per adattare il regolamento CLP (regolamento per l’adeguamento al progresso tecnico, ATP).

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