Per allineare l’Italia agli obiettivi europei di autonomia strategica e di economia circolare, gli investimenti infrastrutturali più urgenti dovrebbero focalizzarsi su tre direttrici:
- Impianti per il recupero delle Materie Prime Critiche (CRM): è tra le priorità assolute. Servono poli tecnologici per il “raffinamento” delle frazioni complesse dei RAEE, in grado di estrarre metalli strategici come litio, cobalto e nichel dalle batterie, terre rare dai magneti (contenuti in hard disk e motori), gallio e indio da schermi e LED, e metalli preziosi (oro, argento, platino, palladio) dalle schede elettroniche. Questo permetterebbe di trasformare i RAEE in una vera “miniera urbana” nazionale.
- Impianti per il riciclo avanzato delle plastiche: i RAEE contengono decine di polimeri diversi, spesso miscelati e contenenti additivi come i ritardanti di fiamma bromurati (BFR). Sono necessari impianti con tecnologie avanzate (es. dissoluzione selettiva, trattamenti chimici) in grado di separare i polimeri e decontaminarli, per produrre Materie Prime Seconde plastiche di alta qualità da reimmettere nel ciclo produttivo, ad esempio in nuove AEE.
- Impianti per i flussi emergenti: la transizione energetica porterà a un’ondata di nuovi rifiuti. È fondamentale e urgente creare una filiera industriale dedicata al riciclo dei pannelli fotovoltaici (per recuperare vetro, alluminio, silicio e argento) e delle batterie dei veicoli elettrici, che rappresentano una fonte concentratissima di CRM.
- Poli di trattamento nel Centro-Sud: realizzare nuovi impianti integrati nel Mezzogiorno è strategico per ridurre i costi e l’impatto ambientale della logistica (il “turismo dei rifiuti”), gestire i RAEE più vicino a dove vengono prodotti e creare sviluppo e occupazione qualificata in queste aree.

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