Limitare o mettere al bando le pubblicità ‘fossili’ in città: sarebbe, a quanto mi risulta, la prima richiesta ufficiale presentata nell’assemblea elettiva di un Comune italiano. Si tratta di una mozione depositata a Genova dalla consigliera della Lista Rossoverde Francesca Ghio. Una mozione che nasce anche grazie alla collaborazione con l’associazione genovese Cittadini sostenibili e che si inserisce in un movimento internazionale (alimentato dall’appello del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres) che ha visto protagoniste città come L’Aia, Amsterdam, Cambridge, Edimburgo o Stoccolma e Sidney.
“La pubblica amministrazione deve smettere di prestare il fianco e generare profitto su questo tipo di comunicazione”, ci dice Francesca Ghio. “Le istituzioni hanno il ruolo di fare il bene comune, di proteggerci e di gestire la vivibilità dei nostri spazi. Dire che su questo sono d’accordo ma poi non attuarlo nel concreto attraverso provvedimenti è una presa in giro che va avanti da troppo tempo. Se convergiamo sulla visione di una società più giusta, non possiamo non convergere sulle azioni che ci porteranno verso l’obiettivo”.
“Abbiamo presentato la nostra campagna per limitare le pubblicità relative alle fonti fossili a 22 Comuni liguri, da associazione politicamente indipendente. Francesca Ghio è stata la prima Consigliera comunale a contattarci e comunicarci la sua intenzione di proporre una propria mozione sul tema a Genova”, commenta Andrea Sbarbaro, presidente di Cittadini sostenibili: “È una notizia importante perché si tratta effettivamente di una ‘prima volta’ in Italia, anche se c’è già l’esempio forte di oltre 30 città sparse per il mondo, da Sydney ad Edimburgo”.
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La mozione 109/2024
L’oggetto della mozione va subito al punto: “Adozione di restrizioni / divieti circa le pubblicità relative alle fonti fossili”. Tra gli strumenti concettuali usati per sostenere il documento, Ghio cita i report dell’IPCC, il panel ONU di scienziati del clima; poi le dichiarazioni del citato Guterres e del direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus (“ha paragonato l’inquinamento dell’aria al ‘nuovo tabacco’, evidenziando che i problemi legati agli inquinanti dell’aria non sono solamente ambientali ma anche sanitari”). Ricorda analoghe restrizioni a pubblicità o sponsorizzazioni legate a fonti fossili adottate da pubblicazioni scientifiche, come il British Medical Journal, e dal mondo dell’informazione: lo ha fatto il britannico Guardian, lo hanno fatto in Italia testate che, come la nostra, aderiscono alla coalizione “Stampa libera per il clima”.
- La consigliera Rossoverde ricorda anche che “la regolamentazione delle pubblicità è indicata come strumento possibile per promuovere comportamenti e stili di vita maggiormente sostenibili nei report di realtà quali l’IPCC e dell’UNEP (United Nations Environmental Programme)”.
Combustibili ma anche Suv, voli e crociere
Ma cosa chiede il documento presentato (il 18 novembre scorso) da Francesca Ghio? La mozione ”impegna il sindaco e la Giunta comunale ad adottare tutte le misure necessarie al fine di introdurre restrizioni o divieti riguardo le pubblicità finanziate con fondi pubblici e privati, in luoghi particolarmente sensibili quali fermate del bus, della metro e altri spazi pubblicitari legati al trasporto pubblico urbano, relative a prodotti e servizi a base di combustibili fossili con un’elevata impronta di carbonio, quali SUV, aerei, crociere”.
La consigliera rossoverde assicura di “aver dato priorità a questa mozione per poterla discutere prima della fine del mandato dell’anno prossimo”. Prevede il sostengo di altre forze politiche ma, aggiunge, “non posso assicurarlo. Chi strumentalizzerà e sfuggirà dal voto della mozione con strategie politiche dovrà gettare la maschera e ammettere che lobby del fossile e politica sono così immischiate da non permettere che l’azione all’interno delle istituzioni si muova chiaramente per il bene delle persone”.
Ma il lavoro per mettere un limite alle pubblicità inquinanti nei Comuni italiani non si ferma qui. Ghio racconta di aver preso contatti con consiglieri di altre città come Milano, Torino, Brescia, Verona e Roma mettendo anche a disposizione la documentazione necessaria. Mentre l’Associazione Cittadini sostenibili sta incalzando tutte le amministrazioni comunali liguri contattate.
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