“Le proposte per il clima dell’attivismo italiano alla politica”: con questo titolo sobrio ed esplicativo si apre il libro bianco che, in corso di pubblicazione in questi giorni, diventa, come si legge nella descrizione, “sia il catalizzatore che il prodotto del percorso fin qui condotto dalle attiviste e dagli attivisti italiani per il clima”. A realizzarlo, dopo più di un anno dall’avvio di un percorso collettivo e partecipativo cominciato a settembre 2023, il progetto “Stati Generali dell’Azione per il Clima”, portato avanti dal collettivo Ci sarà un bel clima.
Oltre 80 organizzazioni e più di 200 aderenti (tra istituzioni, associazioni, esperti di politiche climatiche, attivisti e singoli cittadini) hanno elaborato soluzioni concrete alla crisi climatica. Nel momento in cui scriviamo è possibile consultare il documento di sintesi delle proposte (qui) mentre la presentazione dell’intero libro bianco avverrà il prossimo 7 dicembre 2024 a Bologna, nell’ambito del Forum Transizioni Giuste. In un evento promosso dal Comune di Bologna insieme ad ARCI, Fondazione Feltrinelli e Fondazione Rusconi Ghigi, e che intende rappresentare, si legge nel comunicato stampa di lancio, “un’occasione cruciale per continuare il dialogo basato su un documento costruito sulla partecipazione e il rigore scientifico”.
L’ausicato dialogo con le istituzioni deve però passare a nostro avviso da alcuni imprenscindibili passaggi, altrimenti si rischia di essere naif. Ad esempio è impensabile che l’attivismo climatico non metta sul tavolo una regolamentazione del ruolo delle lobby che, come abbiamo visto alle ultime Conferenze Annuali sul Clima, giocano un ruolo decisivo. La campagna Clean the Cop! – promossa da A Sud, EconomiaCircolare.com e Fondazione Openpolis, che chiede al governo e al ministero dell’Ambiente di non accreditare più alle Cop gli esponenti delle industrie dell’Oil&gas – può essere un punto di partenza da rilanciare per l’attivismo climatico.
In ogni caso il Libro Bianco degli Stati Generali dell’Azione per il Clima è un documento strategico che raccoglie 33 proposte per affrontare la transizione ecologica, economica e sociale in Italia. Suddiviso in sei aree tematiche, include misure su energia, mobilità, risorse naturali, educazione, agroecologia e giustizia sociale. Con un approccio interdisciplinare e sistemico, il libro si propone di unire visione e pragmatismo, attraverso soluzioni praticabili che puntano a ridurre l’impatto della crisi climatica e promuovere un futuro equo e sostenibile per il Paese.
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Come si arriva al libro bianco sul clima
Anche il 2024 che sta per chiudersi è un anno che aggiunge un tassello a quello che il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres definisce “collasso climatico”. Basti pensare all’aumento delle temperature che ha già reso il 2024 l’anno più caldo di sempre. L’Italia, purtroppo, è una delle prove più evidenti: le ripetute alluvioni in Emilia Romagna o la siccità sistemica della Sicilia che si sta estendendo sempre più alle altre regioni del Sud sono segnali tangibili che è necessario agire ora. Come abbiamo appurato sulla nostra pelle, il collasso climatico non è più soltanto una questione ambientale ma anche sociale ed economica.
Tra gennaio e settembre di quest’anno il nostro Paese ha registrato un preoccupante incremento di eventi meteorologici estremi, come riportato dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche. Sono stati documentati 1.899 eventi estremi, tra cui 212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate. Solo nella prima metà di settembre si sono verificati 52 tornado, soprattutto lungo le coste tirreniche, 157 nubifragi, prevalentemente nel Centro-Nord, e 37 grandinate con chicchi di dimensioni record, come in Versilia, dove hanno raggiunto un diametro tra i 7 e i 9 centimetri.
Non è un caso che nello stesso periodo la capacità produttiva agricola abbia fatto registrare un calo del 3,9%, con perdite drammatiche per colture chiave come vite, frutta e olive. “A questo quadro drammatico – osservano gli Stati Generali dell’Azione per il Clima – si aggiunge la timidezza delle politiche climatiche attuali, che restano insufficienti sia nella protezione del territorio sia nella transizione energetica. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) è stato giudicato troppo poco ambizioso, mentre il lento sviluppo delle energie rinnovabili e la continua dipendenza dai combustibili fossili ostacolano il cambiamento necessario”.
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Le proposte per il clima
Dalle 87 proposte iniziali per il clima da rivolgere ai decisori politici, arrivate a settembre 2023, si è arrivati alle attuali 33, tramite una selezione partecipata che è stata definita “una combinazione di dibattito democratico e approfondimento tecnico”. Scartate le soluzioni problematiche, non sufficientemente ambiziose o non coerenti con gli obiettivi dichiarati dalla collettività, gli Stati Generali dell’Azione per il Clima hanno perciò elaborato un libro bianco che nella sua esaustività sarà consultabile tra qualche giorno.
Come già accennato il documento è suddiviso in sei sezioni principali, ognuna dedicata a un tema strategico per affrontare la transizione ecologica e la crisi climatica: energie, mobilità, sistemi naturali e territorio, educazione e formazione, sistemi agroalimentari, e giustizia sociale e modelli economici. Ogni proposta ha una struttura che analizza il contesto e le criticità relative al tema affrontato e descrive soluzioni praticabili basate su dati e conoscenze aggiornate.
Già dalla sintesi resa pubblica si possono evidenziare quelli che sono a nostro avviso i punti più interessanti. Ve ne segnaliamo uno per ogni tema – e ci permettiamo una strigliata per non aver menzionato il ruolo fondamentale dell’economia circolare nelle proposte per il clima:
- sui “sistemi naturali e territorio” si suggerisce di “approvare una legge nazionale per arrestare il consumo di suolo, favorendo il riutilizzo di aree già urbanizzate e garantendo città più verdi e vivibili”;
- sulla mobilità si suggerisce di introdurre un prezzo calmierato per i mezzi pubblici, in modo da “incentivare l’uso del trasporto pubblico, rendendolo preferibile all’auto per tutte le persone, garantendo continuità, qualità e accessibilità del servizio”;
- su “educazione e formazione” si suggerisce di “creare un sistema di indicatori chiari per valutare la sostenibilità delle scuole, incentivando buone pratiche e riducendo sprechi e inefficienze”;
- su “sistemi agroalimentari” si suggerisce di “sostenere finanziariamente la riconversione degli allevamenti intensivi verso modelli agroecologici, stabilendo nei territori limiti alla densità di bestiame per ettaro e migliorando il benessere animale”;
- su “sistemi economici e giustizia sociale” si suggerisce di “creare un quadro normativo per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali, attraverso assemblee deliberative e meccanismi di democrazia partecipativa”;
- su “energie” si suggerisce di “introdurre finanziamenti agevolati e una piattaforma online per aiutare le persone a rimuovere il gas dalle loro abitazioni e rendere gli interventi per la transizione energetica più giusti e accessibili”
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