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domenica, Dicembre 15, 2024

Come riciclare i fondi e gli scarti del caffè: 4 soluzioni ecosostenibili che forse non conoscete

I fondi del caffè non sono buoni solo da leggere, per chi ci crede, ma sono ancora più utili da riciclare. In questo ambito sono tanti i progetti che raccontano come un potenziale scarto possa tramutarsi in risorsa preziosa. Da un potenziale rifiuto possono persino nascere funghi e oggetti di eco-design

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Offrire un caffè, berlo in compagnia o da soli, alla finestra come in un bar. A volte nero, altre macchiato o al vetro, in altri casi lungo o “corretto” con alcool o spolverato di cacao.

Il caffè è una bevanda conosciuta in tutto il mondo eppure in pochi sanno come sia fatto un chicco, specie quello fresco, o che forma abbiano le foglie.

La famosa bevanda nasce da piantagioni lontane, oggi sparse un po’ in giro per il mondo (Africa, Sud america, Asia), accomunate, però, da una sfida enorme da affrontare: quella degli effetti dei cambiamenti climatici che influiscono negativamente sulle colture di caffè sia in termini di qualità che di disponibilità del prodotto.

Questa non è l’unica “scommessa” in campo ambientale che i produttori di caffè si trovano a fronteggiare. Come ricorda Gunter Pauli nel libro Blue Economy, quando beviamo un caffè diamo valore solo a una frazione minima della biomassa da cui è stato prodotto e il resto rischia di diventare un inutile scarto, spesso gettato nella spazzatura dove genera gas serra e danneggia i suoli.

È obbligatorio che divengano rifiuti? Sicuramente no. È possibile immaginare un sistema circolare? Assolutamente sì.

In questo ambito sono tanti i progetti che raccontano come un potenziale scarto possa tramutarsi in risorsa preziosa.

Il matrimonio tra i fondi del caffè e i funghi

La fungobox ha le sue origini ai tempi dell’Expo di Milano. Nata a seguito della collaborazione di Lavazza e Novamont per la realizzazione di capsule compostabili, ha dato il via a un ciclo virtuoso della raccolta di tali fondi del caffè che vengono raccolti e assemblati in box pronte a far sbocciare meravigliosi e gustosi funghi.

Sia la capsula compostabile che i fondi di caffè, da elemento di scarto, si trasformano in preziosa risorsa. Pensate che durante l’esposizione internazionale, raccogliendo in soli due mesi le capsule compostabili della Piazzetta del Caffè Lavazza di Padiglione Italia, si sono salvati 1.500 fondi di caffè dai quali sono nati 150 kg di funghi (Pleurotus ostreatus, detti comunemente “orecchiette”) di eccellente qualità (come io stessa ho potuto constatare nel corso di una cena).

Da quella idea, in pochi mesi hanno visto la luce le Fungobox prodotte da il Giardinone. All’interno di un cartone da 2 litri vi è un vero e proprio microcosmo che racchiude “caffè, cellulosa e micelio senza alcuna aggiunta di prodotti chimici”. I fondi del caffè si trasformano in “fertile terriccio, capace di dar vita a funghi sani, gustosi e sostenibili”, come ci specifica Laura Gallo, curatrice del progetto che nel 2021 prevedrà peraltro una serie di importanti novità.

Oggi i fondi del caffè vengono raccolti dai bar limitrofi alla sede (Locate di Triulzi, Milano), continuando così a valorizzare, nel processo virtuoso, scarti locali.

Cosa fare della fungobox dopo aver esaurito la raccolta di funghi

Nell’ottica dell’economia circolare, dopo aver ottenuto due raccolti dalla fungobox (ma io sono arrivata a farne cinque!), il contenuto non andrà buttato nei rifiuti! Potrà, infatti, essere valorizzato nuovamente: aprendo la box, il contenuto sarà un ottimo rinvigorente per il terreno, aiuterà a ricreare l’humus ed esaltare la produttività della terra dei nostri vasi (magari del proprio orto in balcone).

Come coltivare i funghi con il proprio caffè di casa?

Se invece siete interessati a trovare modi di riutilizzo dei fondi della vostra moka, potreste scegliere un kit – come quelli realizzati da Funghiespresso – che vi mette a disposizione il micelio, un secchiello e del tegumento esterno del chicco di caffè verde-

Potrete così replicare, con le vostre mani, l’intero processo di produzione dei funghi! Con 1,5k di fondi del caffè potreste veder spuntare mezzo kg di funghi saporiti.

Come riportato sul portale potrete scegliere tra 3 diverse varietà di Plerotus: l’ostreatus detto anche “fungo ostrica”, il djamor ovverosia “il fungo dell’amore” o il cornucopiae.

Il pellet realizzato senza tagliare un albero

Il pellet è per molti una preziosa fonte di riscaldamento. Ora se vi chiedessimo da dove ha origine la materia prima, rispondereste dal legno degli alberi che vengono abbattuti e ridotti a pellet. Elementare Watson, ma non è l’unica modalità. Oltrecafè ha infatti realizzato un pellet che non richiede il taglio di alberi vergini ma nasce da scarti locali:  legno selezionato per il riciclo, fondi di caffè.

Sul loro portale, oltre alla sezione dedicata ai prodotti, ve n’è una anche rivolta alle aziende che producono grandi quantità di scarti del caffè che potranno tornare a nuova vita all’interno di stufe, caminetti e caldaie a pellet.

Dai fondi del caffè nasce l’ecodesign

Nato a Milano, Co.ffee Era è un progetto messo a punto da Krill Design in collaborazione con il Comune di Milano e il supporto di FabriQ con l’obiettivo di trasformare i fondi della famosa bevanda in un biopolimero, biodegradabile, con il quale è possibile creare oggetti di eco-design realizzati da stampanti 3D. Il valore del progetto è sicuramente quello di aver messo in campo i principi dell’economia circolare, agendo localmente e anche innovando il concetto di manifattura in chiave digital, secondo peraltro i criteri dell’industria 4.0.

Ristoranti e bar dei quartieri coinvolti possono conferire i fondi e sono vari i locali che hanno deciso di ospitare i manufatti ottenuti con i biopolimeri derivanti dai fondi di caffè che non sono solo in esposizione, ma sono acquistabili dal vivo oltre che sul portale Reborn Ideas.

Cosa fare con la pianta del caffè?

Se, fino ad ora, abbiamo parlato dei fondi, non mancano di certo idee per riutilizzare anche le parti della pianta.

La HuskeeCup è una eco-tazza realizzata attraverso gli scarti delle coltivazioni del caffè. Riutilizzabile, alla fine della propria vita potrà essere riciclata dalla stessa ditta che l’ha ideata, la Huskee. Il biopolimero utilizzato per la sua realizzazione è ottenuto dalle bucce della nota pianta e può essere impiegato anche per la realizzazione di piattini e coperchi. Un messaggio di sostenibilità che si unisce a un altro: bando al monouso.

Ricordano infatti gli ideatori che ogni anno nel Regno Unito vengono buttati oltre 2,5 miliardi di tazze di caffè, sufficienti a fare circa cinque volte e mezzo il giro del Pianeta.

© Riproduzione riservata

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