“I governi di tutto il mondo si stanno rivolgendo ai sistemi di restituzione dei rifiuti come soluzione rapida e incisiva alle crisi climatiche e dei rifiuti, grazie alla loro ineguagliabile capacità di recuperare il 90% dei contenitori per bevande per il riciclaggio a circuito chiuso. Il Global Deposit Book 2024 evidenzia le opportunità per espandere e migliorare i sistemi di deposito in tutto il mondo”. Le parole di Clarissa Morawski, ceo e co-founder di Reloop Platform, ben sintetizzano i risultati e le aspettative attorno al deposito su cauzione.
Noto anche con la sigla DRS (Deposit Return System o Scheme), come sa bene chi legge EconomiaCircolare.com, il deposito su cauzione: è il sistema di raccolta selettiva nel quale chi compra una bevanda in bottiglia o in lattina paga un piccolo extra che gli sarà restituito quando avrà riportato indietro il contenitore. Si tratta di uno dei più noti esempi di economia circolare: non solo consente di recuperare i contenitori di bevande monouso, ma si può anche applicare ai modelli di riuso, riducendo i rifiuti da imballaggio dispersi nell’ambiente.
Dagli anni ‘50, quando il Canada ha applicato per la prima volta un sistema DRS, sono stati fatti notevoli passi in avanti. Eppure, ancora oggi, quando si ipotizza di adottare un sistema di deposito cauzionale, enti locali e loro associazioni di riferimento oppongono resistenza. Motivo? C’è soprattutto la paura di perdere gli introiti che arrivano dalla vendita di imballaggi di valore recuperati con la raccolta differenziata, come le bottiglie in PET e le lattine.
Paure in realtà poco o per nulla giustificate, come spiega bene il Global Deposit Book 2024: giunto alla sua quinta edizione, il report fornisce una sintesi completa dei sistemi di restituzione dei depositi attualmente in vigore, compresi quelli la cui implementazione è prevista entro la fine del 2027. Ben 230 pagine da consultare – ma la lettura è comunque agevole, anche se solo in inglese – ricche di dati e di grafici. Una delle prime buone notizie circolari di questo 2025.
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L’Europa leader del DRS
A partire da gennaio 2025, si legge nel report, circa 357 milioni di persone in tutto il mondo vivranno in giurisdizioni con sistemi di restituzione dei depositi. Non solo: entro la fine del 2027 si prevede che oltre 70 giurisdizioni, che coprono circa 641 milioni di persone, avranno programmi operativi per contenitori monouso per bevande. Dal primo Global Deposit book ad oggi il numero di giurisdizioni con sistemi di restituzione dei depositi è cresciuto da 38 a 57. Questa edizione evidenzia i nuovi sistemi in Austria, Romania, Ungheria, Repubblica d’Irlanda e Victoria (Australia), con prossimi lanci pianificati in Polonia, Tasmania (Australia), Turchia e Goa (India), tra gli altri.
Il panorama che riguarda il deposito su cauzione ha visto sviluppi significativi, in particolare con la recente adozione di nuove norme all’interno dell’Unione Europea, come il Regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR) recentemente adottato. Il PPWR impone agli Stati membri di raccogliere separatamente almeno il 90% delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori di bevande in metallo fino a 3 litri entro il 1° gennaio 2029, utilizzando il DRS obbligatorio, a meno che uno Stato membro non abbia raggiunto un tasso di raccolta minimo dell’80% tramite un sistema separato nel 2026 e possa presentare un percorso praticabile per raggiungere un tasso di raccolta minimo del 90%.
Oltre a questi ambiziosi obiettivi di raccolta, il PPWR impone un contenuto riciclato minimo del 25% nelle bottiglie in PET entro il 2025, che aumenterà al 30% entro il 2030, stimolando ulteriormente la domanda di materiali riciclati selezionati e di alta qualità. Con 14 dei 27 Stati membri dell’UE che hanno già introdotto il DRS, il PPWR è dunque ronto a fungere da catalizzatore per altri paesi dell’UE affinché adottino il DRS come strategia fondamentale per raggiungere i propri obiettivi ambientali.
Insomma: l’Unione Europea si intende ergere a leader in questo ambito. Purtroppo, però, l’Italia non contribuisce a questo obiettivo dato che, come abbiamo scritto più volte sul nostro giornale, si preferisce puntare sul riciclo. Tuttavia, ampliando lo sguardo, si può essere ottimismo. “Ci auguriamo che le informazioni contenute in queste pagine continuino a fungere da preziosa guida di riferimento per le parti interessate – afferma Clarissa Morawski, ceo e co-founder di Reloop Platform – fornendo una panoramica completa di DRS in tutto il mondo. L’imperativo per agire non è mai stato più chiaro. Ci troviamo in un momento cruciale della storia, in cui le decisioni che prendiamo oggi avranno ripercussioni per le generazioni a venire. Insieme dobbiamo cogliere l’opportunità di invertire la tendenza dei rifiuti dei contenitori per bevande e inaugurare un’era di tutela ambientale”.
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Affinità e divergenze tra DRS
Per ogni Paese il report Global Deposit Book 2024 fornisce sinteticamente, tra gli altri dati, quelli relativi alle caratteristiche del sistema adottato, all’ente che lo amministra, agli imballaggi coperti, all’ammontare del deposito, alle commissioni di gestione riconosciute ai rivenditori per la raccolta, al totale dei punti di raccolta manuale o automatizzata presenti ai contributi EPR pagati dai produttori per l’immissione sul mercato dei vari tipi di imballaggio e alle performance di raccolta raggiunte. Dalla prima edizione alla quinta si registrano anche aggiornamenti su molti altri aspetti: l’aumento del valore dei depositi, l’ampliamento della gamma di contenitori coperti e il miglioramento dell’infrastruttura del sistema per migliorare l’accessibilità e l’efficienza.
“Negli ultimi anni – si legge nel report – diversi sistemi di deposito negli Stati Uniti (ad esempio Connecticut, California), Canada (ad esempio Quebec, Nuovo Brunswick) e Australia (ad esempio Queensland) hanno subito notevoli sforzi di modernizzazione, rendendoli più efficaci e adattabili alle attuali esigenze ambientali ed economiche. La maggior parte dei sistemi di deposito canadesi utilizza un modello di restituzione “return to depot” (R2D) ovvero presso appositi siti (depositi) di raccolta che richiedono agli utenti spostamenti mirati per restituire gli imballaggi. Al contrario i sistemi europei si basano sul modello “return to retail” (R2R) che consente ai consumatori di restituire gli imballaggi durante gli acquisti.
Come dicevamo già prima, per quel che riguarda il deposito su cauzione è l’Europa a fare la parte del leone. Innanzitutto perché nei prossimi anni si prevede l’introduzione di sistemi di deposito anche nella Repubblica Ceca, in Grecia, in Spagna, in Portogallo e nel Regno Unito. Inoltre l’Europa vanta un tasso medio di restituzione dei contenitori per bevande dell’87%, rispetto al 69% del Nord America e al 60% dell’Australia. Il successo dell’Europa è attribuito alla sua diffusa adozione del modello di ritorno al dettaglio (R2R), che raggiunge un tasso di restituzione mediano dell’84%. Un successo a cui, si spera, anche l’Italia potrà contribuire nel breve o medio termine. Secondo le stime di A buon rendere, la campagna nazionale per l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi monouso per bevande (alluminio, plastica, vetro), sono oltre 7 miliardi i contenitori per bevande che sono stati sprecati in Italia nel 2024. Uno scempio ambientale ed economico che non possiamo più permetterci.
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