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domenica, Dicembre 15, 2024

Arredare senza lasciare traccia: cinque oggetti di design che non diventeranno mai rifiuti

Come scegliere l’arredamento della nostra casa pensando già al destino dei nostri oggetti, per evitare che riempiano le discariche del futuro? Ecco cinque alternative di design circolare, tradizionale o innovativo, in grado di non lasciare traccia nell’ambiente, o quasi

Maurita Cardone
Maurita Cardone
Giornalista freelance, pr e organizzatrice culturale, ha lavorato per diverse testate tra cui Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia. Abruzzese trapiantata a New York dove è stata vicedirettore di una testata italiana online, attualmente è corrispondente dagli USA per Artribune oltre a collaborare con diversi media italiani e non. Si occupa di temi sociali e culturali con particolare attenzione alle intersezioni tra arte e attivismo.

Polvere siamo e polvere ritorneremo. Sarebbe bello pensare che anche gli oggetti con cui ci circondiamo possano, quando noi non ci saremo più, possano polverizzarsi, senza lasciare traccia su questo mondo. Invece, come abbiamo già avuto modo di dire tante volte, i mobili con cui arrediamo le nostre case, rappresentano una grossa parte dei materiali che affollano le discariche di tutto il mondo. Per fortuna esistono delle alternative per arricchire la nostra vita di cose belle e oggetti funzionali, senza rischiare di lasciare sulla terra una ingombrante scia di rifiuti. In questa lista vi proponiamo le nostre scelte preferite per case che non lasciano traccia.

Cose di terra

Non possiamo che iniziare questa lista ricordando che è la terra stessa a fornirci materiali per creare oggetti che sappiano abbellire le nostre case senza pesare sull’ambiente. Questo l’uomo lo sa da sempre e da sempre utilizza questi materiali per le proprie creazioni. Un esempio è l’argilla, un materiale terroso che contiene particelle minerali. In quanto tale, l’argilla non è biodegradabile, ma può tornare ad essere terra, ovvero si può scomporre in una polvere innocua che non inquina l’ambiente. Una cosa da tenere a mente quando si può scegliere, per esempio, tra un vaso di argilla e uno di plastica o tra una pentola in coccio o in ceramica e una in alluminio. Menzione d’onore, allora, alla vecchia pignata della nonna che, se usata bene, dura una vita e, quando quella vita finisce, torna ad essere terra.pignata_design circolareLeggi anche: Riparabile, rigenerato e usato: i nostri Oscar del design circolare

Il caro vecchio falegname

Dalla natura arriva anche il legno, un materiale, questo sì, completamente biodegradabile. Tuttavia, la moderna industria del mobile prevede sistemi di assemblaggio, procedimenti e trattamenti chimici che fanno sì che ben poco di quello che compone i nostri mobili oggi possa tornare a far parte della natura. Qualche eccezione per fortuna esiste e sono sempre di più le aziende che propongono mobili in legno realizzati senza l’uso di sostanze chimiche, con elementi completamente riciclabili e facilmente disassemblabili. Noi di Economiacircolare.com però siamo un po’ vecchio stile e, quando possibile, alle grandi aziende internazionali preferiamo sempre l’artigianato locale. Allora in questa lista, invece di un oggetto, mettiamo il caro vecchio falegname che potrà proporvi idee e soluzioni per arredare la vostra casa con legno naturale che, un giorno, possa tornare alla terra che ce lo ha donato.

ecodesign falegname

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Le mille vite del sughero

Quando la materia prima sono gli alberi, una menzione d’onore se la merita la quercia da sughero che ci regala un materiale tra i più ecologici. Non solo il sughero è biodegradabile, altamente riciclabile e rinnovabile (la corteccia si rigenera dopo ogni estrazione) ma si stima che, per ogni tonnellata di sughero prodotto, le foreste di querce da sughero catturino oltre 70 tonnellate di CO2. Queste svolgono anche un’importante funzione idroregolatrice e costituiscono una naturale barriera contro gli incendi. Entra quindi di diritto nella nostra lista l’azienda Amorim che da decenni realizza pannelli e oggetti in sughero con attenzione all’impatto di ogni fase del processo produttivo. Tra le loro creazioni, la linea che si distingue per eleganza del design è sicuramente Sobreiro, concepita dallo studio dei brasiliani fratelli Campana che hanno creato una poltrona e tre armadietti utilizzando diversi tipi di sughero, mostrandone la versatilità e le qualità estetiche.

Ecodesign Sobreiro Amorim Cork Campana Brothers
La poltrona della linea Sobreiro realizzata dallo studio Campana per Amorim. Courtesy: Amorim

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La moquette di design circolare che diventa giardino

Un po’ come tutte le cose anni Ottanta, negli ultimi tempi anche la moquette sta tornando di moda. Ma è l’ambiente a pagare il prezzo del piacere di tanta morbidezza sotto i piedi. Prodotte con materiali derivati dal petrolio e assemblate con colle chimiche, a fine vita le moquette sono difficili da smaltire. Negli Stati Uniti, si stima che ogni anno finiscano in discarica oltre due miliardi di chili di moquette che rappresentano circa l’1.5 per cento del totale dei rifiuti prodotti in America. Un’alternativa che a fine vita non pesa sull’ambiente la offrono alcune aziende che lavorano con materiali naturali. Tra queste, lo nostra preferita è EarthWave che produce il Bio-floor Carpet, una moquette realizzata al cento per cento con materiali naturali e ottenuti con procedimenti ecologici, che, a fine vita, può essere compostata in giardino, dove, mentre si biodegrada, funge da barriera contro le erbacce e gli infestanti e arricchisce il terreno di azoto e altri nutrienti.

design circolare Bio-Floor-Carpet
Pyrenees Bio-Floor. Courtesy: EarthWave

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Mobili coltivati in casa

Perché continuare a sottrarre risorse all’ambiente per realizzare prodotti quando possiamo lasciare che sia la natura stessa a produrre gli oggetti che usiamo? È questo il pensiero dietro il progetto Mycoform all’interno del quale il gruppo non profit Terreform ha realizzato una seduta prodotta da un fungo. Per realizzarla, spore di Ganoderma lucidum, un fungo in grado di digerire sottoprodotti agricoli a base di cellulosa, sono state mescolate a un composto di trucioli di legno, gesso e crusca che, metabolizzati dal fungo, si trasformano in un materiale resistente e durevole. In sette giorni, con un processo naturale, a bassissimo consumo energetico e non inquinante, Terraform ha prodotto una poltrona (foto in copertina) che, al termine del ciclo di vita, può essere compostata in qualsiasi ambiente naturale. Purtroppo dovremo aspettare prima di poter coltivare i mobili che desideriamo, per ora c’è solo un prototipo, ma l’idea è rivoluzionaria e meriterebbe un futuro.

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