Una ventata di ottimismo per affrontare la crisi climatica ha attraversato il tropicale agosto italiano grazie al podcast “Verde speranza” di Nicolas Lozito, giornalista de La Stampa che, ogni mattina, dal lunedì al venerdì, ha prodotto una pillola audio per contrastare l’eco-ansia di cui soffre soprattutto la generazione Z, e non solo.
Il podcast, disponibile su varie piattaforme, è finito nella Top 100 di Spotify e Apple e può considerarsi un inaspettato successo, nelle parole del suo autore, per i tanti messaggi e email che ha ricevuto.
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Cos’è l’eco-ansia e il climate-doomism
È definita eco-ansia la crescente preoccupazione per le sorti del Pianeta, dovuta alla ormai innegabile e incontrovertibile crisi climatica e ambientale. Le continue informazioni su alluvioni, siccità, incendi, scioglimento dei ghiacciai, ondate di calore, provocano il così detto “climate-doomism” (disfattismo climatico): una sorta di catastrofismo che, soprattutto tra i più giovani, tende a considerare spacciate le sorti dell’umanità.
Secondo la più grande ricerca mai realizzata sul tema dalle Università di Bath, Oxford, Norfolk, Standford e Helsinki, attraverso l’intervista di 10mila persone tra giovani e bambini in 10 paesi in tutto il mondo, per quasi la metà del campione (45%) l’ansia climatica colpisce direttamente la quotidianità, il modo di giocare, mangiare, studiare e dormire dei ragazzi. Nei risultati del sondaggio pubblicati su The Lancet si legge che più di sette intervistati su dieci (75%) sentono di “avere paura del futuro“, mentre quasi quattro giovani su dieci (39%) sostengono di non voler avere dei figli.
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Voci e storie per credere nel futuro
A partire da questa realtà, Lozito ha inteso raccogliere e raccontare testimonianze, storie, esperienze, consigli e idee, per ricordarci che l’umanità è in grado di affrontare grandi sfide e che uniti si può vincere la minaccia climatica ed essere ognuno parte della soluzione. Con cinque minuti al giorno a disposizione il giornalista friulano, con un linguaggio semplice, giovane, ma attento anche a chi non mastica l’inglese, ha trattato diversi temi ambientali da una angolatura propositiva.
Dalla “contagiosità” sociale delle azioni sostenibili, alle possibilità lavorative legate all’ambiente, dai materiali innovativi (come la pelle prodotta dai funghi) alle app utili per avere un basso impatto ambientale, dall’importanza degli oceani per la vita sulla terra al basso impatto dell’alimentazione vegana: in 24 episodi La Stampa ha scelto di fronteggiare il catastrofismo climatico e, allo stesso tempo, dare spazio agli argomenti legati alla crisi in corso. In quasi ogni puntata sono stati interpellati attivisti, scienziati, influencer, imprenditori, che con il loro contributo vocale hanno inviato agli eco-ansiosi messaggi di speranza.
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“Una via verde per affrontare il grigio della vita”
E pare abbia funzionato. Lozito, a cui abbiamo chiesto un commento sulle reazioni degli ascoltatori, racconta: “tante persone, giovani e meno giovani, ci hanno scritto dicendo che il podcast era un aiuto per affrontare le brutte notizie sul clima e sull’ambiente che ogni giorno ci bombardano. L’eco-ansia non è un disturbo da manuale di psicologia, ma è diventata a tutti gli effetti un’interferenza nella nostra quotidianità: ci mette pressione, ci incupisce.
Il podcast voleva aiutare a trovare una bussola, una sorta di metodo – basato su scienza e buon senso – per trovare una via verde per affrontare il grigio della vita. Ha aiutato anche me: perché anch’io da giornalista sento l’ansia crescere: nel mio lavoro di ogni giorno devo dare soprattutto brutte notizie”.
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Una storia a lieto fine: il buco dell’ozono
Dunque contro tante brutte notizie, se ne prova a trovare qualcuna buona. Per esempio, tra i vari temi trattati da “Verde speranza”, nella puntata n. 5 si parla di lotta al buco dell’ozono. Una storia a lieto fine se si pensa che negli anni ’80 -’90 il problema dell’assottigliamento della ozonosfera causato dai gas CFC (cluorofluorocarburi) era un allarme all’ordine del giorno. Oggi possiamo affermare che, grazie al lavoro di scienziati, attivisti e politici, questo problema è stato risolto. Infatti con il protocollo di Montreal del 1987, che ha vietato l’uso dei gas CFC in tutto il mondo, si prevede che entro il 2040 l’ozonosfera tornerà allo stesso stato in cui si trovava prima dell’introduzione dell’uso dei CFC nei primi del ‘900, salvandoci dai raggi ultravioletti.
Le puntate del podcast di Lozito sono ricche di aneddoti, citazioni, consigli di lettura e riscoperta di personaggi storici importanti per l’ambientalismo, come per esempio Eunice Newton Foote, scienziata americana dell’ottocento, che può essere considerata una pioniera negli studi sul clima e sull’effetto serra. Il proposito di combattere l’ansia climatica si accompagna a quello di stimolare il cambiamento nei nostri stili di vita. Spiega ancora Lozito: “Ovviamente i piccoli gesti fanno poco per le sorti climatiche del pianeta, ma è anche vero che raccontarli e raccontarceli trasforma i singoli in un movimento, un’onda che si fa forza e si propaga”. E per continuare la propagazione è già in cantiere una stagione numero due. Ansia climatica, non ci fai più paura.
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