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sabato, Novembre 30, 2024

“Ecodesign chiave di lettura delle nuove competenze”. Voci e idee dall’evento su ITS Academy e circolarità

Progettare le nuove professioni della conversione ecologica. Con questo obiettivo si sono svolti, lo scorso 20 settembre a Roma, i lavori dell'evento "Ecodesign, Competenze, Circolarità" organizzato da EconomiaCircolare.com, ISIA Roma Design e Sinergie

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Redazione EconomiaCircolare.com

Progettare le nuove professioni della conversione ecologica. E dar vita a percorsi formativi incentrati sull’ecodesign e sulla circolarità, arricchendo così l’offerta didattica di tutti i cicli scolastici e in particolare degli Istituti Tecnologici Superiori, le cosiddette fondazioni ITS Academy. Con questo obiettivo si sono svolti, lo scorso 20 settembre a Roma, i lavori dell’evento “Ecodesign, Competenze, Circolarità” organizzato da EconomiaCircolare.com, ISIA Roma Design e Sinergie nell’ambito delle iniziative legate all’Anno Europeo delle Competenze.

L’evento, diviso in due momenti diversi nel corso della giornata, è iniziato al mattino presso la Sala della Regina della Camera dei deputati con gli interventi introduttivi del presidente della Camera Lorenzo Fontana, del presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio Alberto Gusmeroli e di Alessandra Gallone consigliera del Ministro dell’Università e della Ricerca e del Mase.

L’ecodesign per una cultura della sostenibilità

Il focus tematico, coordinato dal nostro direttore editoriale Raffaele Lupoli, è stato inaugurato dall’intervento di Silvia Grandi, direttrice generale della Dg Economia circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: “Ecodesign significa rethinking, ripensare senza schemi precostituiti processi e produzione per risolvere i problemi della società e creare nuove opportunità – ha detto Grandi –. Per fare questo, l’intuizione è importante ma competenze e metodi lo sono ancor di più”. Il direttore generale del ministero dell’Istruzione e del Merito Fabrizio Manca, alla guida della Dg per gli Ordinamenti, la Valutazione e l’Internazionalizzazione del Sistema Nazionale d’Istruzione, ha invece aggiornato la platea sull’attuazione della legge di riforma degli ITS (legge 15 luglio 2022, n. 99), chiarendo che la costruzione di una cultura della sostenibilità e della circolarità dev’essere sempre più prerogativa del sistema educativo nel suo complesso “perché poi anche il tecnico altamente specializzato radica le sue capacità e competenze nelle sue qualità umane”.

ITS Academy, un successo da espandere

Con la riforma in corso di attuazione, ha poi spiegato Fabrizio Manca, il sistema di istruzione terziaria professionalizzante degli ITS assume dignità di ordinamento e viene regolato da fonte normativa, affiancandosi al sistema di istruzione terziaria accademico. Manca ha poi citato i dati sulle performance degli ITS registrati da Indire. Ad oggi operano 146 istituti con 1.200 percorsi attivi, 25.842 studenti iscritti e 3.564 soggetti partner coinvolti oltre ai soggetti fondatori necessari per costruire le fondazioni di partecipazione ed essere poi accreditati dal sistema regionale.

Quest’anno le ITS Academy hanno fatto registrare il loro record di inserimento nel mondo del lavoro: l’86,5% dei diplomati ha trovato un’occupazione entro un anno dal termine del percorso formativo e il 96,5% ha un lavoro coerente con il percorso formativo offerto dalle fondazioni ITS. Un buon viatico per il futuro di questo sistema di istruzione, che stando ai dati fa segnare performance migliori quando riesce a valorizzare il metodo della corresponsabilità e della condivisione degli obiettivi prioritari, nonché l’esperienza diretta di studentesse e studenti presso le imprese coinvolte nella progettazione e poi nell’attuazione del percorso formativo.

“La riforma – ha tenuto a chiarire Fabrizio Manca – prevede espressamente che non solo si debbano creare figure specifiche all’interno delle aree diverse tecnologiche, ma che il tema della transizione digitale ed ecologica debba essere valorizzato trasversalmente in tutti i percorsi”.

La sostenibilità? Dev’essere competenza di base

L’intervento dei dirigenti dei due ministeri è stato seguito da una carrellata di testimonianze e riflessioni provenienti dal mondo del design, dell’impresa e della ricerca e formazione: i designer Fabrizio Giugiaro e Daniele Lavia, il direttore generale di Erion Compliance Organization Danilo Bonato, la sustainability manager di Save the Duck Silvia Mazzanti, l’head of sustainable development initiatives di CNH Industrial Daniela Ropolo, il vicepresidente di FIB – FAAM Federico Vitali, il presidente di Generplus Spa Alfredo Bacci, la direttrice generale di Sinergie Speranza Boccafogli, il fondatore di FiordiRisorse e del festival Nobilita Osvaldo Danzi, la coordinatrice esecutiva di EconomiaCircolare.com Alessandra De Santis, il presidente della Rete Albatros e di E.A.R.T.H Academy Fausto Faggioli, la ricercatrice ENEA Roberta De Carolis, il presidente di Cumulus Association e direttore del Centro interdipartimentale Sapienza Design Research Lorenzo Imbesi e il direttore di ISIA Roma Design Tommaso Salvatori.

“Il tema di una cultura trasversale e diffusa della sostenibilità, come indispensabile competenza di base, è stato rimarcato più volte nel corso dell’intera giornata di lavori – commenta la direttrice di Sinergie Speranza Boccafogli –, confermando la necessità di approfondire questi temi in tutti i cicli scolastici, a maggior ragione se l’obiettivo è avere figure tecniche e manageriali sempre più in grado di contribuire efficacemente alla doppia transizione, ecologica e digitale, necessaria ad affrontare la crisi climatica e ambientale in atto. Dall’incontro è emerso un fabbisogno di almeno 500mila tecnici e professionisti, in un Paese con 3 milioni di persone che non studiano e non lavorano: l’incontro del 20 settembre è una chiamata trasversale alla mobilitazione e alla responsabilità di costruire insieme questo patrimonio di conoscenza e competenze”.

Competenze nuove e competenze rinnovate

Dai tavoli di lavoro pomeridiani, presso la sede di ISIA Roma Design, è emerso poi un quadro molto articolato di idee e proposte finalizzate a fornire un valore aggiunto alle ITS Academy in termini di adeguatezza delle competenze. Esponenti del mondo dell’impresa, dell’università e della ricerca, formatrici e formatori, funzionari della pubblica amministrazione e designer hanno costruito insieme una prima mappa delle competenze necessarie a dar vita a percorsi formativi improntati alla sostenibilità. Di fondamentale importanza, secondo le e i partecipanti al workshop, acquisire una conoscenza adeguata delle principali questioni legate agli impatti ambientali delle attività umane, delle modalità di tracciamento, misurazione e monitoraggio delle performance ambientali e di cosa significa ecoprogettare un prodotto o un servizio in chiave circolare e comunicare la sostenibilità a prova di greenwashing. Indispensabile anche la capacità di lavorare su sistemi complessi e sul grande tema dell’analisi e della gestione dei dati, anche in termini comunicativi. Tra le competenze soft, la capacità di mettere insieme linguaggi e culture diverse, l’interdispiclinarietà, la capacità di lavorare con il territorio, l’interculturalità e l’autoimprenditorialità.

La comunicazione e il marketing, anche come strumenti di sensibilizzazione delle persone e di chi compie scelte di acquisto, hanno un ruolo decisivo, analogamente a una profonda conoscenza delle filiere di riferimento. “L’ecodesign e il design dei sistemi devono rappresentare sempre più l’elemento guida dell’intera proposta formativa, affiancanti all’esperienza immersiva nel mondo produttivo, che deve formarsi a sua volta alla circolarità per poter formare adeguatamente le nuove figure professionali: Il ruolo delle AFAM e delle scuole di design in questo ambito è fondamentale e noi di ISIA siamo pronti a fare la nostra parte” aggiunge il direttore di ISIA Roma Design Tommaso Salvatori.

Una fucina per le professioni di domani

Tecnico superiore per la progettazione di sistemi sostenibili, tecnico superiore per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili e solidali, ecodesigner, circular data analyst, “contamination manager” per gestire le connessioni tra generazioni, generi e multiculturalità nei luoghi di lavori, capability manager per assicurare il benessere delle persone in azienda: questi sono alcuni dei profili professionali di uscita dei percorsi formativi ipotizzati durante il workshop. “L’elemento comune tra questi profili è la capacità di ecoprogettare e di padroneggiare l’intero ciclo di vita di processi e prodotti, nonché di affrontare in maniera trasversale gli aspetti gestionali, legislativi ed economico-finanziari di contesto, ma soprattutto di dare priorità alla sostenibilità in tutte le sue declinazioni e alle pari opportunità. “Alcune di queste figure – dichiarano per EconomiaCircolare.com Alessandra De Santis e Raffaele Lupoli – sono una sorta di “upgrade” sotto il profilo delle competenze ambientali di professioni già oggi esistenti, ma in molti casi si tratta di immaginare professioni e modalità di lavoro del tutto nuovo e discontinue rispetto al passato. Solo in questo modo possiamo pensare di costruire davvero un nuovo paradigma culturale, sociale e poi anche economico e produttivo. Ora l’obiettivo comune è di far tesoro del patrimonio di conoscenze e di idee messo in campo durante il nostro incontro e ritrovarci presto per passare dalla necessaria analisi dei bisogni alla realizzazione di un sogno, quello di mettere l’ecodesign e la circolarità al centro del nostro sistema formativo”.

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