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lunedì, Dicembre 16, 2024

Tanta economia circolare anche nei progetti europei LIFE

Quasi 1 miliardo di euro investito in oltre 200 progetti nel periodo 2014-2020, 1,3 miliardi stanziati per il periodo 2021-2027. Circa 700 i progetti sull’economia circolare finanziati dal 1992, dalla riduzione dei rifiuti al riuso alle simbiosi industriali all’ecodesign. Scopriamo come il programma europeo LIFE, conosciuto soprattutto per la difesa della biodiversità, sostiene il superamento del modello lineare di produzione e consumo

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Redazione EconomiaCircolare.com

Una spinta all’economia circolare in Europa arriva anche dal programma LIFE. Istituito nel 1992 eroga finanziamenti per progetti di salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. In genere associato all’attuazione delle direttive sugli uccelli e gli habitat, alle aree protette e alla costituzione della rete Natura 2000, come mostra una scheda informativa recentemente pubblicata dalla Commissione europea, i suoi finanziamenti hanno anche alimentato e continuano ad alimentare la transizione da un modello economico, produttivo e di consumo lineare all’economia circolare.

700 progetti

Il programma LIFE, infatti, sostiene l’attuazione del piano d’azione dell’UE per l’economia circolare attraverso il finanziamento di numerosi progetti: prevenzione e riduzione dei rifiuti, riciclaggio e riutilizzo, LIFE ha sostenuto dal 1992 circa 700 progetti sull’economia circolare.

I progetti, leggiamo nella scheda, hanno avuto l’obiettivo di aumentato la consapevolezza dei cittadini sulla prevenzione dei rifiuti, altri hanno contribuito a “chiudere il ciclo” nelle aree del design del prodotto, in nuovi processi di produzione e creando nuove catene del valore.

Nel periodo di programmazione 2014-2020, LIFE ha investito quasi 1 miliardo di euro (948 milioni) in oltre 200 progetti che hanno contribuito all’applicazione dell’economia circolare. Per il periodo 2021-2027, la Commissione europea ha incrementato i finanziamenti di LIFE, arrivando ad un budget di 5,4 miliardi di euro, con diversi nuovi sottoprogrammi tra cui Economia circolare e Qualità della vita per i quali sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro che andranno a finanziare progetti “incentrati sul recupero di risorse dai rifiuti e sulla prevenzione compresa l’implementazione di soluzioni di progettazione ecocompatibile, per migliorare la durabilità, la riparabilità, la riutilizzabilità, l’aggiornabilità, la riciclabilità e l’uso di contenuto riciclato nei nuovi prodotti”.

Illustriamo di seguito alcune esperienze.

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BIOCOPACPLUS

Il progetto BIOCOPACPLUS ha prodotto una bio-lacca per il rivestimento interno di lattine per uso alimentare. Ogni anno l’Europa produce più di 300.000 tonnellate scarti di lavorazione del pomodoro, come bucce e semi. Per ridurre questo spreco, il team di BIOCOPACPLUS ha realizzato un prototipo di impianto di produzione per dar vita una bio-lacca da questi rifiuti. In questo impianto, dalla buccia di pomodoro è nata una sostanza cerosa e idrorepellente chiamata cutina, l’ingrediente principale della lacca per l’interno delle lattine contenenti alimenti. Test su 3000 lattine hanno dimostrato che la bio-lacca soddisfa tutte le proprietà funzionali ed igieniche richieste e può sostituire le vernici commerciali tradizionali a base di petrolio. Inoltre, tutti i rifiuti solidi e liquidi generati nel processo sono stati utilizzati per produrre biogas. Confrontata con una lacca standard di origine fossile, le emissioni di CO2 equivalenti sono state ridotte di 730 mg per lattina.

RE-WEEE

Il progetto LIFE RE-WEEE ha puntato a ridurre la quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in Grecia. Per contrastare la formazione di questo tipo di rifiuti, il team RE-WEEE ha creato due centri di smistamento per rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche che preparavano i RAEE per il riutilizzo. Durante il progetto sono state raccolte 8600 tonnellate di RAEE, di cui 4900 sono state preparate per il riuso dopo un’ispezione visiva. Inoltre, oltre 9 mila articoli sono stati riparati. Il team ha sviluppato anche una piattaforma web in cui il pubblico può donare e scambiare attrezzature. Gruppi vulnerabili, come i soggetti poveri o svantaggiati, hanno beneficiato del progetto avendo accesso ad attrezzature funzionali ma a basso costo. Riutilizzando questi apparecchi, calcola il team del progetto, sono state evitate emissioni pari a 445 tonnellate di CO2.

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LIFE-ECOTEX

Il progetto LIFE-ECOTEX ha sviluppato un sistema di riciclaggio eco-efficiente e replicabile per cascami tessili in poliestere. Nel settore calzaturiero, spiegano i materiali informativi del progetto, fino al 7% di tessuti in poliestere di alta qualità diventano rifiuti durante la produzione. Questi rifiuti sono difficili da riciclare, rendendo lo smaltimento in discarica e l’incenerimento la soluzione più frequente. Il team del progetto spagnolo LIFE-ECOTEX ha optato per il riciclo chimico tramite glicolisi catalitica. Il processo ha prodotto monomeri ad alto valore aggiunto che sono stati riutilizzati come materia prima per produrre nuove calzature e materiali isolanti. Il team, spiega la Commissione europea, “ha aumentato la circolarità di questo settore e ridotto le emissioni di gas serra”: la produzione della nuova materia prima riduce le emissioni del 35% rispetto alla produzione di poliestere vergine. Diverse aziende nel settore tessile, automobilistico e industrie del packaging hanno avviato progetti per replicare il processo chimico.

GreenShoes4All

Il progetto LIFE GreenShoes4All ha voluto misurare l’impatto ambientale di prodotti calzaturieri per aiutare i produttori a ridurre i loro rifiuti (circa il 50% delle materie prime scartate dai produttori di scarpe sono polimeri, come gomma, tessuti o compositi polimerici, che sono difficili da riciclare) e le loro emissioni. I partner del progetto provenienti da Belgio, Portogallo, Romania e Spagna stanno contribuendo allo sviluppo della metodologia per la Product Environmental Footprint (PEF) che aiuterà le aziende calzaturiere a misurare l’impatto ambientale dei loro prodotti. Il team sta anche testando nuovi percorsi di riciclaggio per ridurre l’uso di materie prime vergini e sta sviluppando concept di eco-design.

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Waste2Protein

Progetto tedesco, Waste2Protein impiega residui organici dei supermercati per produrre proteine animali dagli insetti. Entro il 2050, dicono alcune stime, la domanda di proteine ​​animali potrebbe essere superiore del 75% rispetto al 2007 a causa della crescita demografica e del crescente consumo di carne. Coi relativi problemi legati all’allevamento intensivo e all’alimentazione del bestiame. Gli insetti possono offrire una soluzione. La farina di proteine ​​​​di insetti è una risorsa efficiente, alternativa e sostenibile per l’alimentazione degli animali, spiegano i materiali illustrativi del progetto. E può ad esempio sostituire la farina di soia, la cui produzione intensiva mette a rischio la biodiversità. Il progetto è perfettamente in linea con l’economia circolare, scrive ancora la Commissione, perché non produce rifiuti ed evita i rifiuti della filiera dei mangimi, oltre a non impiegare pesticidi e richiedere l’impiego meno suolo. Il team ha già avviato la prima produzione industriale di insetti e mira ad espandersi a livello globale.

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