giovedì, Novembre 6, 2025

Ambiente in Europa: secondo l’Agenzia europea il quadro è allarmante, anche per la competitività

Nuovo rapporto Europe’s environment 2025 dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA): “Cambiamenti climatici e degrado ambientale rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell’Europa”

Daniele Di Stefano
Daniele Di Stefano
Giornalista ambientale, redattore di EconomiaCircolare.com e socio della cooperativa Editrice Circolare

Secondo il nuovo rapporto Europe’s environment 2025 dell’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), lo stato ambientale del continente, pur registrando importanti passi avanti, “non è buono”,

Nonostante progressi misurabili—come la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento della qualità dell’aria e un aumento delle energie rinnovabili — il trend ambientale complessivo continua a registrare segnali negativi: perdita di biodiversità, uso eccessivo di risorse naturali e stress idrico crescente, afferma il “più completo rapporto” sulla salute dell’ambiente continentale. “Le prospettive per la maggior parte delle tendenze ambientali sono preoccupanti e comportano gravi rischi per la prosperità economica, la sicurezza e la qualità della vita in Europa”.

E allora perché, si domanda ad esempio il WWF, perché la Commissione insiste con le semplificazioni che stanno di fatto indebolendo la normativa ambientale europea?

“Non possiamo permetterci di ridimensionare le nostre ambizioni in materia di clima, ambiente e sostenibilità” ha detto Leena Ylä-Mononen, direttore esecutivo dell’EEA, un’affermazione che, a pensar male, sembra quasi una risposta alla foga semplificatrice della Commissione europea.

Secondo Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione per una Transizione pulita, giusta e competitiva, il Rapporto EEA “ci ricorda ancora una volta che l’Europa deve mantenere la rotta e persino accelerare le proprie ambizioni in materia di clima e ambiente. I recenti eventi meteorologici estremi dimostrano quanto diventino fragili la nostra prosperità e la nostra sicurezza quando la natura si degrada e gli impatti climatici si intensificano. Ritardare o rinviare i nostri obiettivi climatici non farebbe altro che aumentare i costi, aumentare le disuguaglianze e indebolire la nostra resilienza. Proteggere la natura non è un costo ma un investimento, nella competitività, nella resilienza e nel benessere dei nostri cittadini”.

Progressi, ma restano importanti criticità

Il Rapporto sull’ambiente in Europa 2025, basato su dati provenienti da 38 paesi, fa sapere che l’Unione europea è “leader mondiale nell’impegno per il clima”, in quanto riduce le emissioni di gas serra e l’uso di combustibili fossili mentre raddoppia la quota di energie rinnovabili dal 2005. Negli ultimi 10-15 anni, poi, sono stati compiuti significativi progressi anche nel miglioramento della qualità dell’aria, nell’aumento del riciclo dei rifiuti e dell’efficienza delle risorse.

Ma ci sono aspetti negativi che non possono essere ignorati, anche da chi guarda prioritariamente alla competitività economica. In particolare:

  • Biodiversità: In Europa, la biodiversità “sta diminuendo in tutti gli ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marini a causa delle persistenti pressioni esercitate da modelli di produzione e consumo non sostenibili”, come dimostra, in particolare, il sistema alimentare. Guardando al futuro, si prevede che il deterioramento dello stato della biodiversità e degli ecosistemi europei continui e, secondo il rapporto, “è improbabile che gli obiettivi politici concordati vengano raggiunti entro il 2030”.
  • Risorse idriche. L’allarme degli scienziati europei vale anche per l’acqua: “Le risorse idriche europee sono sotto forte pressione e lo stress idrico colpisce un terzo della popolazione e del territorio”. Nel Rapporto si legge che mantenere ecosistemi acquatici sani, proteggere i bacini idrografici e garantire che le risorse idriche sotterranee siano reintegrate è fondamentale per assicurare la futura resilienza idrica dell’Europa.
  • Crisi climatica. L’EEA ricorda che l’Europa è il continente che “si riscalda più rapidamente nell’intero pianeta. Il clima sta cambiando a un ritmo allarmante, minacciando la sicurezza, la salute pubblica, gli ecosistemi, le infrastrutture e l’economia”. L’aumento della frequenza e dell’entità delle catastrofi legate al clima, nonché la consapevolezza che il clima continuerà a cambiare nonostante gli ambiziosi sforzi di mitigazione dell’UE, si legge nel documento, che sottolinea “l’urgente necessità di adattare la società e l’economia europee, garantendo, allo stesso tempo, che nessuno sia lasciato indietro”.

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Natura e competitività

Il Rapporto sottolinea che cambiamenti climatici e degrado ambientale “rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell’Europa, dipendente dalle risorse naturali”. Protezione delle risorse naturali, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, spiega il report, insieme alla riduzione dell’inquinamento “rafforzeranno la resilienza delle funzioni sociali vitali che dipendono dalla natura, quali la sicurezza alimentare, l’acqua potabile e le difese contro le inondazioni”.

Le criticità evidenziate dall’Agenzia richiedono maggiore impegno. Richiedono “un cambiamento radicale dei sistemi di produzione e di consumo: decarbonizzazione dell’economia, transizione verso la circolarità, riduzione dell’inquinamento e gestione responsabile delle risorse naturali. Le politiche dell’UE, compreso il Green Deal, tracciano un percorso chiaro verso la sostenibilità”.

Il Rapporto esorta perciò ad “accelerare l’attuazione di politiche e azioni, per una sostenibilità a lungo termine, già concordate nell’ambito del Green Deal europeo”. E poi, un promemoria importante: “Tali azioni sono in linea con le priorità della Bussola per la Competitività della Commissione Europea in materia di innovazione, decarbonizzazione e sicurezza”.

L’aumento della circolarità dell’economia “ha il potenziale di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia e di materie prime critiche. Inoltre, investendo nella transizione digitale e verde dell’industria europea, l’Europa può migliorare la produttività e diventare un leader mondiale nell’innovazione verde, sviluppando tecnologie per la decarbonizzazione di industrie difficili da abbattere, quali quella dell’acciaio e del cemento”.

La Commissaria per l’ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva, Jessika Roswall, ha dichiarato: “Dobbiamo ripensare il legame tra ambiente ed economia e considerare la protezione della natura come un investimento e non come un costo. Una natura sana è la base per una società sana, un’economia competitiva e un mondo resiliente, ed è per questo che l’UE è determinata a mantenere fede ai propri impegni in materia ambientale”.

giornata biodiversità
Foto: Canva

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“La Commissione in direzione opposta”

“In contraddizione con i risultati del rapporto dell’EEA, la Commissione europea sta portando avanti il suo programma di deregolamentazione ambientale, mettendo a rischio decenni di progressi legislativi in materia di deforestazione, protezione della natura e ripristino”, ha affermato in WWF in una nota, Ricordando che il rinvio del Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) “è solo l’ultimo esempio di questa tendenza, e si prevede un ulteriore indebolimento nell’ambito del prossimo regolamento omnibus sull’ambiente”.

Secondo Ester Asin, direttore dell’Ufficio politiche europee del WWF, “la relazione dell’Agenzia dimostra, ancora una volta, che l’Europa non può permettersi di smantellare le leggi che proteggono la popolazione, la natura e l’economia. Ritardare il regolamento UE sulla deforestazione o indebolire le nostre leggi sulla natura e sull’acqua sarebbero errori storici e irreversibili. Al contrario, la piena attuazione e applicazione è essenziale per garantire la competitività dell’Europa, la sicurezza alimentare e idrica e il benessere dei suoi cittadini”.

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