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lunedì, Dicembre 16, 2024

Giusy Bettoni, la visionaria della moda sostenibile

Ha fondato un eco-hub internazionale di materiali innovativi per la moda sostenibile ed è una pioniera della rivoluzione green del settore tessile

Madi Ferrucci
Madi Ferrucci
Nata in provincia di Pisa il 26 giugno 1991. Laureata in Filosofia e diplomata alla scuola di Giornalismo della Fondazione Basso di Roma. Assieme a due colleghi ha vinto il Premio Morrione 2018 e il Premio Colombe d'Oro per la Pace 2019 con un’inchiesta internazionale sulla fabbrica di armi RWM in Sardegna. Ha lavorato a The Post Internazionale nella sezione news e inchieste. Collabora con Economiacircolare.com, il Manifesto e altre testate nazionali. Fa parte del collettivo di giornalisti freelance “Centro di giornalismo permanente".

“A volte un filo può fare la differenza e dare vita a una piccola rivoluzione”: un pensiero semplice che ha trasformato il modo di fare impresa di Giusy Bettoni, fondatrice e ceo di C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy), l’ecohub internazionale di materiali innovativi nel settore della moda sostenibile.

Dopo il diploma a Milano nell’ ’81 trova lavoro in una piccola multinazionale del cotone dove impara a conoscere l’intera catena tessile, dalle piantagioni al prodotto finale: “Il mio ruolo era nel settore della comunicazione e questo mi permetteva di avere una visione d’insieme dell’azienda, è così che mi sono resa conto dell’importanza del materiale all’interno della filiera produttiva”, racconta a EconomiaCircolare.com.

La scelta della materia prima può determinare tutte le fasi successive della produzione e i rapporti fra le professionalità coinvolte nella realizzazione del tessuto: “La filiera allora era molto frammentata, c’erano operai specializzati in ogni minimo dettaglio ed ero affascinata dal funzionamento quasi spontaneo di tutti questi ingranaggi che alla fine si univano per creare un oggetto unico. Avevo la sensazione che vi fosse una circolarità in quel lavoro, un’armonia che nasceva in maniera quasi inconsapevole”.

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Giusy Bettoni e il suo percorso nel settore della moda sostenibile

Nel ’92 Giusy decide di aprire la sua agenzia di marketing e comunicazione con un focus  sulla promozione dei materiali: “Dopo molti anni di lavoro in questo settore una multinazionale americana ci ha chiesto di promuovere il suo nuovo materiale, erano riusciti a creare una fibra estratta dal mais completamente naturale con cui si potevano fare tessuti di ottima qualità: quell’incontro per me ha rappresentato il primo passo nel settore della moda sostenibile”.

Quest’esperienza le permette di capire l’importanza dell’innovazione finalizzata alla creazione di prodotti naturali a basso impatto ambientale. Inizialmente, però, incontra molta diffidenza e deve sgomitare per trovare clienti disposti a darle fiducia: “Ho avuto molte difficoltà non solo con alcuni produttori poco sensibili al tema della sostenibilità ma anche con chi voleva realizzare tessuti naturali, perché c’era l’idea che una fibra estratta chimicamente non fosse abbastanza ecologica”.

Nell’attività di Giusy, invece, natura e ingegno sono sempre riusciti a trovare una sintesi: “Bisogna saper innovare, creando prodotti belli ed ecologici e bisogna anche saper raccontare bene in che modo i tessuti sostenibili possono contribuire al miglioramento dell’ambiente che ci circonda”, continua.

La fondazione di Eco-hub C.L.A.S.S

Per rispondere a questa esigenza fonda nel 2007 Eco-hub C.L.A.S.S, con l’obiettivo di offrire un supporto a brand, designer e produttori, che vogliono promuovere un business più green e virtuoso.

Come donna ha imparato a farsi strada da sola tra molte difficoltà e quando finalmente ha potuto aprire un’azienda tutta sua ha cercato di incoraggiare il più possibile la presenza femminile: “Ho avuto la fortuna fin dall’inizio della mia carriera di poter viaggiare molto, questo mi ha permesso di conoscere molte donne determinate che mi hanno incoraggiata ad andare avanti nel mio percorso. Così alla fine ho deciso di restituire il favore dando priorità alle donne all’interno della mia azienda. Non puoi aspettarti che il mondo cambi se non sei tu la prima a lottare per trasformarlo”.

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