Reverse logistic

    0
    6420

    Con la definizione reverse logistic, che in italiano possiamo tradurre con l’espressione logistica di ritorno, si intende il processo opposto a quello della catena di distribuzione. I flussi di materiali grezzi, semilavorati e prodotti finiti  passano dal cliente finale fino al produttore/distributore o soggetto terzo adibito al recupero. La logistica di ritorno quindi inizia dalla fine e permette di far guadagnare nuovo valore a prodotti che hanno esaurito il loro ciclo di vita.

    Gli ambiti di applicazione

    Le attività tipiche della logistica di ritorno riguardano la gestione dei resi, ovvero il loro recupero e raccolta, il trasporto, la ricezione e lo smistamento del ritorno. Il reso si origina nel momento in cui un bene non è conforme, è stato danneggiato nel trasporto o risulta difettoso. I resi spesso sono ricollocati sul mercati secondari (es. outlet), smaltiti in discariche dedicate ma anche rigenerati. Rigenerare beni o componenti  ‘tornati indietro’ ha un vantaggio ambientale poiché evita lo sfruttamento di nuove risorse, ma permette anche di dare nuovo valore al prodotto, con l’ulteriore possibilità di immetterlo sul mercato. Anche gli imballaggi possono essere soggetti al sistema di logistica di ritorno, con lo scopo di recuperarne i materiali e le componenti ancora funzionanti. In questo modo sarà dunque possibile riciclarli e rimetterli a nuovo per il riutilizzo.

    Chi ci guadagna?

    Sono tanti i settori dove è possibile adottare soluzioni di logistica inversa. A volte si tratta di comparti in cui i principi della reverse logistic sono stati utilizzati addirittura prima che venissero definiti. È il caso ad esempio del post vendita nell’ambito automobilistico.Infatti, sebbene spesso abbiano percorso innumerevoli chilometri, i componenti della vettura sono sempre utili, tant’è che dallo smontaggio di un componente usato è possibile realizzare un prodotto rigenerato con qualità equivalente a uno nuovo. Basti pensare ad esempio alle autodemolizioni, più noti come sfasciacarrozze. In particolare troviamo ricondizionati motori, cambi, parti elettriche (centraline, motorini, scatole sterzo, servosterzo etc.), turbocompressori, impianto frenante (pinze e pompe), pneumatici etc.

    E se fino a qualche anno fa l’attività di raccolta, smontaggio e ricambio veniva svolta esclusivamente da aziende artigiane, da qualche tempo su questo mercato (soprattutto in Europa e negli Stati Uniti) si sono lanciate le grandi case automobilistiche a cui si sono affiancate, in una sorta di mercato equivalente, diverse aziende indipendenti.