Sarà un caso ma poco più di un mese dopo la presentazione dei risultati della analisi condotte da Greenpeace sulla presenza di PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili italiane, il governo prende l’iniziativa e, seguendo l’esempio di altri Paesi, con un decreto legge rivede al ribasso i limiti indicati dalla direttiva europea sulla acque potabili (Drinking Water Directive-DWD, 2020/2184).
Recita la nota del 13 marzo scorso: “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, di attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”.
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La direttiva europea
A partire dall’anno prossimo entrerà in vigore in Italia la revisione della direttiva europea sulla acque potabili (Drinking Water Directive-DWD, 2020/2184), che prevede i seguenti limiti: 500 nanogrammi per litro (o 0,5 microgrammi per litro) per il parametro “PFAS totali” e 100 nanogrammi per litro (o 0,1 microgrammi per litro) per il parametro “Somma di PFAS”. In Italia quest’ultimo valore sarà determinato dalla somma di 24 diverse molecole.
I valori indicati dalla direttiva sono stati oggetto di confronto e di prese di distanza. L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, nel 2020 “ha stabilito una nuova soglia di sicurezza per le principali sostanze perfluoroalchiliche, o PFAS, che si accumulano nell’organismo umano”, si legge nel sito dell’agenzia. “La soglia, una dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana, viene specificata in un parere scientifico sui rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di queste sostanze negli alimenti”. più recentemente l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha dichiarato che i limiti in via di adozione con la DWD rischiano di essere inadeguati a proteggere la salute umana.
I nuovi limiti per i PFAS nelle acque potabili proposti dal Governo
Il decreto, ora all’analisi delle competenti commissioni del Senato, introduce un nuovo valore limite per la “Somma di 4 PFAS”( ovvero per quattro molecole di cui è già nota la pericolosità per la salute umana: PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS), pari a 20 nanogrammi per litro. “Si tratta di un valore limite uguale a quello introdotto in Germania, ma ben lontano da valori più cautelativi introdotti da altri Paesi come la Danimarca (2 nanogrammi per litro) o la Svezia (4 nanogrammi per litro)”, osserva Greenpeace.
Altra novità contenuta nel decreto è il monitoraggio di altri PFAS – “le cosiddette molecole ADV prodotte in Italia dall’ex Solvay di Alessandria, oggi Syensqo”, sottolinea Greenpeace – e l’introduzione di un valore limite per il TFA (“la molecola della classe dei PFAS più abbondante sul pianeta e finora non sottoposta a restrizioni”, ricorda l’associazione) pari a 10 microgrammi per litro (equivalenti a 10.000 nanogrammi per litro). “Nei mesi scorsi Greenpeace aveva rilevato per la prima volta la presenza diffusa di questo composto non regolamentato nelle acque potabili italiane”.
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Il commento di Greenpeace
“Finalmente il governo ascolta la comunità scientifica, le organizzazioni come Greenpeace che da anni denunciano questa contaminazione e le comunità locali che, con sempre maggior forza, chiedono provvedimenti efficaci per limitare la diffusione di queste pericolose sostanze”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. “Questo primo provvedimento è un’ottima notizia, ma il testo presentato dal governo deve essere ulteriormente migliorato dal Parlamento per proteggere la salute umana: ci auguriamo che le varie forze politiche trovino un accordo trasversale per ridurre ulteriormente i limiti consentiti avvicinandoli all’unica soglia sicura, lo zero tecnico. Intervenire sulle acque potabili è solo il primo passo, auspichiamo che presto segua una legge per vietare l’uso e la produzione di questi inquinanti. Greenpeace continuerà a fare la sua parte fino a quando la salute pubblica e l’ambiente non saranno adeguatamente protette dai PFAS”.
L’associazione ambientalista sottolineare inoltre come “il provvedimento sulle acque potabili sia incoerente con gli indirizzi vaghi e poco ambiziosi inclusi nella mozione sui PFAS della maggioranza di governo numero 1-00419 approvata ieri alla Camera dei Deputati”.

Aggiornamento del 30 aprile 2025
E mentre l’Italia rendere più stringenti i limiti sulle acque potabili, l’aggiornamento del regolamento europeo sulle sostanze chimiche (Reach) che “arriverà entro la fine dell’anno”, ma non includerà i PFAS. Per restrizioni alle perfluoroalchiliche dovremo aspettare almeno il 2026. Lo ha fatto sapere la commissaria Ue per l’Ambiente, Jessika Roswall.
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