L’estate è ancora lontana, lontanissima, ma la mobilitazione per salvaguardare le spiagge e i siti naturali, dove ci rifugiamo all’arrivo del caldo, non si arresta neppure di fronte al freddo di questi giorni. E così online è ancora attiva la mobilitazione online lanciata ad agosto 2022 da Marevivo, Enpa, LAV, Sea Shepherd Italia e Coordinamento C.I. T.A.N.G.E. ll titolo della petizione è netto: “No ai grandi eventi su spiagge e siti naturali”.
Nel momento in cui scriviamo la petizione, attiva sul sito Change.org, è arrivata a 66.387 adesioni, con l’obiettivo di raggiungere la cifra di 75mila. Un numero ampiamente alla portata della fitta rete di associazioni che ha promosso la raccolta firme, tra cui c’è anche A Sud.
“In estate – si legge nell’introduzione – spiagge e siti naturali sono presi d’assalto da decine di migliaia di persone, durante i numerosi eventi musicali che causano un fortissimo danno ambientale. Eppure nell’articolo 9 della Costituzione si riporta che la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
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Penso distruttivo?
Il riferimento esplicito non c’è mai ma è chiaro che la petizione è rivolta contro il Jova Beach Party, la rassegna di concerti che dal 2018 il noto cantante Jovanotti organizza in alcune spiagge italiane. Si tratta di eventi che hanno visto spesso le opposizioni delle associazioni nei territori individuati – da Vasto a Roccella – e che anzi hanno scatenato anche una frantumazione all’interno del mondo ambientalista, dato che ad esempio il WWF ha invece sempre fornito supporto all’organizzazione.
“Non esistono concerti ecosostenibili in spiagge o aree naturali, anzi, questi sono spesso il frutto di decisioni, anche politiche, che violano gli stessi valori di sostenibilità e tutela ambientale declamati tra le loro finalità – si legge nella petizione – Le tanto annunciate attività di pulizia post-evento dei rifiuti abbandonati in spiaggia, che rischiano di finire per sempre in mare, non bastano di certo a ripristinare l’equilibrio preesistente. Basti pensare all’abbattimento preventivo di alberi per la creazione di parcheggi o al calpestio che compromette il prezioso ecosistema dunale”.
Tuttavia nel momento in cui scriviamo non è chiaro se il Jova Beach Party tornerà anche nel 2024. Le due edizioni finora svolte devono ancora fare i conti con il clamoroso autogol con cui nell’estate 2022 Jovanotti bollò le proteste degli ambientalisti come “eco-nazisti”. Anche per questo motivo in un primo momento l’artista aveva reso noto il ritorno nei più consoni palazzetti dello sport. Ma al momento, dopo il serio infortunio occorso allo stesso Jovanotti, si sa poco delle tempistiche.
“Il Jova Beach Party dobbiamo rifarlo e, prima o poi, lo rifaremo” ha detto l’artista a giugno 2023. Ma da allora, poi nessuna notizia. Ecco perché il senso della petizione resta attuale. Anche perché il Jova Beach Party in questi anni non è mica stato l’unico evento che si è tenuto nelle spiagge e nei siti naturali.
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Cerco l’estate tutto l’anno
Nell’aggiornamento della petizione, risalente all’agosto 2023, si fa notare che “gli stessi grandi eventi, per tutto il periodo invernale e ancora oggi con la stagione estiva, non si sono MAI fermati. C’è bisogno, ancora una volta, di alzare la testa in difesa del mare, che produce oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe 1/3 dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo”.
Per chi vive tutto l’anno nelle zone costiere è facile accorgersi come anche in inverno il culto degli eventi in spiaggia, seppur ridotto, non si arresta mai. Con la scusa della destagionalizzazione, non mancano concerti e rally, e perfino il Natale in spiaggia. Non solo l’impatto ambientale non viene tenuto in considerazione ma non vengono calcolati neppure i rischi. Eppure una recente mappatura di Legambiente, che per la prima volta ha conteggiato gli eventi meteo estremi nei Comuni costieri, dovrebbe far riflettere.
“Spiagge e aree costiere sono tra le zone più fragili e in sofferenza della Penisola” ricorda l’associazione nel report “Spiagge 2023. La situazione e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane”. Dal 2010 a giugno 2023 Legambiente ha conteggiato ben 712 eventi meteo estremi in 240 aree costiere, che hanno comportato 186 vittime. Il Sud Italia è il più colpito con Sicilia, Puglia, Calabria e Campania in testa. Preoccupa anche l’avanzata dell’erosione costiera e del consumo di suolo.
“Al governo Meloni – scrive Legambiente – indichiamo sette interventi da mettere in campo a partire dall’approvazione del Piano di adattamento al clima, della legge sullo stop al consumo di suolo, garantire almeno il 50% delle spiagge in ogni Comune lasciato alla libera e gratuita fruizione e misure di adattamento per ridurre il rischio di inondazioni nelle zone costiere”.
L’estate è ancora lontana ma il tempo per adottare misure del genere è ora.
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