Di acronimi è pieno il mondo e quello del titolo di questo Speciale non fa eccezione: i CAM sono i criteri ambientali minimi, vale a dire quei parametri definiti dallo Stato per garantire un basso impatto ambientale lungo tutto il ciclo di beni, servizi e opere. I CAM disciplinano in particolare gli appalti della pubblica amministrazione e sono previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Si tratta di un filone già previsto per diverse filiere – attualmente sono stati adottati CAM per 18 categorie di forniture e affidamenti, come scrive il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. In questo Speciale ci interessa soprattutto l’applicazione dei criteri ambientali minimi nel settore culturale, secondo quanto previsto dalla Missione 1, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo”, sotto la voce Componente 3, Turismo e Cultura 4.0″.
Come scrive la nostra Carlotta Indiano, “lo scopo della riforma per il settore della cultura è dunque quello di migliorare l’impronta ecologica degli eventi culturali come mostre, festival, eventi culturali e musicali promossi e organizzati dall’autorità pubblica. Eventi, cioè, organizzati attraverso gare d’appalto pubbliche”.
Come può dunque il settore culturale aumentare la consapevolezza ecologica? Quali sono le opportunità e quali i rischi di una procedura univoca applicata a un mondo frastagliato come quello degli eventi? A queste e ad altre domande prova a rispondere il nostro Speciale. Lo fa attraverso l’analisi dei provvedimenti, il parere degli esperti e delle esperte, le nostre riflessioni.
Come sempre, rinnoviamo l’invito a inoltrarci contributi, critiche e suggerimenti. Intanto buona lettura circolare.
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