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sabato, Novembre 30, 2024

Fissati in Europa limiti più stringenti (ma differibili) per l’inquinamento atmosferico

Europarlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla revisione delle direttive che fissano obiettivi per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l'inquinamento atmosferico in Europa

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Redazione EconomiaCircolare.com

Martedì scorso, 20 febbraio, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sui nuovi limiti per la qualità dell’aria da raggiungere entro il 2030.

L’inquinamento atmosferico continua a essere la prima causa ambientale di morte precoce nell’UE, con circa 300.000 decessi prematuri all’anno. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), nel 2021 il 97% della popolazione urbana dell’UE è stato esposto a concentrazioni di particolato fine (PM2,5, il più letale di tutti gli inquinanti atmosferici) superiori alle ultime linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Inquinamento aria atmosferico

La sola esposizione al particolato fine è stata responsabile, sempre secondo l’EEA di 238.000 morti premature nel 2020: un numero oltre 12 volte superiore a quello delle persone decedute in incidenti stradali (18 800 nel 2020).

Inquinamento aria atmosferico

Per affrontare l’inquinamento atmosferico, l’UE dispone di due direttive sulla qualità dell’aria, risalenti al 2004 e al 2008 (2004/107/CE e 2008/50/CE). Nell’ottobre 2022 la Commissione ha presentato una proposta di aggiornamento e fusione delle direttive esistenti come parte integrante del piano d’azione dell’UE per l’inquinamento zero nel quadro del Green Deal europeo. Nell’ambito di questo piano d’azione, la Commissione si è impegnata a rivedere gli standard di qualità dell’aria dell’UE per allinearli maggiormente alle raccomandazioni dell’OMS.

Il grafico seguente mostra che, ad esempio, secondo gli attuali standard europei meno dell’1% della popolazione urbana dell’UE è esposta a livelli nocivi di PM2,5. Tuttavia, se si tiene conto delle ultime linee guida dell’OMS, questa percentuale sale al 97%.

Inquinamento aria atmosferico

Leggi anche: Emissioni, l’obiettivo Ue del -90% e i dubbi sulle scelte della Commissione

Cosa prevedo le nuove norme sull’inquinamento atmosferico

Vediamo nel dettaglio quali sono i punti centrali dell’accordo tra Consiglio e Parlamento Ue:

Nuovi limiti. Le nuove norme stabiliscono limiti e valori obiettivo più severi per il 2030, rispetto alle norme attuali, per diversi inquinanti, tra cui il particolato (PM2,5, PM10), l’NO2 (biossido di azoto) e l’SO2 (biossido di zolfo). Per i due inquinanti con il più alto impatto documentato sulla salute umana, PM2,5 e NO2, i valori limite annuali saranno più che dimezzati, passando rispettivamente da 25 µg/m³ (microgrammi per metro cubo) a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³;

Più punti di campionamento. Le nuove norme stabiliscono che dovranno essere predisposti più punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città;

Dati chiari e accessibili. Gli Stati membri dovranno intensificare gli sforzi per quanto riguarda l’informazione del pubblico. I colegislatori hanno concordato di rendere comparabili, chiari e disponibili al pubblico gli indici di qualità dell’aria, che oggi sono piuttosto frammentati in tutta l’UE. Questi indici forniranno anche informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, comprese informazioni personalizzate per i gruppi vulnerabili;

Piano e road map per la qualità dell’aria. In caso di superamento di un limite o di un valore obiettivo o di rischio concreto di superamento delle soglie di allarme, il testo prevede che gli Stati membri stabiliscano:

– una tabella di marcia per la qualità dell’aria, se tra il 2026 e il 2029 il livello degli inquinanti supera il limite o il valore obiettivo da raggiungere entro il 2030;

piani per la qualità dell’aria per le aree in cui i livelli di inquinanti superano i valori limite e i valori obiettivo stabiliti nella direttiva dopo la scadenza del 2030;

piani d’azione a breve termine che stabiliscano misure di emergenza (ad esempio, limitazione della circolazione dei veicoli, sospensione dei lavori di costruzione, ecc.) per ridurre il rischio immediato per la salute umana nelle aree in cui le soglie di allarme saranno superate.

Riscarcimenti. È stato inoltre concordato che ai cittadini interessati e alle ONG ambientaliste dovrà essere garantito l’accesso alla giustizia per contestare la mancata attuazione di questa direttiva negli Stati membri. I cittadini avranno poi diritto a un risarcimento quando la loro salute sia danneggiata a causa della violazione delle nuove norme;

Inquinamento transfrontaliero. Il testo richiede che la cooperazione tra gli Stati membri in materia di inquinamento transfrontaliero sia migliorata. Gli Stati membri dovrebbero cooperare tra loro per identificare le fonti di inquinamento atmosferico e le misure necessarie per affrontarle e per pianificare attività coordinate;

Revisione. Si invita la Commissione europea a rivedere gli standard di qualità dell’aria entro il 2030 e successivamente ogni cinque anni, al fine di valutare le opzioni di allineamento con le recenti linee guida dell’OMS e con le più recenti evidenze scientifiche.

Leggi anche: La stretta Ue sull’inquinamento causato dalle navi

Limiti al 2030, forse

La novità più discussa è quella legata alla possibilità di una dilazione degli obiettivi.

L’accordo tra Consiglio e Parlamento offre agli Stati membri la possibilità di richiedere, entro il 31 gennaio 2029 e “per motivi specifici” e “a condizioni rigorose”, un rinvio del termine per il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria:

– fino a non oltre il 1° gennaio 2040 per le aree in cui la conformità alla direttiva entro la scadenza si rivelerebbe irraggiungibile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche o in cui le riduzioni necessarie possono essere ottenute solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti

– fino a non oltre il 1° gennaio 2035 (con possibilità di proroga di altri due anni) se le proiezioni mostrano che i valori limite non possono essere raggiunti entro la scadenza.

Per richiedere questi rinvii, gli Stati membri dovranno includere proiezioni sulla qualità dell’aria nelle loro tabelle di marcia per la qualità dell’aria (da stabilire entro il 2028) che dimostrino che il superamento sarà mantenuto il più breve possibile e che il valore limite sarà raggiunto al più tardi entro la fine del periodo di rinvio. Durante il periodo di rinvio, gli Stati membri dovranno inoltre aggiornare regolarmente le loro tabelle di marcia e riferire sulla loro attuazione.

Questo, come accennato, è il punto più discusso dell’accordo, tanto che alcuni politici (come Maria Angela Danzì del Movimento 5 Stelle) e associazioni ambientaliste (come Transport & Environment e Legambiente), chiedono che gli Stati non facciano ricorso alle deroghe.

Leggi anche: Greenwashing, sulla direttiva Green claims voto in plenaria a marzo

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