Prosegue l’impegno dell’Unione Europea sul versante delle materie prime critiche, allo scopo di garantire ai 27 Stati membri dell’UE una maggiore autonomia sui 32 minerali e metalli fondamentali per parecchi ambiti del nostro presente e del nostro futuro: dalle energie rinnovabili ai data center, dai pc e dagli smartphone alla difesa. Dopo la pubblicazione, lo scorso 25 marzo, dei 47 progetti strategici da sviluppare all’interno del Vecchio Continente, nella giornata di ieri la Commissione ha pubblicato il primo elenco di 13 progetti strategici su materie prime critiche situate al di fuori dell’UE.
“I progetti strategici – scrive la Commissione – diversificheranno le fonti di approvvigionamento dell’UE e aumenteranno la sicurezza economica. Allo stesso tempo, i progetti sono progettati per stimolare la creazione di valore locale nei Paesi terzi. Complessivamente tutti e 60 i progetti strategici (sia quelli precedenti all’interno del perimetro europeo che gli attuali sparsi per il globo, nda) contribuiranno alla competitività dell’industria dell’UE e in settori particolari quali la mobilità elettrica, le energie rinnovabili, la difesa e il settore aerospaziale. Tali progetti sono i primi risultati dell’attuazione del regolamento noto come Critical Raw Materials Act, entrato in vigore nel maggio 2024”.
C’era molta attesa su questi nuovi progetti UE, dato che ad aprile la Cina – che detiene il monopolio della filiera di quasi tutte le materie prime critiche – ha annunciato un freno nelle esportazioni, soprattutto per quel che riguarda le terre rare, di cui tanto si è discusso in questi mesi anche per via dell’interesse degli Stati Uniti di Donald Trump. Non a caso nell’annuncio dei nuovi 13 progetti strategici sulle materie prime critiche il commissario europeo per l’industria Stephane Sejourne si è soffermato proprio sul desiderio di una maggiore autonomia.
“L’Europa ha bisogno di materie prime per avere successo nelle nostre ambizioni industriali e climatiche. L’UE richiede catene di approvvigionamento stabili, sicure e diversificate. Dopo i progetti annunciati nell’UE, l’elenco odierno dei 13 progetti strategici in tutto il mondo contribuirà a ridurre le dipendenze dell’Europa, contribuirà alla nostra sicurezza economica, creando al contempo la crescita, l’occupazione e le opportunità di esportazione nei Paesi interessati”, ha detto Sejourne.
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Le caratteristiche dei progetti strategici UE sulle materie prime critiche
Tra i 13 progetti strategici, sette si trovano in Canada, Groenlandia, Kazakistan, Norvegia, Serbia, Ucraina, Zambia, con i quali l’UE ha un partenariato strategico sulle catene del valore delle materie prime; due si trovano in Groenlandia e Nuova Caledonia, territori distanti e cruciali (ci torneremo) e i restanti si trovano in Brasile, Madagascar, Malawi, Sud Africa e Regno Unito, Paesi coi quali tendenzialmente le aziende europee hanno buoni rapporti commerciali.
“Dieci di questi progetti strategici – scrive la Commissione – riguardano materie prime strategiche essenziali per veicoli elettrici, batterie e accumulo di batterie, come litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. Due progetti strategici coprono l’estrazione di elementi di terre rare, che svolgono un ruolo chiave nella produzione di magneti ad alte prestazioni utilizzati nelle turbine eoliche o nei motori elettrici per le tecnologie di energia rinnovabile e la mobilità elettrica. In combinazione con i tre progetti strategici dell’UE che coprono il trattamento delle terre rare, questi progetti strategici aggiuntivi saranno in grado di aumentare la sicurezza dell’UE di approvvigionamento di terre rare. I progetti strategici coprono anche il rame, utilizzato dalla rete elettrica alla microelettronica, tungsteno e boro, utilizzato nei settori automobilistico, delle energie rinnovabili, aerospaziale e della difesa”.

Come si può notare dall’elenco, quasi tutti i progetti strategici sulle materie prime critiche al di fuori del perimetro europeo sono progetti relativi all’estrazione, poi soltanto tre relativi alla trasformazione e uno integrato estrazione/trasformazione mancano progetti relativi al riciclo e alla sostituzione delle materie prime critiche e strategiche. Anche se la Commissione ha assicurato che i nuovi progetti saranno conformi ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) la speranza è che anche nei Paesi extraeuropei venga applicato il principio DNSH, cioè del danno ambientale non significativo (più restrittivo rispetto ai criteri ESG).
In ogni caso, a scorrere l’elenco pubblicato dalla Commissione, saltano all’occhio due progetti che potrebbero diventare i più critici, specie per i Paesi coinvolti. Entrambi riguardano l’estrazione di grafite e dovrebbero svilupparsi in Ucraina e in Groenlandia. Se nel primo caso il dubbio giunge per via del fatto che l’Ucraina è ancora un Paese in guerra, nel secondo caso la Groenlandia è un Paese conteso dalle mire USA (ricordate gli annunci di annessione di Donald Trump?), dalla Russia e ora anche dall’Unione Europea, per via del riscaldamento globale che rende lo scioglimento dei ghiacciai un’appetitosa scoperta di nuovi territori e di nuove possibili risorse naturali.
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Come è avvenuto il processo di selezione
I progetti strategici selezionati sono stati valutati da esperti indipendenti per garantire che soddisfino i criteri stabiliti nel regolamento sulle materie prime critiche, in particolare per quanto riguarda gli standard ambientali, sociali e di governance, nonché la fattibilità tecnica. Inoltre, scrive la Commissione, “i progetti devono essere reciprocamente vantaggiosi e portare benefici sia all’UE che ai Paesi terzi interessati. I progetti dovevano dimostrare le prospettive di contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE, ad esempio attraverso la conclusione di accordi di off-take con le industrie europee a valle”.

I progetti strategici selezionati beneficeranno di un sostegno coordinato da parte della Commissione, degli Stati membri e degli istituti finanziari, attraverso la facilitazione all’accesso ai finanziamenti. Si stima che i 13 progetti strategici al di fuori dell’UE necessitino di un investimento complessivo di capitale di 5,5 miliardi di euro per avviare le operazioni. La Commissione rafforzerà inoltre la cooperazione con i Paesi terzi interessati per garantire lo sviluppo di tali progetti, in particolare attraverso i partenariati strategici già conclusi con alcuni di questi Paesi sulle catene del valore delle materie prime.
Anche in questo caso sorprendono i tempi estremamente rapidi. Quando il regolamento sulle materie prime critiche, cioè il Critical Raw Materials Act, è entrato in vigore era il 23 maggio 2024. Lo stesso giorno la Commissione ha pubblicato un invito a presentare proposte per il riconoscimento dei progetti come progetti strategici, fissando come data limite il 22 agosto 2024. Le domande considerate complete sono state valutate dalla Commissione, con il sostegno di esperti esterni, e da qui è stato individuato un primo elenco di progetti per l’estrazione, la trasformazione, il riciclaggio o la sostituzione di materie prime strategiche. La Commissione ha consultato il comitato critico per le materie prime, composto dagli Stati membri e dal Parlamento europeo in qualità di osservatore, per discutere e adottare un parere sull’elenco dei progetti strategici il 20 febbraio 2025 e il 12 marzo 2025. A distanza di due mesi e mezzo da quegli incontri la Commissione è dunque riuscita a pubblicare l’elenco ufficiale dei 13 progetti strategici. Un’accelerazione che, si spera, possa ora essere applicata all’economia circolare, la reale soluzione al problema dell’approvvigionamento e dell’autonomia sulle materie prime critiche.
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