L’International Standard Organization (ISO), come EconomiaCircolare.com ha scritto, qualche settimana fa ha pubblicato le attese norme internazionali sulla circolarità. In questa fase, tutti gli Enti di Normazione europei (come ISO per l’Italia e CEN a livello continentale) dovrebbero recepirli e allinearsi. Ma potrebbero anche pubblicare standard europei che spieghino come applicare quelli internazionali all’interno dei confini Ue. Per capire l’interazione tra le norme europee e italiane (UNI/TS11820) e quelli internazionali, abbiamo chiesto lumi a Claudio Perissinotti Bisoni, Technical Project Manager di UNI, anche per provare ad avere una prospettiva dei successivi lavori dell’ente di normazione nazionale.
Dottor Perissinotti, tra le altre cose lei segue da vicino gli sviluppi della normazione internazionale sull’economia circolare. Qual è la portata e il valore delle norme ISO approvate qualche settimana fa?
Gli standard della serie ISO 59000 sull’economia circolare sono il risultato di anni di lavoro di centinaia di esperte ed esperti provenienti da circa 100 paesi mondiali: rappresentano quindi il risultato del consenso delle istanze e delle posizioni di ciascun paese partecipante. In particolare, la ISO 59004 su principi e terminologia fornisce un linguaggio comune, a partire dalla definizione di economia circolare fino ad arrivare a quelle di risorse e rifiuti. Senza una base terminologica comune, sarebbe impossibile pensare, ad esempio, ad una misurazione univoca della circolarità, oggetto peraltro della ISO 59020. La ISO 59010 e la ISO 59032 sono dei documenti molto utili per le organizzazioni che voglio cambiare il proprio approccio lineare, perché forniscono loro una guida sui business model più adatti, in base alle proprie caratteristiche, per un’economia più circolare.
Leggi anche: Norme ISO per l’economia circolare, pubblicati i nuovi standard
L’approvazione di questi nuove norme non è automaticamente operativa anche in Europa. Ci chiarisce quale sarà il loro ambito di applicazione e cosa avverrà ora a livello europeo ed eventualmente italiano?
In generale gli standard sono volontari. Il campo di applicazione degli standard ISO è globale, applicabile a qualsiasi tipologia di organizzazione. Per quanto riguarda l’economia circolare, abbiamo due principali Comitati Tecnici di riferimento: il Comitato ISO, a livello internazionale, e quello CEN, a livello europeo. Proprio in seno a quest’ultimo si sta discutendo della possibilità di recepire gli standard ISO, applicando il cosiddetto Vienna Agreement. In questo caso tutti gli Enti di Normazione europei dovrebbero recepirli, di fatto accettando i contenuti degli standard e non potendo produrre altri standard in contrasto con essi. Un’altra opzione potrebbe essere quella di pubblicare standard europei che spieghino come applicare quelli internazionali all’interno dei confini europei. La partita è aperta e bisogna considerare che le esigenze dell’Europa sono alte. Indipendentemente da questo, la Commissione Tecnica UNI sull’economia circolare deciderà nei prossimi mesi se adottare o meno gli standard, nel caso in cui il recepimento a livello europeo non avvenisse.
Veniamo al lavorare fatto in questi anni da UNI con la norma UNI/TS11820e con la raccolta di buone pratiche UNI/TR 11821. Come è stato accoltolo standard sulla misurazione? Subirà in qualche modo l’influenza delle ISO 59000?
Non abbiamo dati ufficiali di applicazione della UNI/TS 11820, ma siamo in contatto con diverse organizzazioni che hanno applicato la norma e che ci hanno fornito dei feedback utili alla prossima revisione, che peraltro è alle sue fasi finali. Il gruppo di lavoro UNI sulla misurazione della circolarità ha avviato un lavoro di analisi per identificare similitudini e differenze tra gli standard UNI/TS 11820 e ISO 59020. In generale riteniamo che i documenti siano tra loro compatibili, ma hanno sicuramente delle differenze di approccio e di metodo. Capiremo insieme agli esperti come rendere pubblici i risultati di questa analisi, per dare una bussola alle organizzazioni interessate alla misurazione della circolarità.
Leggi anche: Da oggi è attiva la norma UNI che aiuta a misurare la circolarità
Quali sono le prossime attività in cantiere per UNI sul fronte degli standard di circolarità?
A livello italiano, come già accennato, la UNI/TS 11820 è in fase di revisione e raccoglie tutti i feedback raccolti in questi due primi anni dalla sua pubblicazione. Sarà uno standard più adattabile alla natura delle organizzazioni, mantenendo comunque la sua natura trasversale, includendo aspetti di circolarità e sostenibilità.
A livello internazionale la Norvegia ha proposto un sistema di gestione (Management System Standard) per l’economia circolare, che, se approvato, si affiancherebbe alle decine di standard di sistemi di gestione già esistenti, come ad esempio la UNI EN ISO 9001 per la gestione della qualità o la UNI EN ISO 14001 sulla gestione ambientale. Il vantaggio di adozione di un sistema di gestione ISO è che la struttura di base è appositamente progettata per agevolare l’integrazione di due o più sistemi di gestione. Peraltro, di recente, ISO ha modificato la struttura base, includendo l’analisi dei cambiamenti climatici come requisito di analisi di contesto.
© Riproduzione riservata