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venerdì, Novembre 15, 2024

La neo-presidente del Messico scienziata del clima punterà sulla transizione?

La presidente eletta del Messico Claudia Sheinbaum, prima donna Capo di Stato nella storia del Paese. È una scienziata e ha contribuito a due report dell’Ipcc. Riuscirà a fare meglio del suo mentore e predecessore sul fronte della transizione ecologica e della lotta alla crisi climatica?

Vittoria Moccagatta
Vittoria Moccagatta
Classe 1998. Laureata in filosofia all'Università degli Studi di Torino, è una borsista Training for Circularity WEEE Edition presso il CDCA. Co-fondatrice di startup nell'ambito dell'agricoltura sostenibile, è stata una ricercatrice per il progetto "Torino città solidale e sostenibile"

La prima donna presidente del Messico è una scienziata del clima. Si chiama Claudia Sheinbaum, ma è nota come “la Doctora” per il suo denso curriculum accademico. Laurea in fisica, dottorato in ingegneria energetica a Berkeley, un centinaio di articoli scientifici a due libri all’attivo. In più, il contributo al quarto e al quinto rapporto di valutazione dell’Ipcc, il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite insignito del premio Nobel per la Pace nel 2007.

Chi è la presidente eletta del Messico Claudia Sheinbaum

La passione per la politica è iniziata già negli anni universitari, con un intenso impegno contro i tagli all’istruzione pubblica. Da sindaca di Città del Messico (anche in quel caso prima donna a rivestire la carica nel Paese), Sheinbaum ha spinto nella direzione del trasporto pubblico, della riduzione dell’inquinamento atmosferico e dell’incremento delle energie rinnovabili. Da candidata di sinistra alla presidenza, sotto l’ala del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, fondatore e leader del Movimiento Regeneración Nacional (noto con l’acronimo di Morena), Sheinbaum si è impegnata a “decarbonizzare la matrice energetica il più rapidamente possibile” e a investire 13,57 miliardi di dollari in nuovi progetti energetici entro il 2030, con priorità all’eolico, al solare e alla modernizzazione degli impianti idroelettrici.

presidenta Messico
Foto: https://www.gob.mx/

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Obiettivi climatici “criticamente insufficienti” 

Fin qui i propositi e le cose fatte, ma – spiegano diversi commentatori – dopo il voto del 2 giugno che l’ha designata alla successione di Amlo (sigla del nome e cognome con cui è noto il presidente), la presidenta eletta dovrà affrontare le grandi priorità del Paese e non necessariamente queste coincideranno con la lotta alla crisi climatica.

“Immaginiamo un Messico plurale, diversificato e democratico. Il nostro dovere è e sarà sempre quello di prenderci cura di ogni messicano, senza distinzioni” ha detto a caldo dopo il voto. D’Altro canto, il predecessore di Sheinbaum, che ha puntato molto sul sostegno alle fasce disagiate, non ha brillato per attenzione all’ambiente durante i suoi sei anni alla guida del Paese: le agenzie ambientali sono state definanziate, gli impegni legati agli accordi sul clima di Parigi disattesi, mentre si è continuato a puntare su raffinerie ed estrazione petrolifera, noncuranti dei segnali evidenti di un sistema climatico in crisi: dall’uragano che lo scorso anno ha ucciso 52 persone ad Acapulco alle temperature record che hanno causato picchi di domanda dell’energia elettrica, fino alla siccità che ha fortemente ridotto la disponibilità d’acqua nelle città maggiori. Non a caso l’Ong Climate Action Tracker ha definito i progressi del Messico rispetto agli obiettivi climatici che si era posto come “criticamente insufficienti”.

“Essere scienziata? Un vantaggio”

Dopo l’elezione a presidente del Messico, i media internazionali hanno riportato le dichiarazioni in cui Claudia Sheinbaum annunciava di voler basare ogni decisione sulla scienza. “Gli scienziati hanno la qualità di essere formati per trovare le cause di un problema e per trovare soluzioni efficaci”, ha detto a France 24 nel 2019. “In questo senso, penso che essere una scienziata sia un vantaggio, per i progetti sociali come per la governance e l’amministrazione. E penso che ci debba essere una connessione tra la scienza e i processi decisionali della politica”.

Le associazioni ambientaliste messicane ora si chiedono se a prevalere, nelle politiche messe in campo nei prossimi anni, sarà la risolutezza della scienziata del clima, con una spinta effettiva verso la transizione ecologica, o la realpolitik della compagna di partito di Amlo, che non accennerà ad abbandonare le estrazioni petrolifere né a ridurre le importazioni di gas dagli Usa, che assicurano dal sole il 58% circa dei consumi elettrici del Paese.

presidenta Messico

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 La doctora convincerà la presidenta?

Il primo ottobre la presidente Sheinbaum sarà ufficialmente in carica e da quel momento, a partire dalle nomine nei posti chiave, sarà via via più chiaro quale delle due anime prevarrà. C’è chi prevede che i distretti industriali del Sud, così come quelli nuovi sorti a Nord del Messico per sostituire le aziende asiatiche al servizio dell’industria Usa, faranno aumentare la domanda di gas statunitense. E sull’utilizzo del gas Sheinbaum ha già fatto sapere che sarà l’altra gamba delle politiche energetiche messicane insieme alle rinnovabili. Durante la prima conferenza stampa da presidente eletta ha dato conto della costruzione di impianti di energia solare per una capacità di 5 Gigawatt a Puerto Peñasco, nello stato messicano di Sonora, dove è attualmente in costruzione la seconda fase del primo impianto con la capacità di produrre 1 Gigawatt di energia. Sheinbaum ha fatto riferimento anche alla spinta che il cosiddetto “Piano Sonora” avrà su tutta la filiera produttiva dell’industria della mobilità elettrica, dallo sfruttamento del litio alla produzione di auto elettriche. Sulle ecoenergie e sull’industria dell’accumulo energetico si appuntano le speranze di un Messico finalmente impegnato nella conversione ecologica dell’economia. Sempre le che la doctora riesca a convincere la presidenta che la bisogna accelerare al massimo la decarbonizzazione.

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