La scorsa settimana hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera alla Commissione europea: “Noi organizzazioni che rappresentano l’intera catena del valore dell’imballaggio europeo e della gestione delle risorse, nonché organizzazioni non governative, scriviamo per esprimere la nostra grave preoccupazione riguardo a qualsiasi riapertura del regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) nell’ambito del prossimo pacchetto di semplificazione ambientale”. A firmare la missiva, indirizzata ai Commissari Séjourné e Roswall, sono 26 associazioni imprenditoriali europee, tra cui Chemical Recycling Europe, Environmental Paper Network, European Aluminium, European Sustainable Business Federation (Ecopreneur), European Waste Management Association (FEAD), Flexible Packaging Europe, Plastics Recyclers Europe, Reusable Packaging Europe, The Circular Economy for Flexible Packaging initiative (CEFLEX). E poi decine di imprese individuali dell’economia circolare come TOMRA, reCIRCLE, Movopack, Retoornado & reboottle, DW Reusable, e oltre trenta associazioni (tra cui Circular Economy Coalition, Deutsche Umwelthilfe, European Environmental Bureau, gruppi locali di Friends of the Earth, ECOS, Reloop, Zero Waste Europe).
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Omnibus ambiente e PPWR
Le lettera è la reazione alla grave preoccupazione che il nuovo pacchetto di semplificazioni intervenga drasticamente, come fatto con altre normative ambientali, anche sul regolamento imballaggi: che, lo ricordiamo, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 22 gennaio di quest’anno e si applica a partire dall’agosto 2026.
L’allarme su possibili “semplificazioni” al regolamento imballaggi incluse nel prossimo Omnibus ambiente, previsto per dicembre, non trovano riscontri ufficiali in documenti o interventi pubblici. Eppure “si vocifera che il PPWR dovrà affrontare l’ondata dell’Omnibus, riaprendo il dossier legislativo attraverso il Pacchetto di semplificazione ambientale” scrive Environmental Paper Network.
Sappiamo che l’Omnibus ambiente (“Semplificazione degli oneri amministrativi nella legislazione ambientale”), secondo le intenzioni della Commissione, “semplificherà e snellirà gli adempimenti amministrativi relativi all’ambiente nei settori dei rifiuti, dei prodotti e delle emissioni industriali. L’iniziativa ridurrà gli oneri amministrativi senza incidere sugli obiettivi politici perseguiti dalla legislazione. Inoltre, l’iniziativa prenderà in considerazione le difficoltà relative alle valutazioni ambientali”. Sappiamo che la Commissione intende pubblicarlo entro l’anno. Sappiamo che tra le osservazioni arrivate alla Commissione con la consultazione pubblica alcune suggerivano interventi anche sul PPWR.
Paralisi per la transizione green degli imballaggi
I firmatati ammettono che “le intense trattative trilaterali hanno reso complesso il testo finale”. Ma temono al contempo che riaprire il PPWR, anche solo per apportare piccole modifiche, “creerebbe un’incertezza paralizzante”. Causando “ritardi significativi, eliminando le scadenze cruciali su cui gli operatori basano le loro proiezioni di investimento”. La sola possibilità che disposizioni fondamentali possano essere modificate “provocherebbe un immobilismo del mercato, paralizzando di fatto gli investimenti fino a quando le regole non saranno chiarite in modo inequivocabile”.
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A rischio obiettivi Clean Industrial Deal
Non intaccare il PPWR “è essenziale per raggiungere gli obiettivi strategici dell’Europa, compreso l’obiettivo del Clean Industrial Deal di raddoppiare il tasso di utilizzo dei materiali circolari al 24% entro il 2030”.
Un’ambizione che, secondo i firmatari “dipende interamente dalla stabilità del mercato e da una legislazione prevedibile”.
Per questo le associazioni imprenditoriali, le imprese e le ONG esortano la Commissione europea “a mantenere l’impegno politico concordato, senza ricorrere alla riapertura del testo legislativo fondamentale”. Offrendo le proprie competenze per semplificare la messa a terra del regolamento con “modalità pratiche e non legislative”, sfruttando “la flessibilità del testo esistente”.
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