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martedì, Luglio 2, 2024

Gestione e sostenibilità dei RAEE in Europa: quali sono le prospettive?

Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) vengono considerate un problema ma invece sono una risorsa. Ne è convinta l'Unione europea che, in quest'ottica, sta procedendo a una revisione della direttiva 2012/19/Ue. Allo stesso tempo serve però una maggiore consapevolezza da parte delle persone

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L’accumulo crescente di rifiuti derivanti dalle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) costituisce un’importante sfida al giorno d’oggi. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono prodotte oltre 50 milioni di tonnellate di RAEE, di cui più di 4 milioni in Europa, e le proiezioni indicano che questa quantità potrebbe raddoppiare nei prossimi decenni.

Una spiegazione? L’età contemporanea è caratterizzata dallo sviluppo tecnologico e dall’incremento dei consumi, che porta alla rapida obsolescenza dei dispositivi elettronici che utilizziamo ogni giorno. Il progresso porta a produrre e, poi, a desiderare dispositivi o attrezzature sempre più avanzati e accessibili, soprattutto di tipo elettronico: basti pensare a computer o smartphone, ma anche agli elettrodomestici. Ciò porta all’eliminazione di
quanto non è ritenuto abbastanza al passo con la vita di tutti i giorni.

Qual è, quindi, il problema di questo turnover che parte da una produzione sempre più sostanziosa e che conducea un ammasso di RAEE sempre maggiore?

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I danni per ambiente e persone

Già nella fase di produzione di questo tipo di apparecchiature (AEE) non si possono sottovalutare gli impatti ambientali: l’estrazione e la raffinazione di materie prime critiche (come ad esempio il gallio, che ha la quota più alta di mercato assorbita dalla produzione di componenti elettroniche) sono processi particolarmente impattanti. In generale, la loro produzione, il loro uso e il trattamento dei rifiuti che ne derivano richiedono molta energia e generano elevate emissioni – si stima che questo settore contribuisca al 2 per cento delle emissioni globali con una previsione di crescita fino al 14 per cento nel 2040.

Parlando più specificatamente della gestione dei RAEE, se non adeguatamente trattati, o eventualmente esportati in Paesi che presentano standard ambientali comparabili a quelli europei, tali rifiuti si disperdono nell’ambiente e possono contribuire in maniera sostanziale all’effetto serra oltre all’inquinamento del suolo e al danneggiamento della catena alimentare. Anche a livello di salute umana sono estremamente pericolosi, in quanto le sostanze che possono essere rilasciate da questo tipo di dispositivi sono tossiche. Questo problema non va sottovalutato.

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Come si sta muovendo l’Europa sui RAEE?

L’Europa, infatti, si è mossa e ha cercato di colmare delle lacune in questo ambito. Una prima questione critica riguarda la disponibilità delle materie prime necessarie alla produzione degli AEE: la dipendenza da pochi Paesi terzi per il loro approvvigionamento ha messo in evidenza la vulnerabilità della catena di fornitura. In risposta a questa sfida, l’Unione Europea ha tentato di affrontare la questione attraverso lo European Critical Raw Materials Act, che mira a garantire un approvvigionamento sicuro, diversificato ed economicamente sostenibile di queste materie.

Una seconda questione altrettanto critica riguarda la disciplina europea in materia. Mentre il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) – uno degli strumenti economici per affrontare gli impatti ambientali negativi – ha cercato di indirizzare il problema (direttiva 2002/96/CE), l’industria non è riuscita a ridurre in modo efficace i rifiuti generati da tali apparecchiature né a contenere l’uso intensivo di materie prime necessarie per la loro produzione. Con la direttiva successiva (2012/19/UE), l’Unione Europea ha voluto adottare più specificatamente un approccio circolare alla gestione dei RAEE per riuscire a mitigare gli impatti ambientali e a sfruttare le risorse in modo più sostenibile.

Questo approccio si concentra, infatti, sul riutilizzo, il riciclo e la massimizzazione del recupero di materie prime critiche dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse. Ha, nella pratica, imposto obiettivi più ambiziosi per quanto riguarda l’intercettazione dei rifiuti e ha introdotto misure per affrontare il commercio illegale dei RAEE. Tuttavia, l’attuazione di queste direttive è stata eterogenea tra gli Stati membri dell’UE.

Attualmente siamo in una fase di revisione della direttiva 2012/19/UE, che sta coinvolgendo attivamente gli stakeholders attraverso una consultazione pubblica, che si concluderà il 22 settembre 2023. Questo processo di consultazione vuole raccogliere opinioni e suggerimenti da parte degli stakeholders, tra cui le imprese e le associazioni di categoria, per arrivare a una gestione dei RAEE sempre più efficiente e sostenibile.

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Tendenze attuali e future sui RAEE

Sicuramente le mosse dell’UE sono un punto di partenza per riuscire a raggiungere una buona gestione, ma altrettanto importante è agire sulla conoscenza e la consapevolezza degli individui, sia nelle loro scelte di acquisto sia nell’adeguato trattamento. La consapevolezza dell’importanza di raccogliere e gestire correttamente i RAEE è ancora scarsa, così come i servizi di riparazione.

Un primo segnale positivo per quanto riguarda l’acquisto arriva dal mercato dei prodotti ricondizionati, che sta crescendo rapidamente in tutto il mondo. È una scelta, quella di acquistare dei beni ricondizionati, che offre vantaggi sia economici sia ambientali, in quanto oltre ad avere un costo minore permette di ridurre l’uso delle materie prime critiche e di conseguenza le emissioni di CO2 associate alla produzione di nuovi dispositivi.

Per quanto riguarda invece il trattamento, purtroppo l’abbandono illegale di RAEE nell’ambiente o il conferimento in contenitori inadeguati è ancora troppo presente e questo implica la necessità di instaurare un sistema di controllo e sanzionatorio più efficace per contrastare le attività illegali. D’altra parte, è anche fondamentale informare i cittadini per promuovere un cambiamento nelle abitudini individuali e migliorare la situazione complessiva.

Per quanto riguarda la vita utile delle apparecchiature, la promozione del diritto alla riparazione attraverso l’eliminazione degli ostacoli tecnici, economici e normativi è un elemento chiave nella gestione sostenibile dei RAEE. L’ecodesign, che integra considerazioni ambientali fin dalle fasi iniziali della progettazione dei prodotti, può contribuire ad esempio alla realizzazione di apparecchiature più durevoli e facilmente riparabili.

La gestione e la sostenibilità dei RAEE richiedono un approccio olistico che coinvolga produttori, governi, consumatori e organizzazioni internazionali. La transizione verso un’economia circolare, l’educazione dei cittadini, la promozione del ricondizionamento, il diritto alla riparazione e l’ecodesign sono tutti elementi chiave per affrontare questa sfida in modo efficace e per ridurre gli impatti ambientali dei rifiuti derivanti dalle AEE.

*a cura di Andrea Ballabio, Donato Berardi, Eleonora Trentini, Nicolò Valle e Barbara Zecchin

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