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domenica, Dicembre 15, 2024

Se anche gli Stati Uniti puntano sul riciclo

L’agenzia americana per l’ambiente ha pubblicato la bozza di una strategia per il riciclo che punta ad aumentare la percentuale di materiali riciclati nel Paese, attraverso azioni di informazione ed educazione per il cittadino e un sistema che spinga alla collaborazione tra i governi locali

Maurita Cardone
Maurita Cardone
Giornalista freelance, pr e organizzatrice culturale, ha lavorato per diverse testate tra cui Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia. Abruzzese trapiantata a New York dove è stata vicedirettore di una testata italiana online, attualmente è corrispondente dagli USA per Artribune oltre a collaborare con diversi media italiani e non. Si occupa di temi sociali e culturali con particolare attenzione alle intersezioni tra arte e attivismo.

L’agenzia americana per l’ambiente (Environmental Protection Agency, EPA) ha di recente pubblicato la bozza di una Strategia nazionale per il riciclo che punta ad aumentare la percentuale di materiali riciclati nel Paese e a creare una cornice nazionale per il sistema di gestione. La bozza è stata presentata a novembre nel corso dell’America Recycles Summit, durante il quale l’amministratore dell’EPA, Andrew Wheeler, ha annunciato l’obiettivo della sua agenzia di portare la percentuale di rifiuti solidi urbani riciclati nel Paese al 50% entro il 2030.

Numeri ancora troppo bassi

“Senza una leadership nazionale su questo tema, il riciclo è rimasto nella fascia bassa del 30% negli ultimi vent’anni. I vantaggi economici e ambientali sono evidenti e abbiamo fatto molti progressi, ma molto di più si deve fare”, ha dichiarato Peter Wright, assistente amministratore dell’Agenzia. Secondo dati della stessa EPA, nel 2018 gli Stati Uniti hanno prodotto 292.4 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, equivalenti a 2.2 chilogrammi a persona al giorno. Di questi, 69 milioni di tonnellate sono stati riciclati e 25 milioni compostati, raggiungendo il 32% del totale dei rifiuti prodotti. Numeri ancora troppo bassi, che diventano ancora più preoccupanti quando si guarda alla plastica, riciclata solo per il 9% circa. “Il sistema di riciclaggio degli Stati Uniti – scrive l’EPA nel testo che accompagna la proposta – deve affrontare una serie di sfide, tra cui: confusione su quali materiali possono essere riciclati, infrastrutture di riciclaggio che non hanno tenuto il passo con l’attuale flusso di rifiuti sempre più diversificato e in evoluzione, un mercato limitato per i materiali riciclati e diverse metodologie per misurare le prestazioni del sistema di riciclaggio”.

Quale sarà il contributo dell’industria?

Sul lungo termine, la proposta mira a creare una cornice normativa che supporti il raggiungimento di obiettivi nazionali di riciclo attraverso standard condivisi. La bozza, che è un’evoluzione della National Framework for Advancing the U.S. Recycling System del novembre 2019, ha tre obiettivi principali: ridurre la contaminazione dei materiali durante la filiera, aumentare l’efficienza degli impianti di riciclaggio ed espandere il mercato dei materiali risultanti dal riciclo. L’EPA propone una serie di azioni per affrontare e risolvere tali sfide. E per ridurre la contaminazione dei materiali punta soprattutto su educazione e informazione del cittadino, attraverso campagne mediatiche e con la collaborazione degli enti locali. Una responsabilità in capo al consumatore che, se si esclude un breve e vago riferimento alla necessità di migliorare la coerenza di etichette e simboli per i prodotti riciclabili, non chiama per nulla in causa il settore industriale. Incoraggiata è invece la partecipazione e il coordinamento da parte del governo nazionale e della agenzie federali al fine di supportare e rafforzare il sistema.

Nell’ambito degli sforzi per aumentare l’efficienza delle infrastrutture per il riciclo l’EPA propone, tra l’altro, di creare una mappa nazionale degli impianti per identificare potenziale e bisogni zona per zona, di incoraggiare le aziende a considerare la gestione del fine vita dei materiali in fase di progettazione dei prodotti, di sviluppare e attuare definizioni, misurazione e sistemi nazionali di riciclaggio.

Serve collaborazione tra i governi locali

Infine, per espandere il mercato dei materiali riciclati, l’EPA punta soprattutto ad aumentare la domanda attraverso incentivi, campagne d’informazione rivolte agli stakeholder e iniziative per lo sviluppo di nuove opportunità d’impresa.

Centrale nella proposta dell’Agenzia è la collaborazione tra i governi locali e quello nazionale, segno di una possibile inversione di tendenza in un Paese dove finora le politiche per la riduzione dei rifiuti e il riciclo sono state largamente lasciate in mano ai singoli Stati, con poco o nessun coordinamento centrale e una certa confusione generata dai diversi approcci statali e locali su ciò che è riciclabile e su come viene definito il riciclo, al punto che è molto difficile misurare e monitorare i progressi. Alle politiche degli Stati federali, l’EPA stessa dovrà continuare a guardare per iniziare a definire quelle nazionali. In particolare a quegli Stati che hanno autonomamente scelto di dare ai propri cittadini o al settore industriale specifiche limitazioni. Un esempio è la California che di recente ha approvato una legge che prevede che i contenitori di plastica siano composti da una percentuale di materiale riciclato che andrà crescendo con gli anni. O anche New York, dove da circa un anno sono vietate le cannucce di plastica.

Il documento è stato sottoposto a consultazione pubblica fino al 4 dicembre. Dopo la fase di valutazione, l’Agenzia metterà a punto il testo definitivo, con l’intenzione di renderlo attuativo nei primi mesi del 2021.

© Riproduzione riservata

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