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lunedì, Luglio 8, 2024

Stretto di Messina, tutela del mare e pesca sostenibile e circolare

Col progetto "Pesca Sostenibile" realizzato da Federcoopesca, da circa un anno i pescatori si prendono cura del mare e dei fondali dei dintorni dello Stretto di Messina

Andrea Martire
Andrea Martire
Laureato in Scienze Politiche, ha avuto una lunga collaborazione con "Il Caffè Geopolitico", testata di settore. Lo spinge uno spiccato interesse per lo studio del territorio urbano di Roma est, in cui vive e a cui ha dedicato 4 libri tra il 2017 e il 2022. Impiegato nell'associazionismo sindacale agricolo, ha esordito con un saggio ad Expo Milano nel 2015. È presidente di un'associazione che cerca di valorizzare quello che altri chiamano "periferia"

In mare non ci sono solo pesci. I marinai di Bagnara Calabra e di Patti hanno rinvenuto (e recuperato) anche ospiti meno previsti e molto meno desiderati; bidoni di olio esausto, attrezzi da pesca dismessi, bottiglie di plastica e vecchie batterie. La loro pesca recente è, quindi, diventata qualcos’altro; smaltimento di rifiuti speciali.

Il progetto “Pesca Sostenibile”

Gesti forse piccoli ma destinati a fare una rivoluzione in mare: i pescatori di Fedagripesca–Confcooperative, all’interno del progetto “Pesca Sostenibile” realizzato da Federcoopesca, da circa un anno si prendono cura del mare e dei fondali dei dintorni dello Stretto di Messina. In particolare, in Calabria e in Sicilia in 4 Siti di interesse comunitario Natura 2000, configurando un’attività davvero circolare nei confronti del mare nostrum; da un lato serbatoio di cibo, dall’altro ambiente manutenuto e curato dagli stessi soggetti in una circolarità premiante di cui beneficiano tutti.

Perché, però, questo doppio ruolo? Da dove viene? “L’idea che ci siamo fatti in questi ultimi anni è che senza tutela dell’ambiente non si avrà futuro per le nostre attività di pesca – le parole di Settimo Accetta, presidente della Cooperativa pescatori Marina –. L’iniziativa progettuale è servita a sensibilizzare i nostri lavoratori verso una gestione responsabile dei rifiuti, sia quelli prodotti che quelli catturati con le reti. Attraverso i fondi Europei bisogna invece spingere i Comuni ad istituire le isole ecologiche che rendono più facile a noi pescatori lo smaltimento”.

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Lo spiegamento di forze

Sono state ben 12 le imbarcazioni coinvolte, sei in Calabria e sei in Sicilia. Tutto coordinato con i servizi comunali di raccolta e smaltimento dei rifiuti marini. Le imbarcazioni sono state attrezzate con i mastelli per la raccolta differenziata, mentre si è allestita un’area per lo stoccaggio e il riciclaggio dei rifiuti marini nei porti di Bagnara Calabra e Patti.

“È necessario sviluppare una cultura ambientale – la dichiarazione di Nino Accetta presidente di Fedagripesca Confcooperative Sicilia –.   Abbiamo avuto un grande aiuto a maggio 2022 con l’approvazione della Legge Salvamare: fino a poco tempo fa i rifiuti di mare erano equiparati a rifiuti speciali oggi possono essere smaltiti come rifiuti urbani, ovvero alle isole ecologiche o in porto nelle aree adibite”. Il nome completo del progetto “Pesca sostenibile” è “Coinvolgimento dei pescatori nella protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini” ed è realizzato grazie al finanziamento del Masaf, a valere sulla misura 1.40 del Programma Operativo FEAMP 2014-2020.

La novità, i Pescatori 4.0

Accanto alla pulizia vengono messe in campo (anzi, in acqua) anche azioni per la pesca sostenibile: la sperimentazione degli ami circolari per la salvaguardia della Caretta Caretta, la formazione dei pescatori, il monitoraggio dell’impatto dei piani di gestione delle aree Natura 2000 sulle attività di pesca e la verifica del loro stato di attuazione, l’analisi e la valutazione della presenza e distribuzione della Posidonia oceanica, la mappatura delle specie aliene da parte dei pescatori, la realizzazione di una app per registrare le specie aliene.

Il mare ci guadagna ma questa operatività compie una traiettoria circolare, un nuovo grande percorso: si vuole arrivare ai pescatori 4.0, che partano dalla difesa dell’ambiente e arrivino al risultato economico, un modo anche per rilanciare questa professione a 360 gradi. Come dire, stiamo provando ad andare verso la pesca del futuro.

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