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sabato, Dicembre 14, 2024

“Rendere circolari i prodotti sarà la norma”: ecco la Sustainable Products Initiative dell’Ue

Il pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea renderà i prodotti europei più circolari, soprattutto nella moda e nell'edilizia

Simone Fant
Simone Fant
Simone Fant è giornalista professionista. Ha lavorato per Sky Sport, Mediaset e AIPS (Association internationale de la presse sportive). Si occupa di economia circolare e ambiente collaborando con Economia Circolare.com, Materia Rinnovabile e Life Gate.

Liberarsi del vecchio e impattante design lineare per rendere finalmente circolari i prodotti europei. È questo l’obiettivo della Sustainable Products Initiative, il pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea che ambisce ad offrire al consumatore europeo prodotti più sostenibili. Con la vecchia direttiva sulla progettazione ecocompatibile (The Ecodesign Directive, 2009), il quadro legislativo riguardava solamente i requisiti minimi obbligatori per l’efficienza energetica di alcuni prodotti. Ora si rivolge a tutta una nuova gamma di settori.

“I consumatori europei si aspettano giustamente prodotti più rispettosi dell’ambiente e più durevoli-  ha dichiarato il commissario per il mercato interno Thierry Breton -. Maggiore sostenibilità ed efficienza delle risorse significa anche maggiore resilienza quando le crisi interrompono le nostre catene di approvvigionamento industriale”.

Alcuni cambiamenti non saranno subito riconoscibili dal consumatore, per esempio le sostanze chimiche che verranno rimosse da alcuni tipi di materiali. Tuttavia si accorgeranno dei risparmi nel lungo termine: la direttiva sull’ecodesign, predecessore della SPI, ha fatto risparmiare ai consumatori una media di 285 euro per anno sulla bolletta energetica, per un totale di 120 miliardi di euro nel solo 2021.

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Rendere i prodotti sostenibili la norma

Come ogni buon manuale di economia circolare ci insegna, si parte dal design. La prima proposta riguarda un regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, che secondo l’Ue determina fino all’80% dell’impatto ambientale del ciclo di vita del prodotto.

L’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR) stabilisce nuovi requisiti per rendere i prodotti più durevoli, affidabili, riutilizzabili, riparabili, da rinnovare e riciclare, nonché più efficienti dal punto di vista energetico.

Inoltre, i requisiti di informazione specifici del prodotto garantiranno ai consumatori di conoscere l’impatto ambientale dei loro acquisti. Requisiti che saranno accessibili grazie passaporto digitale che avranno tutti i prodotti in questione. Ciò semplificherà la riparazione e il riciclo dei prodotti, facilitando il tracciamento delle sostanze problematiche lungo la catena di approvvigionamento.

La proposta della Commissione oltre a contenere misure per porre fine alla distruzione dei beni di consumo invenduti, ha adottato un piano di lavoro per la progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica 2022-2024 Ecodesign and Energy Labelling Working Plan 2022-2024  per coprire i nuovi prodotti legati al mercato dell’energia.. Si rivolge in particolare all’elettronica di consumo (smartphone, tablet, pannelli solari), visto il flusso di rifiuti in rapida crescita.

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 La strategia per rivoluzionare il settore tessile

Il settore tessile europeo ha il quarto maggiore impatto ambientale dopo cibo, housing e mobilità; terzo per consumo di acqua e suolo; quinta per uso di materie prime vergini. La strategia EU Strategy for Sustainable and Circular Textiles  definisce la visione e le azioni concrete per garantire entro il 2030 una reale circolarità dei prodotti tessili immessi sul mercato europeo.

Dovranno essere durevoli, riciclabili, realizzati il ​​più possibile con fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti in rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. “I consumatori europei beneficeranno più a lungo di tessuti di alta qualità – si legge nel documento della strategia – e di un fast fashion da mettere fuori moda. Inoltre dovrebbero essere messi a disposizione servizi di riutilizzo e di riparazione economicamente redditizi.

In un settore tessile competitivo, resiliente e innovativo, i produttori devono assumersi la responsabilità dei loro prodotti lungo la catena del valore, anche quando diventano rifiuti. A questo proposito alcune misure specifiche includeranno requisiti di progettazione ecocompatibile per i tessili, informazioni più chiare, un passaporto digitale del prodotto e un regime obbligatorio di responsabilità estesa del produttore.

Per contrastare il fast fashion, la strategia invita le aziende a ridurre il numero di collezioni all’anno, ad agire per ridurre al minimo la propria impronta di carbonio e ambientale e gli Stati membri ad adottare misure fiscali favorevoli per il settore del riutilizzo e della riparazione.

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Il regolamento sui materiali da costruzione

Secondo i calcoli della Commissione europea, gli edifici sono responsabili di circa il 50% dell’estrazione e consumo di risorse, e di oltre il 30% dei rifiuti europei generati ogni anno. Un impatto notevole che incide anche sul consumo energetico (40%) delle emissioni legate al consumo energetico (36%).

La revisione del regolamento sui prodotti da costruzione (Construction Products Regulation) rafforzerà e modernizzerà un quadro normativo – in vigore dal 2011 – che va armonizzato per valutare e comunicare le performance ambientali dei materiali edili. I nuovi requisiti garantiranno una progettazione che renderà i prodotti da costruzione più durevoli, riparabili, riciclabili e più facili da ricostruire.

Il regolamento faciliterà agli organismi competenti (comuni e regioni) il lavoro normativo e consentirà maggiori capacità di vigilanza del mercato e norme più chiare per gli operatori economici lungo la catena di approvvigionamento.

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