giovedì, Novembre 6, 2025

Trattato sull’inquinamento da plastica, i commenti sul fallimento di Ginevra

Dopo il nulla di fatto a Ginevra, l’ONU annuncia che si terrà una nuova sessione di lavori, la settima, per giungere ad un trattato vincolante sull’inquinamento da plastica. Ma è questa la strada? Qualche commento

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Redazione EconomiaCircolare.com

Dopo che a Ginevra il sesto round negoziale per giungere ad un trattato internazionale sull’inquinamento da plastica ha chiuso i battenti senza un accordo, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha fatto sapere che l’Intergovernmental Negotiating Committee (INC) incaricato dall’ONU di gestire i lavori “ha deciso di riprendere i negoziati in una data futura da annunciare”. Ma a questo punto c’è chi dubita che dopo più di due anni di trattative un’altra riunione dell’INC sia la via per arrivare ad un documento vincolante che interessi tutto il ciclo di vita della plastica. Riportiamo qui di seguito, schematicamente, alcuni commenti sull’esito dei lavori.

 

Viceministro Vannia Gava: “L’obiettivo deve restare la riduzione della dispersione delle plastiche”

Il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava: “Ringrazio per l’ottimo lavoro svolto la delegazione italiana, che ho incontrato prima della partenza e con la quale sono rimasta in stretto contatto durante tutte le fasi del negoziato. Dispiace per l’esito della sessione, anche se era chiaro fin dall’inizio che sarebbe stato un confronto complesso. L’obiettivo deve restare la riduzione della dispersione delle plastiche: l’inquinamento da plastiche e microplastiche è dannoso per l’ambiente e per la salute umana”.

Andreas Bjelland Eriksen, Ministro del Clima e dell’Ambiente della Norvegia: “Esplorare opzioni per il futuro”

“In qualità di co-presidenti della High Ambition Coalition, siamo davvero dispiaciuti nel vedere che non avremo un trattato per porre fine all’inquinamento da plastica qui a Ginevra. […]

Nel corso di questo negoziato, abbiamo affermato chiaramente e ripetutamente che abbiamo bisogno di uno strumento internazionale, giuridicamente vincolante, che protegga efficacemente la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento da plastica.

Un trattato che sia in grado di adempiere a questo mandato deve come minimo:

– affrontare nel testo del trattato l’intero ciclo di vita della plastica

– affrontare il problema del consumo e della produzione non sostenibili di plastica

– includere misure e criteri globali sui prodotti in plastica e sulle sostanze chimiche presenti nei prodotti

– garantire che il trattato possa evolvere nel tempo, compresa la possibilità di votare (andare oltre il consensus, ndr)

– essere supportato da finanziamenti e mezzi di attuazione che rispecchino il livello di ambizione del trattato

[…] Ora dobbiamo esplorare le nostre opzioni per il futuro, ma non commettiamo errori: La Coalizione High Ambition rimane ferma nel suo impegno a porre fine all’inquinamento da plastica e a mettere in atto al più presto un potente trattato in tal senso”.

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INC Chair Luis Vayas. Foto: IISD/ENB – Kiara Worth

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Break Free From Plastic: “Trovare un nuovo percorso”

“Se le nazioni ambiziose vogliono fermare il ciclo infinito di accordi bloccati, devono trovare un nuovo percorso per far avanzare i negoziati. Mentre i delegati lasciano Ginevra, gli osservatori sottolineano la necessità di un processo chiaro ed efficace che garantisca alla maggioranza dei Paesi di lavorare insieme per adempiere al mandato che li ha portati qui: proteggere il mondo e le generazioni future dall’inquinamento da plastica. Negli ultimi dieci giorni la maggioranza dei Paesi ha trovato un ulteriore allineamento sugli elementi chiave per un trattato efficace e ha respinto un testo debole; ora devono trasformare le loro parole in azioni collettive e decisive”.

Plastics Europe, associazione europea dei produttori di materie plastiche: “Plaudiamo alla decisione di continuare i negoziati”

“Sentiamo e condividiamo le preoccupazioni della società e siamo delusi dall’incapacità di concordare un accordo globale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica a Ginevra. Tuttavia, vorremmo riconoscere l’instancabile lavoro della presidenza e dei team negoziali degli Stati membri delle Nazioni Unite. Plaudiamo alla decisione e alla volontà politica di continuare i negoziati e di costruire il tanto necessario consenso globale e un quadro politico favorevole.

Riteniamo che l’accordo necessiti di misure che promuovano la produzione e il consumo sostenibili, una gestione efficace dei rifiuti per i 2,7 miliardi di persone che attualmente ne sono sprovvisti e che garantiscano quadri di rendicontazione che consentano una giusta transizione verso un’economia circolare. Vogliamo che la plastica a fine vita diventi una materia prima circolare e un bene con un valore reale, anziché un rifiuto che viene gettato in discarica o incenerito”.

Rob Opsomer, Ellen MacArthur Foundation: “Delusi ma incoraggiati dall’allineamento tra la maggioranza dei Paesi”

Rob Opsomer, Executive Lead for Plastics and Finance, Ellen MacArthur Foundation: “Siamo profondamente delusi per la mancanza di un accordo all’INC5.2. Allo stesso tempo, lasciamo Ginevra incoraggiati dall’allineamento sviluppato negli ultimi tre anni di negoziati sul trattato tra la maggioranza dei Paesi, le imprese e la società civile su un approccio globale per affrontare l’inquinamento da plastica nell’intero ciclo di vita. Tale allineamento non esisteva prima dell’inizio dei negoziati e costituisce una solida base da cui partire in futuro”.

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Joan Marc Simon, Zero Waste Europe: “I petrostati non scenderanno a compromessi, il resto del mondo può ora andare avanti”

Joan Marc Simon, fondatore Zero Waste Europe: “E così è; sembra che non avremo un trattato globale sulla plastica sotto le Nazioni Unite! Il processo non è riuscito a produrre un trattato. Dopo un’ultima giornata estenuante, il presidente ha aggiornato la riunione, ma fatico a capire come si possa giustificare l’ennesimo INC. È un fallimento del processo? SÌ. È la fine di un trattato ONU sulla plastica? Probabilmente sì. È un male? In parte.

Cosa è andato male:

– Non abbiamo un trattato universale per la lotta all’inquinamento da plastica.

– Abbiamo “sprecato” 3 anni di negoziati in cui i petrostati non si sono mossi di un millimetro per raggiungere un compromesso

– Il multilateralismo subisce un altro colpo

Cosa c’è di buono:

– Abbiamo evitato un cattivo trattato che non avrebbe fatto nulla per affrontare l’inquinamento da plastica

– I negoziati non hanno prodotto un trattato, ma sono stati estremamente utili per creare conoscenza, allineamento e discutere su come sarebbe stato un buon trattato per gli interessati.

– In termini di processo, è chiaro che il consenso non può produrre progressi.

[…] Questo processo ha dimostrato che i petrostati non scenderanno a compromessi e hanno dato prova del loro impegno a inondare il mondo di plastica. Il resto del mondo può ora andare avanti e costruire un mondo capace di affrontare l’inquinamento da plastica lungo tutto il suo ciclo di vita!”

Zaynab Sadan, WWF: “Superare il processo usato finora”

Senza l’adozione di un testo su cui negoziare e senza piani chiari su come il Trattato possa essere realizzato, con la fine dell’INC 5.2 il WWF invita gli Stati che hanno mostrato più ambizione a perseguire un approccio diverso malgrado il Presidente dei lavori abbia dichiarato che la quinta sessione dei negoziati INC potrebbe riprendere in una data successiva (INC-5.3). Ha detto Zaynab Sadan, Global Plastics Policy Lead del WWF e capo della delegazione di INC-5.2: “Il fallimento nel trovare un accordo a Ginevra è una amara delusione. Quello che abbiamo visto a Ginevra è che la stragrande maggioranza degli Stati del mondo ha espresso la volontà e l’allineamento per un Trattato efficace per porre fine all’inquinamento da plastica. Questo dà speranza per il futuro. Tuttavia, una minoranza di Paesi oppositori e un processo decisionale basato sul consenso unanime ci lasciano senza aver raggiunto il risultato ambito e dimostrano che quest’approccio non è funzionale nei negoziati internazionali sull’ambiente. Continuare senza un cambiamento radicale nel processo decisionale, senza dare il giusto peso alle richieste della maggioranza, sarebbe inutile. Chiediamo quindi ai leader di non lasciare che tutto il lavoro fatto in questi anni vada sprecato e di sfruttare questa opportunità per costruire il Trattato che la maggioranza ha chiesto fin dall’inizio. Portare il trattato oltre il processo INC è la via da seguire per andare oltre i vincoli dettati da una minoranza con ambizioni basse, aprendo la strada a un Trattato degno di questo nome”.

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Foto: Kiara Worth – IISD

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Jim Puckett, Basel Action Network (BAN): “La campagna contro i danni della plastica è appena iniziata”

Jim Puckett, fondatore e responsabile della direzione strategica di BAN: “Nonostante il fallimento di questo particolare sforzo, la campagna più ampia per educare il pubblico sulla plastica e sui suoi danni sempre più evidenti è appena iniziata. Dopo questo primo sforzo per il trattato, ora abbiamo tutti i dati e la scienza di cui abbiamo bisogno per realizzare la visione di un mondo più libero dalla plastica”.

Ana Rocha, Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA): “Nessun trattato è meglio di un cattivo trattato”

Ana Rocha, Global Plastics Policy Director di GAIA: “Nessun trattato è meglio di un cattivo trattato. Siamo al fianco dell’ambiziosa maggioranza che si è rifiutata di fare marcia indietro e di accettare un trattato che non rispetta i Paesi realmente impegnati in questo processo e tradisce le nostre comunità e il nostro pianeta. Ancora una volta, i negoziati sono crollati, deragliati da un processo caotico e parziale che ha lasciato persino i Paesi più impegnati a lottare per essere ascoltati. Un processo guasto e non trasparente non porterà mai a un risultato equo. È ora di rimediare, in modo che le persone e il pianeta possano finalmente avere una possibilità di combattere. La Presidenza e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) non sono riusciti a preparare il tavolo per negoziati equi ed efficaci. Un gran numero di lobbisti dei combustibili fossili e del settore petrolchimico ha invaso i negoziati, mentre la società civile è stata spesso esclusa. La presidenza ha favorito la minoranza a bassa ambizione, ignorando spesso i Paesi ad alta ambizione del Sud globale. Questo non è lo spirito del multilateralismo: è stata una coercizione. L’INC-5.2 ha lasciato i Paesi ambiziosi smarriti nel processo: sorprendenti cambiamenti di programma, palese mancanza di trasparenza, riunioni notturne con inizio alle 2 del mattino e una plenaria finale iniziata con 40 minuti di preavviso alle 5.30 del mattino, meno di quattro ore dopo la pubblicazione della bozza finale della presidenza e più di 14 ore dopo l’orario previsto”.

Graham Forbes, Greenpeace: “Contro la plastica è necessario affrontare di petto gli interessi dei combustibili fossili”

Graham Forbes, responsabile della campagna globale sulla plastica di Greenpeace USA, ha dichiarato che l’incapacità di raggiungere un accordo a Ginevra “deve essere un campanello d’allarme per il mondo: porre fine all’inquinamento da plastica significa affrontare di petto gli interessi dei combustibili fossili”. “La stragrande maggioranza dei governi vuole un accordo forte, ma a una manciata di cattivi attori è stato permesso di usare il processo per far fallire questa ambizione”, ha aggiunto. “Non possiamo continuare a fare la stessa cosa e aspettarci un risultato diverso. Il tempo delle esitazioni è finito”.

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