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venerdì, Novembre 15, 2024

Un nuovo passo in Europa per inserire gli inceneritori nel sistema di scambio delle emissioni

Dal 2028 gli inceneritori paghino per le loro emissioni: la richiesta alla Commissione europea di Parlamento e Consiglio

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Redazione EconomiaCircolare.com

Nei giorni scorsi si è compiuto un altro step verso l’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti nel sistema europeo ETS (Emissions Trading System) per lo scambio di quote di emissioni che fa parte del cosiddetto Pacchetto “Fit for 55”. Dopo il voto del Parlamento europeo dello scorso giugno sabato scorso i negoziatori del Consiglio europeo e dell’Europarlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio con il quale si chiede alla Commissione europea di presentare una relazione entro il 2026: l’obiettivo è quello di includere gli inceneritori municipali nell’EU ETS dal 2028. Questo significa che dal 2028, se arriverà la ratifica dell’accordo da parte degli Stati membri in seno al Consiglio e al Parlamento europeo, gli impianti urbani di incenerimento dei rifiuti dovranno pagare le quote di C02 emessa.

Più in generale l’accordo prevede che le emissioni nei settori ETS devono essere ridotte del 62% entro il 2030 e che le quote gratuite per le industrie saranno gradualmente eliminate dal 2026 e scompariranno entro il 2034. Mentre un ETS II per le emissioni di carburante dei settori dell’edilizia e del trasporto su strada sarà operativo a partire dal 2027.

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“Un risultato che incoraggerà il riciclo”

Per quanto riguarda gli inceneritori, resta aperta la possibilità per i singoli Paesi di non partecipare al Sistema ETS fino al 2030, dopo di che c’è l’obbligo di aderire. Questo risultato, commenta Janek Vähk di Zero Waste Europa (ZWE), “incoraggerà fortemente il riciclo, in particolare di plastica e tessuti sintetici”, dal momento che bruciare diventa più costoso e dunque ci sarà una spinta a valutare le opzioni alternative.

L’accordo raggiunto a Bruxelles prevede un primo passaggio importante già entro la fine del 2024, termine entro il quale gli stati membri dovranno attivare sistemi di monitoraggio, comunicazione e verifica sugli impianti esistenti, per “mappare” l’impatto emissivo degli inceneritori in funzione. “Attualmente nessuno conosce il reale impatto climatico degli inceneritori municipali” riprende Vähk, secondo il quale esistono stime che confermano una quantità di CO2 emessa da questi impianti superiore a quello che viene comunicato.

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Congratulandosi con il team dei negoziatori per l’accordo raggiunto, Zero Waste Europa ricorda che il rapportoWaste Incineration under the EU ETS”, commissionato all’agenzia di ricerca e consulenza indipendente CE Delft e pubblicato a ottobre 2021, conferma come includere l’incenerimento nel sistema europeo di scambio delle emissioni favorisca la prevenzione e il riciclo con vantaggi sia per la lotta all’emergenza climatica sia in termini di incremento dell’occupazione.

“Si stima che le emissioni di CO2 diminuiranno da 2,8 a 5,4 milioni di tonnellate (Mt) all’anno nel 2022 e da 4,3 a 8,8 Mt all’anno nel 2030” spiega ZWE. “I benefici aumentano gradualmente fino al 2030 perché si prevede che i prezzi del carbonio aumenteranno, rendendo il riciclaggio relativamente più competitivo”. Sul fronte dell’occupazione, invece, la proiezione riguarda l’aumento di manodopera e tecnici nel settore del riciclo: da 6.800-13.000 unità nel 2022 e da 11.200 a 21.200 nel 2030.

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