La lavorazione del vetro, soprattutto quella da fonti primarie, è un processo ad alto consumo energetico; uno dei modi più efficaci per renderla più sostenibile è l’implementazione di un’economia circolare per il vetro.
“Quanto è circolare il vetro? Uno studio sulla circolarità degli imballaggi nel vetro monouso” è il titolo dell’ultimo rapporto di Zero Waste Europe (ZWE) che si concentra sui principali ostacoli alla circolarità del vetro usa e getta. Uno studio che analizza metodi di raccolta inefficaci, design e carenze a livello logistico.
Il rapporto, commissionato a Eunomia Research & Consulting, si basa su quattro casi di studio: Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
Circolarità del vetro: ostacoli e potenzialità
Per ogni caso di studio, sono stati analizzati gli ostacoli attualmente presenti ed esplorate le potenzialità per migliorare i processi, oltre a prospettare possibili sviluppi futuri. Stando a quanto evidenziato nel report, sprechi e perdite avvengono in tre fasi: nella raccolta, durante lo smistamento e nel punto in cui i rifiuti in vetro vengono distribuiti ai diversi mercati finali.
I dati indicano che i paesi che utilizzano prevalentemente un sistema di raccolta misto – Regno Unito e Stati Uniti – con tassi di raccolta rispettivamente del 55 e 53 per cento, vedono meno rifiuti in vetro recuperati, rispetto ai paesi che utilizzano principalmente un flusso di raccolta separato.
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Il report di ZWE: quattro indicatori chiave di circolarità
Lo studio ha utilizzato quattro indicatori chiave per valutare la circolarità in ciascuno dei case study.
Il tasso di raccolta, ovvero la quantità di imballaggi in vetro recuperati (escluso eventuali contaminanti) rispetto alla quantità di imballaggio in vetro sul mercato (POM); il tasso di riciclaggio complessivo, ovvero la quantità di imballaggi in vetro recuperati per il riciclaggio, rispetto alla quantità di imballaggi in vetro POM; il tasso di riciclaggio a circuito chiuso che, a differenza del tasso di riciclaggio complessivo, considera solo i rifiuti utilizzati per la produzione di nuovi contenitori in vetro; e il tasso di contenuto riciclato, ovvero la quantità di scarto processato, utilizzato nella produzione di nuovi imballaggi in vetro, rispetto al volume di produzione del nuovo packaging in vetro. Quest’ultimo indicatore mostra la quantità di vetro riciclato effettivamente utilizzato per realizzare nuovi contenitori in vetro.
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Il report di ZWE: i risultati del rapporto
Le maggiori perdite di vetro si verificano nella fase di raccolta, un’enorme perdita materiale, oltre che ambientale. Nel caso di studio francese è stato riscontrato fino al 30% di materiale in vetro perso. Il paese con il più alto tasso di recupero è la Germania, dove soltanto il 19 per cento degli imballaggi in vetro presenti sul mercato, non viene recuperato. Negli Stati Uniti, invece, oltre la metà del packaging in vetro (56 per cento), non viene recuperato.
Il report ha, inoltre, rilevato che i sistemi di deposito cauzionali (Deposit Return Systems, DRS) con vetro usa e getta possono migliorare i tassi complessivi di raccolta del vetro se implementati in tutta Europa.
Infine, gli esportatori di imballaggi come Germania e Francia, presentano notevoli differenze tra i loro tassi di riciclaggio a circuito chiuso e tassi di contenuto riciclato, perché gli imballaggi in vetro esportati sfuggono al sistema di raccolta locale ed è antieconomico spedire scarti per lunghe distanze.
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DRS, logistica e sistemi più efficienti, da ZWE indicazioni all’UE
Zero Waste ha esortato la Commissione europea ad utilizzare i risultati del rapporto nella prossima revisione della direttiva sugli imballaggi (P&PWD).
La no-profit ha inoltre chiesto l’implementazione di DRS che includano imballaggi in vetro usa e getta, addebitando commissioni di deposito ragionevoli e un’infrastruttura ben progettata. ZWE chiede inoltre il miglioramento della logistica, incoraggiando l’imbottigliamento nei paesi importatori e l’impegno all’attuazione degli obiettivi di riutilizzo attraverso l’introduzione di sistemi più efficienti.
“Non possiamo più ignorare la verità sul vetro monouso: il suo massiccio consumo di energia durante la produzione primaria pone il vetro monouso al vertice dei materiali a maggiore impatto ambientale” ha dichiarato Larissa Copello, di Zero Waste Europe. “Tuttavia, questi non sono giustificati, poiché questo materiale è perfettamente adatto per il riutilizzo e il riciclaggio”.
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