Negli ultimi anni le questioni ambientali sono diventate prioritarie anche in ambito sportivo. Sono sempre più gli esempi concreti di economia circolare messi in campo per mitigare l’impronta ambientale dello sport, sia per quanto riguarda il valore dell’evento sportivo che il comportamento dei singoli partecipanti.
L’industria sportiva ha una grande responsabilità e può ricoprire un ruolo determinante nella lotta al cambiamento climatico, soprattutto a causa della sua popolarità e della capacità di raggiungere un gran numero di cittadini molto diversi.
Ecco perché, in molti casi, società sportive, aziende partner e startup hanno iniziato a prendere provvedimenti per affrontare i problemi di carattere etico, sociale e ambientale legati all’attività sportiva e a tutto ciò che ruota intorno a questo mondo.
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Ecco dieci esempi concreti, più o meno noti, di economia circolare applicata allo sport.
1. ESOSPORT
Esosport è un progetto italiano nato da un’idea di Nicolas Meletiou, runner e managing director di ESO, azienda specializzata nella gestione dei rifiuti e nel loro trattamento/smaltimento.
L’obiettivo di Esosport è dare vita a nuovi progetti con il materiale ottenuto dal processo di riciclo di scarpe, palline da tennis, copertoni o camere d’aria di bicicletta: la materia prima seconda che si genera dalla lavorazione è utilizzabile per creare pavimentazioni per parchi giochi o come base per realizzare piste d’atletica.
In questo modo, è stata realizzata addirittura una pista d’atletica: oltre a questo, Esosport realizza “i giardini di Betty” nei parchi gioco di tutta Italia. Sono spazi dedicati ai più piccoli, dotati di pavimentazione antitrauma. L’azienda – attraverso l’associazione GoGreen onlus – dona gratuitamente alle amministrazioni pubbliche la materia prima seconda ottenuta grazie alla raccolta e al successivo riciclo di materiale sportivo per realizzare la pavimentazione di parchi, palestre e superfici dedicate all’attività sportiva.
2. GREENCOAH
Il progetto internazionale “Greencoach – Incorporare la sostenibilità nella governance delle organizzazioni sportive” è un altro bell’esempio di economia circolare applicata allo sport. Cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma “Erasmus + Sport”, si propone di favorire una gestione ambientalmente efficiente delle società sportive e degli eventi da esse realizzate.
Coinvolge otto enti pubblici e privati (federazioni sportive e istituzioni, ong, università, centri di ricerca) con sede in diversi Paesi dell’UE e include entità del mondo no profit, accademici e cinque federazioni calcistiche. Tutte impegnate per lo stesso obiettivo: sviluppare uno strumento per misurare l’impronta ambientale delle organizzazioni sportive, un sistema di riconoscimento e una serie di strumenti per introdurre comportamenti sostenibili nelle loro strategie di gestione quotidiana.
Greencoach è partito a febbraio 2020 e avrà una durata di 36 mesi.
3. ECOPNEUS
Ecopneus è il principale operatore della gestione di Pneumatici Fuori Uso in Italia.
Ogni anno coordina la raccolta e il riciclo di oltre 200mila tonnellate di pneumatici. Dal riciclo si ricava la gomma per realizzare campi da calcio, playground per il basket, campi da pallavolo, superfici polivalenti, aree gioco, pavimenti per palestre che garantiscono altissime prestazioni.
Il consolidamento dei mercati di impiego della gomma riciclata costituisce l’effettiva chiusura del ciclo di recupero e un concreto esempio di circular economy.
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4. FOREST GREEN ROVERS
Esiste al mondo una squadra di calcio interamente vegana. Il suo motto? “Andate in campo e mangiate l’erba”. Si chiama Forest Green Rovers, milita nella Football League Two – la quarta divisione del campionato inglese – ed è il primo al mondo ad aver ottenuto la certificazione “carbon neutral”. Ma questo non è il suo unico primato.
Il Forest Green Rovers ha ottenuto l’importante riconoscimento dalle Nazioni Unite per gli stili di vita e i comportamenti virtuosi adottati per cercare di fare la propria parte nella battaglia contro il surriscaldamento globale. Ma la stessa società calcistica ha aderito, a titolo personale, all’Unfccc (United Nations framework convention on climate change), il programma della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
I suoi calciatori si allenano in un impianto che sfrutta solo energia che proviene da fonti rinnovabili e, tra qualche mese, sarà anche la prima ad avere uno stadio totalmente ad emissioni zero, l’Eco Park. Costruito quasi completamente in legno, verrà realizzato nella cittadina di Stroud e porterà la (prestigiosa) firma dello studio Zaha Hadid Architects.
5. URANIA BASKET
Gli eventi sportivi muovono tantissime persone ogni giorno, con evidenti ripercussioni in termini ambientali. L’app ufficiale di Urania Basket, frutto della collaborazione con GaiaGo, mira ad aggregare tutte le forme di mobilità, da quella in sharing a quella pubblica, per consentire ad oltre 400 atleti della società milanese di utilizzare i servizi di sharing mobility presenti sul territorio per andare ad allenarsi, giocare una partita o nel tempo libero.
Il progetto attualmente vede il coinvolgimento degli operatori della mobilità Dott (monopattini elettrici) e Zig Zag (scooter sharing).
In futuro il progetto punta a coinvolgere tutti gli operatori della mobilità, privati e pubblici e a estendersi anche ai tifosi, con l’obiettivo di promuovere abitudini di mobilità più sostenibili. “Porteremo questa iniziativa in Lega Pallacanestro – ha dichiarato Luca Biganzoli, general manager Urania Basket – mettendo a disposizione del mondo dello sport questa esperienza e il nostro know how”.
6. COREOGRAFIA A IMPATTO ZERO
Due anni fa, in occasione della partita Roma Milan allo stadio Olimpico, Hyundai ha organizzato una coreografia ad impatto zero per promuovere il “tifo pulito”. Sui seggiolini dello stadio il pubblico ha trovato dei cartelli gialli e rossi, realizzati con carta riciclata proveniente da foreste rigenerate e colorati da un’innovativa vernice ecologica. In pratica la vernice colorata presente sul cartello era in grado di trasformare le sostanze inquinanti in sali e anidride carbonica
Grazie al trattamento della fotocatalisi, questi speciali cartelli raggiungono percentuali di abbattimento dell’86% di NO e del 60% di Nox presente nell’aria.
7. LIFE TACKLE
Il progetto Life Tackle – cofinanziato dalla Commissione europea con il programma Life e appoggiato anche dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC)- si occupa, attraverso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, di indagare i processi di smaltimento dei rifiuti e di utilizzo energetico dei maggiori impianti sportivi europei
L’obiettivo è migliorare la gestione ambientale degli incontri di calcio. Le migliori pratiche raccolte nel triennio 2018-2021 saranno applicate in diversi stadi in Europa e le informazioni scambiate tra le Federazioni per guidarne l’attuazione. Verranno sviluppate delle linee guida per aumentare la competenza e la consapevolezza delle squadre di calcio, dei tifosi, degli stadi e del personale degli impianti sportivi.
8. DIVISE ECOSOSTENIBILI
Oltre il 90% di tutto l’abbigliamento sportivo è realizzato con materie plastiche come poliestere e nylon. Dal 2018, il marchio sportivo Iron Roots crea abbigliamento sportivo privo di microplastiche. Finora ha portato sul mercato felpe con cappuccio, magliette e pantaloni da jogging, realizzati con materiali naturali e sostenibili come canapa, eucalipto e legno di faggio.
Ultimamente ha lanciato una campagna di crowdfunding su Kickstarter per portare sul mercato dei pantaloncini sportivi sostenibili realizzati con alberi di eucalipto, che tra le altre cose è antibatterico, il che significa meno odore di sudore e meno cicli di lavaggio. La campagna ha raggiunto l’obiettivo richiesto e adesso si sono aperti i preordini online.
Attualmente, il team ha già raggiunto più del 40% dell’obiettivo della campagna. Quando raggiungeranno almeno il 100%, i pantaloncini sportivi entreranno in produzione.
9. VIVOBAREFOOT
Vivobarefoot è un produttore di scarpe da running sostenibili, che offre diversi tipi di calzature sportive, ma anche modelli per la città. La pelle con cui vengono realizzate ha una filiera monitorata per garantire le migliori condizioni per gli animali.
Il marchio ha realizzato modelli usando pelle conciata al vegetale e ci sono anche alcuni modelli vegani. Vivobarefoot utilizza poi materiali plastici riciclati, come le bottiglie, per il rivestimento delle scarpe e le suole. L’obiettivo è avere entro il 2021 il 90% della collezione sostenibile.
10. PLOGGING
Fare sport e salvare il pianeta. È questo l’obiettivo dei devoti del “plogging”, termine che è il risultato dell’unione tra le parole “running” e “plocka upp”, che in svedese significa “raccogliere”.
In cosa consiste? In italiano, si può tradurre con “corri e raccogli”. Infatti, chi fa plogging si cimenta in un’attività completa che consiste nel correre, raccogliendo al contempo i rifiuti che occupano le strade delle nostre città. Portando così benefici al corpo e all’ambiente.
L’idea è venuta allo svedese Erik Ahlstrom che, partendo da Stoccolma, ha dato il via ad un movimento globale che, ad oggi, interessa migliaia di persone in tutto il mondo, Italia compresa.
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