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domenica, Dicembre 22, 2024

Anche la Scozia fa passi avanti verso il sistema di deposito su cauzione

Nominato dai produttori di bevande l’ente no profit che gestirà il sistema. Frutto di una legislazione tra le più avanzate, sostenuto dai cittadini e da chi, come Coca Cola, in passato era tra gli oppositori, il deposito su cauzione per bevande sarà in vigore in Scozia dal primo luglio 2022.

Silvia Ricci
Silvia Ricci
Collabora dal 2009 con l’Associazione Comuni Virtuosi come referente Economia Circolare nella realizzazione di iniziative attinenti alla prevenzione dei rifiuti da imballaggio rivolti ai diversi pubblici. Scrive per il sito Comuni Virtuosi e altre testate su tematiche attinenti alla progettazione e gestione circolare dei manufatti monouso. Dal 2022 coordina la campagna nazionale “A Buon Rendere - molto più di un vuoto”, per una veloce introduzione di un Sistema Cauzionale per imballaggi monouso per bevande

La Scozia è il primo territorio del Regno Unito in cui verrà introdotto con il prossimo anno un sistema di deposito con cauzione o DRS (Deposit Return System) per tutti i contenitori di bevande in vetro, plastica (PET) e metallo. Così ha deciso il parlamento scozzese con il voto dello scorso maggio 2020.

Per le altre nazioni del Regno Unito – Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord – sono attese decisioni in merito ma pare si debba aspettare sino al 2023.

Il quadro pandemico e la conseguente necessità di concedere ulteriore tempo all’industria per attrezzarsi ha spinto il governo scozzese a posticiparne al primo luglio del 2022 l’entrata in vigore prevista inizialmente per l’aprile di quest’anno.

Nel frattempo sono andati avanti i preparativi come da tabella di marcia, e si è presentato ai media lo scorso 22 febbraio Circularity Scotland, il neonato ente no profit composto da produttori di bevande, rivenditori e associazioni di categoria, che si candida a gestire il sistema cauzionale scozzese, una volta ottenuto il via libera dal governo. Il regolamento approvato dal Parlamento scozzese nel maggio 2020 aveva infatti posto in essere le condizioni per permettere all’industria del settore di formare e nominare un proprio ente gestore del sistema.

**Aggiornamento al 24 marzo 2021: Il governo scozzese ha annunciato che Circularity Scotland sarà l’amministratore incaricato di supervisionare il DRS scozzese.**

I perché di un sistema di deposito su cauzione in Scozia

Con l’adozione del sistema di deposito il governo scozzese ha fatto sapere di volere incrementare i tassi di raccolta e riciclo degli imballaggi, ridurre drasticamente la dispersione dei rifiuti da imballaggio nell’ambiente, ridurre le emissioni di CO2 della filiera per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2045.

Una volta deciso nel 2017 che la Scozia avrebbe avuto un sistema di deposito , il governo ha affidato al supporto tecnico di Zero Waste Scotland il compito di seguire tutto l’iter che precorre l’implementazione del sistema con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse.

Zero Waste Scotland e il governo hanno impostato insieme il progetto di sviluppo di un modello di deposito su cauzione adatto alla Scozia ispirato a quattro obiettivi che un DRS avrebbe dovuto soddisfare. E cioè: 1) aumentare la quantità di materiali di interesse intercettati per il riciclaggio; 2) migliorare la qualità del materiale raccolto per aumentarne/mantenerne il valore una volta riciclati; 3) promuovere un cambiamento più ampio nei comportamenti legati all’uso dei materiali; 4) apportare alla nazione il massimo dei benefici ambientali e sociali ottenibili dal sistema.

Leggi anche: Sistemi di deposito cauzionali: perché servono agli enti locali

Contro il littering

Per quanto concerne la dispersione dei rifiuti nell’ambiente, il cosiddetto littering, uno studio di Zero Waste Scotland aveva quantificato in quasi 11 milioni le bottiglie di plastica che un DRS avrebbe potuto sottrarre al littering ogni anno in Scozia, circa 31.000 al giorno.

Come si può leggere dai dati presenti sul sito dedicato al sistema di deposito scozzese , vengono vendute in Scozia due miliardi di bevande confezionate in imballaggi usa e getta di cui, a seconda del tipo di contenitore, viene riciclata mediamente la metà dell’immesso al consumo. Con l’adozione di un sistema di deposito si prevede di arrivare a riciclare ogni anno in Scozia 76.000 tonnellate aggiuntive che si traduce in 160.000 tonnellate annue di emissioni di CO2 evitate. Per gli enti locali invece, oltre ai risparmi conseguibili dall’avere meno rifiuti da gestire e dalla conseguente riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi di raccolta, è stato stimato in 62 milioni di sterline il risparmio annuale sui costi diretti e indiretti correlati alla dispersione dei rifiuti nell’ambiente.

Il sostegno del pubblico

L’appoggio ad un’introduzione del sistema di deposito su cauzione da parte del pubblico scozzese è stato testato in occasione di consultazioni e seminari informativi tenuti dal governo e Zero Waste Scotland. Questo ultimo ha commissionato nel 2019 un sondaggio per valutare l’indice di gradimento di un DRS nei cittadini allo scopo di recepirne i risultati nello sviluppo di un modello per la Scozia. L’indagine ha rilevato che 4 scozzesi su 5 sostengono il sistema per poter così contribuire come cittadini alla mitigazione dell’emergenza climatica. Il 77% dei rispondenti ha scelto il modello di DRS che è poi stato successivamente adottato esprimendosi in merito alle caratteristiche che un DRS avrebbe dovuto avere come contenitori da includere, importo del deposito, modalità di conferimento dei vuoti e così via. Mentre il 72% ha dichiarato di essere favorevole ad un DRS soprattutto per motivi di ordine ambientale, il 70% lo ha scelto per l’effetto di riduzione del littering.

Il ruolo della società civile

La marcia verso un sistema di deposito in Scozia, prima di arrivare al settembre del 2017 quando il governo conferma di volersi procedere con un sistema di deposito, è stata, come vedremo, piuttosto lunga. Determinante per arrivare a questo epilogo è stata la pressione esercitata della società civile e poi dai media nei due anni precedenti.

L’iniziativa che ha avuto il merito di fare conoscere i sistemi di deposito al grande pubblico – coinvolgendo tutte le maggiori associazioni ambientaliste e non solo – è stata la campagna “Have you got the bottle? . Lanciata nel 2015 da APRS (Association for the Protection of Rural Scotland) contava tra le diverse organizzazioni aderenti anche la Marine Conservation Society (MCS) che dal 1994 organizza l’iniziativa Great British Beach Clean per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sulle conseguenze negative che ha il littering sulla vita marina. I dati sulla composizione dei rifiuti raccolti durante le varie edizioni dell’iniziativa tenutesi nel Regno Unito vedono un aumento del 32% dei contenitori di bevande. MCS ha poi lanciato in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord una campagna simile, Bottles for Change, per avere un DRS in tutto il Regno Unito.

Oltre al ruolo che hanno avuto i media – quasi tutti favorevoli ad un DRS – nell’influenzare i decisori politici va ricordata la campagna di Sky “Ocean Rescue” (Un oceano da salvare in Italia), che si è notevolmente spesa a favore dei sistemi di deposito per la loro potenzialità di intercettare i rifiuti da imballaggio prima che finiscano nell’ambiente e nei mari con gli effetti nefasti che ben conosciamo.

Leggi lo Speciale sui sistemi di deposito su cauzione

Le tappe

Il parlamento scozzese aveva già dato delega ai ministri di introdurre un sistema di deposito all’interno del Climate Change (Scotland) Act 2009 allo scopo di aumentare il tasso di riciclo per qualche particolare tipo di packaging dando una dettagliata descrizione di un DRS e del suo funzionamento (come si può leggere nel capitolo 5 Riduzione e riciclaggio dei rifiuti – sezione 84).

Si deve però aspettare sino al 2017: fu l’allora primo ministro Nicola Sturgeon ad avere annunciato l’impegno del governo scozzese sulla prossima introduzione di un sistema di deposito all’interno del programma 2017/18, ‘A Nation With Ambition’, senza però fornire ulteriori dettagli.

Nel giugno del 2018 Roseanna Cunningham, Ministro all’ambiente e Iain Gulland, Direttore esecutivo di Zero Waste Scotland (ZWS) lanciano la consultazione pubblica per raccogliere pareri da recepire nel testo di regolamento definitivo da sottoporre al Parlamento scozzese che si conclude a dicembre 2019.

Nel maggio del 2019, Roseanna Cunningham annuncia che la Scozia sarà la prima nazione del Regno Unito ad avere un sistema di deposito – “ambizioso per dimensioni e portata” – che interesserà tutti i contenitori di bevande, e che sarà inserito dal governo come elemento fondamentale del suo programma 2019/20 per l’economia circolare. La legislazione per circa un anno viene sottoposta ad un riesame da parte del parlamento scozzese e del governo che resiste alle pressioni dell’industria del vetro, che tenta di escludere il vetro dal sistema di deposito.

Il 13 maggio del 2020 la bozza finale della legislazione che regola il DRS viene finalmente votata dal parlamento Scozzese.

Il modello scozzese del deposito su cauzione

La legislazione che regola il sistema di deposito scozzese è considerata un esempio di legislazione avanzata per più di un motivo, ad esempio per l’approccio basato sui materiali, invece che sulla categoria di bevande, che definisce quali contenitori di bevande vengono assoggettati al sistema. In virtù di questo approccio tutti i contenitori di bevande in plastica (PET), in metallo (lattine) e vetro – indipendentemente che si tratti di bevande alcoliche o salutistiche – sono incluse nel sistema scozzese.
I produttori devono perseguire per legge degli obiettivi minimi di intercettazione incrementabili per i contenitori che immettono ogni anno nel mercato. Il 70 % richiesto per il primo anno sale all’80 % nel secondo anno e al 90% nel terzo anno. Dal terzo anno in poi il tasso di raccolta deve essere mantenuto e possibilmente superato come è prassi consolidata in diversi sistemi europei.

L’importo del deposito (o cauzione) che viene applicato sul prezzo di vendita delle bevande è lo stesso per tutti i tipi di contenitore con formato compreso tra i 50 ml e i 3 litri: 20 centesimi, che vengono rimborsati ai consumatori per ogni imballaggio vuoto restituito a un punto di raccolta designato.

I contenitori potranno essere restituiti presso i punti di raccolta designati, manualmente oppure attraverso distributori automatici: i reverse vending machine (RVM), che leggendo i codici a barre contabilizzano l’importo dei depositi ai consumatori che possono recuperarli sotto forma di contanti alla cassa, voucher oppure digitalmente. Sul sito di Zero Waste Scotland sono disponibili le linee guida del governo a disposizioni di rivenditori o altre organizzazioni per potere installare una RVM.

Leggi anche: “I DRS sono il futuro”. Una radiografia globale dei sistemi di deposito

Tutti i rivenditori al dettaglio sono obbligati a partecipare al sistema (tranne qualche rara eccezione) ritirando i contenitori di bevande, rimborsando i relativi depositi e stoccando gli imballaggi da consegnare ai canali di riciclo o riuso. L’obbligo vale anche per i rivenditori online che dovranno fornire un servizio di ritiro dei vuoti per i consumatori. E’ inoltre possibile proporsi come punti di raccolta volontari a fronte di determinati requisiti come può essere il caso dei centri commerciali o delle stazioni ferroviarie e terminal dei bus.

Il ruolo di controllo e monitoraggio del sistema di deposito è stato affidato all’agenzia scozzese per la protezione dell’ambiente (Scottish Environment Protection Agency – SEPA) che ha il compito di vigilare ed elevare misure sanzionatorie nei casi di inadempienza.

L’ente che amministra il sistema di deposito è un ente indipendente che si finanzia attraverso un contributo economico che arriva dai produttori per ogni imballaggio gestito; dalle vendite dei materiali ai riciclatori; e con i contributi pagati dai produttori per quegli imballaggi che non sono stati restituiti.

Il gestore del deposito su cauzione: Circularity Scotland

Rivenditori, associazioni di categoria e produttori di bevande hanno unito le forze per creare Circularity Scotland, un nuovo soggetto senza scopo di lucro per gestire un DRS nel paese. Qualora approvato dal governo scozzese, l’ente avrà il compito di collaborare con le aziende della catena di approvvigionamento – produttori, rivenditori, aziende del settore dell’ospitalità e grossisti – per far funzionare un sistema che dovrà intercettare e gestire l’avvio a riciclo di oltre il 90% dei contenitori di bevande nel paese entro il terzo anno di operatività.

I primi membri ad avere aderito a Circularity Scotland includono catene del retail come Co-op, Tesco, Lidl e Marks & Spencer, associazioni di categoria come , Association of Convenience Stores, British Soft Drinks Association e Natural Source Waters Association, produttori di bevande come Budweiser Brewing Group, Coca Cola European Partners e Heineken UK.

“Questo è un momento importante nella costruzione di un sistema di deposito su cauzione”, ha dichiarato Donald McCalman, direttore di Circularity Scotland: “Abbiamo una visione condivisa per un programma che offra benefici ambientali importanti e contribuisca a un’economia circolare in Scozia. Siamo fiduciosi nel fatto che Circulararity Scotland possa contribuire a far funzionare un DRS vantaggioso per tutti che apporterà enormi vantaggi ambientali al Paese e accelererà l’impegno del governo scozzese a raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2045”.

Le dichiarazioni degli aderenti a Circularity Scotland apparse sui media includono anche soggetti che sono stati in passato strenui oppositori oppure critici verso un sistema di cauzionamento: come l’industria delle bevande e le grandi catene dei supermercati.

Tuttavia dopo un anno di lavoro congiunto, si sono trasformati – a leggere le dichiarazioni – in un coro unanime di approvazione per l’entrata in vigore di un DRS che definiscono ora come necessario e non più rimandabile in Scozia. Tra i produttori di bevande merita citare la Coca Cola che è stata protagonista nel 2017 di un’inversione di marcia definita come “U-turn” dai tabloid del Regno Unito. Trattasi di una dichiarazione che ha aperto proprio in Scozia uno spiraglio di portata internazionale ai sistemi di cauzionamento da parte di una multinazionale che aveva alle spalle decadi di opposizione feroce. Ma non è possibile ancora interpretare questa apertura della Coca Cola nei paesi dove un DRS era ormai inarrestabile come in Scozia come un via libera in tutti i Paesi.    

L’associazione Natural Source Waters Association ha rimarcato il ruolo chiave che ha un sistema di deposito nel rendere disponibile materia prima seconda di qualità per realizzare nuove bottiglie dichiarando: Tutti i nostri associati usano plastica riciclata nelle loro bottiglie, sino al 100% in alcuni casi, e vorrebbero usarne di più. Un sistema di deposito ben disegnato ci permetterà di contribuire a creare un’economia circolare e ridurre l’impatto della plastica nel packaging”.

Coerente con il passato è stata la dichiarazione di Stuart Reddish, presidente nazionale della federazione dei retailers indipendenti NFRN quando dichiara: “Come prima associazione di commercio al dettaglio ad avere sostenuto da subito l’introduzione di DRS in Scozia, siamo lieti di aver raggiunto questo importante traguardo. I nostri membri – rivenditori di notizie e minimarket in tutta la Scozia – lavoreranno per fornire punti di restituzione nelle loro comunità per contribuire agli obiettivi di raccolta previsti”.

Leggi anche Le resistenze dei grandi marchi ai sistemi di deposito cauzionale per bevande

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