In questi giorni drammatici in cui assistiamo alle perdite umane e ai danni delle alluvioni in Emilia-Romagna, frutto dell’acuirsi della crisi climatica, inizia domani a Roma il Forum Compraverde Buygreen– la grande manifestazione per le politiche, i progetti, i beni e i servizi di Green Procurement, promossa dalla Fondazione Ecosistemi – che quest’anno ha come slogan “Cambia gli acquisti non il clima”.
Gianna Le Donne, responsabile relazioni istituzionali del Forum, cosa possono fare gli acquisti verdi per il clima?
La scelta di questo slogan, che è anche il titolo dell’evento di apertura, si spiega col fatto che l’applicazione dei criteri ambientali minimi (Cam), soprattutto per le stazioni pubbliche appaltanti, è un’opportunità e uno strumento efficace per le tante città italiane che si stanno dando obiettivi di neutralità climatica, adottando piani di azione. Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, in vigore dal 1° luglio, mantiene intatto il ruolo del Green Public Procurement (GPP) e dei Criteri Ambientali e Sociali. Con l’allarme climatico lanciato dal Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici l’applicazione di politiche GPP diventa un invito urgente che dal Forum rivolgiamo a tutti gli attori coinvolti affinché si impegnino per attuare la conversione ecologica delle modalità di produzione e di consumo per ridurre per rispondere alla crisi climatica.
Molte di queste città e tante pubbliche amministrazioni, infatti ,hanno individuato nel Green Public Procurement uno strumento per raggiungere gli obiettivi della conversione ecologica. Il clima sarà dunque il focus centrale del convegno di apertura e verrà sviluppato anche durante la seconda giornata del Forum alla conferenza dal titolo “Piani di azione climatica e acquisti verdi: le 9 città italiane per la neutralità climatica” dedicata, appunto, al ruolo degli appalti nell’edilizia, nella gestione del verde e dei rifiuti, nella ristorazione collettiva e nel trasporto pubblico per ridurre o compensare le emissioni di CO2 nelle città. L’attenzione dei lavori è puntata in particolare sulle nove città italiane – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – che partecipano alla Missione europea “100 climate-neutral and smart cities by 2030” per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.
In particolare, ne parleremo coi rappresentati dei Comuni di Bologna, Roma e Prato. Il Comune di Roma, ad esempio, ha approvato recentemente una memoria di giunta sul GPP, che dà come indirizzol’adozione di questa politica in maniera trasversale in tutti settori della pubblica amministrazione.
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Il Green Public Procurement nel nostro Paese è obbligatorio, giusto?
È obbligatorioormai da sei anni, e siamo l’unico Paese europeo che ha reso il GPP cogente. Questo ci avvantaggia, ma ci rende anche un Paese molto osservato:ci osservano per vedere che tipo di percorso stiamo facendo e che risultati stiamo raggiungendo.
Dottoressa Le Donne, l’obbligo del GPP è un obbligo fattuale oppure resta (ancora) sulla carta?
Ad oggi è ancora sulla carta. È pur vero che c’è stata una accelerazione sul tema negli ultimi anni, complice anche il fatto che nei progetti del Pnrr, grazie al rispetto del principio DNSH (Do No Significat Harm, non arrecare un danno significativo), l’applicazione dei Cam si deve rispettare anche in fase di progettazione. Questo ha portato alcune pubbliche amministrazioni adaccelerare il percorso formativo interno per soddisfare il requisito ma c’è ancora molto da fare. La conversione ecologica passa anche dalla trasformazione degli appalti pubblici, è un tema fortemente politico, troppo spesso relegato ad una questione tecnica. Il cambio culturale deve avvenire proprio a livello politico per fare lo scatto necessario a rendere il GPP uno strumento sistemico nella pubblica amministrazione.
La formazione, immagino, è essenziale.
È così. Uno degli elementi di criticità che ci vengono segnalati è proprio la necessità di formazione. È un messaggio che lanciamo sempre durante il Forum: è necessario mettere a disposizione tutti gli strumenti per accompagnare le stazioni pubbliche appaltanti nell’applicazione dei Cam, uno strumento che dal punto di vista amministrativo è alla portata di tutti e che può riconvertire in maniera significativa dal punto di vista ecologico la spesa pubblica.
Proprio per rispondere a questo bisogno anche il ministero dell’Ambiente con il progetto CReIAMO PA ha messo a disposizione un percorso formativo e di accompagnamento per le stazioni pubbliche appaltanti.
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Qual è la vostra percezione dell’applicazione del CAM cultura, il più recenti tra quelli approvati?
Anche questo sarà uno degli argomenti centrali di quest’anno. È un Cam in vigore dal dicembre scorso, solo 5 mesi, oggi non abbiamo ancora indicatori significativi rispetto all’applicazione del Cam per gli eventi culturali e sportivi. Quel che è certo è che andrà ad impattare sulle politiche dalla PA. Non solo vincola le amministrazioni all’applicazione dei Cam quando producono un evento o un grande evento ma, se regolamentato, può interessare anche eventi finanziati o patrocinati dalle amministrazioni, che dovrebbero anch’essi seguire i Cam.
Su questo tema durante il Forum avremo due focus. Il primo è dedicato a We Green, catalogo per realizzare eventi sostenibili nel rispetto dei Criteri Ambientali Minimi, con tutte le realtà aziendali che hanno già fatto un percorso per avere i requisiti e partecipare (e vincere) gare per il Cam eventi.
E poi avremo un approfondimento con gli operatori del settore cultura (dalle istituzioni alla rete dei festival) che si confronteranno proprio su questo.
Quali sono i Cam per i quali registrate più attività?
Storicamente uno dei Cam più applicati è quello su cancelleria, stampanti, risme di carta. Poi iniziamo a vedere una buona percentuale di applicazione dei quello sulla ristorazione collettiva. Ma anche altri settori sono cresciuti negli anni. Resta invece indietro il Cam sull’edilizia, ovviamente importantissimo, che fa ancora un po’ fatica crescere.
Giovedì 18 presenteremo il VI° Rapporto “I numeri del GPP in Italia”, rapporto prodotto dall’Osservatorio Appalti Verdi, di Legambiente e Fondazione Ecosistemi. Racconteremo la fotografia del 2022 e capiremo come sarà il trend e quali saranno state le performance di Asl, Città Metropolitane, Enti Parco, Centrali Uniche di Committenza. Ovviamente insieme alla comunicazione dei dati, ci sarà come sempre un’analisi e un ricco dibattito sulle proposte.
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